Soli e vittoriosi...ma fino a quando?

Curcio chiave di volta contro il muro irpino

Curcio chiave di volta contro il muro irpino 

Il commento a caldo dell'incontro vinto dal Catania contro l'Avellino.

Dopo una sconfitta e tre pareggi, torna a sorridere in campionato il Catania di Lucarelli, a più di un mese di distanza dall'ultimo successo, l'incontro casalingo contro il Rende. Il deficit di risultati aveva fatto sì che la media punti del trainer livornese scendesse, seppur di poco, sotto quella che aveva fatto registrare Andrea Camplone durante la sua gestione. Un paradosso, per certi versi, se si considerano i netti passi avanti che la squadra ha compiuto sotto il profilo caratteriale e tattico. Eppure, in special modo nell'ultimo periodo, si era entrati in un vortice dal quale sembrava difficile uscire: non si riusciva più a segnare, si sprecavano molte delle occasioni prodotte di partita in partita. Oggi di gol ne sono arrivati tre (di cui uno su rigore), il che potrebbe costituire un buon viatico verso un'inversione di tendenza. Che però dovrà essere alimentata necessariamente dalla società: dopo la partenza di Di Piazza, Curiale è rimasto l'unico centravanti a disposizione. Oggi Davis, nei primi 45', ha disputato una delle migliori prove degli ultimi due anni, segnando un gol di pregevole fattura (il 30° in rossazzurro, alla 100a presenza) e rendendosi pericoloso in almeno altre due circostanze; tuttavia ha preso una botta in uno scontro col portiere irpino Tonti ed alla fine della prima frazione di gioco ha dovuto alzare bandiera bianca. Si spera che non si tratti di un fastidio più serio di quanto apparso, ma a prescindere dal pronto recupero del numero 11 è chiaro che serve almeno un pari ruolo, possibilmente non meno competitivo, per poter cullare l'ambizione di rimontare qualche posizione in classifica e, soprattutto, giocarsela nelle semifinali di Coppa contro la Ternana, che incombono. Nella ripresa Lucarelli ha fatto di necessità virtù schierando Barisic al centro dell'attacco. Lo sloveno ha fatto qualche buon movimento (come quello che ha dato il là all'azione del 3-1) ma non può essere certo considerato, al momento, come un'alternativa all'altezza della situazione.

Curcio chiave di volta contro il muro irpino
Non si aspettavano rivoluzioni e così è stato, nelle scelte iniziali Lucarelli, che dopo il buon impatto di tre giorni fa ha deciso di fare fiducia (e minutaggio) a Curcio, il rinforzo dal quale, più di chiunque altro, ci si aspetta quel cambio di passo, quel salto di qualità di cui questa squadra ha bisogno, soprattutto dalla metà campo in sù. Il numero 10 ha ricambiato con un'altra buona prova, durante la quale si è distinto per la personalità con cui ha gestito buona parte dei palloni giocati: tocchi di prima, lanci in profondità, conclusioni a sorpresa (spettacolare il mancino al volo provato al 20°), falli guadagnati. Certo, la condizione ancora non è perfetta e per alcuni tratti del match il giocatore è scomparso, venendo richiamato ben presto (all'11° del secondo tempo) in panchina. Ma resta l'impressione di un acquisto azzeccato, specie per il nuovo sistema di gioco ideato dal mister. L'altra novità è stata rappresentata dall'utilizzo di Mbende al posto di Esposito. Anche l'afro-tedesco era reduce da un buon finale di gara contro il Potenza ed ha confermato le buone impressioni, segnalandosi come un recupero importante in un settore in cui sotto il profilo numerico, a maggior ragione dopo l'infortunio di Saporetti, gli uomini sono contati.
Nella prima frazione di gioco sono venuti alla luce pregi e difetti che Biagianti e compagni hanno evidenziato nelle ultime settimane. Manca qualità in mezzo il campo, per cui si cerca con insistenza di sfondare sulle fasce sfruttando le catene costruite dagli esterni, ma manca spesso l'ultimo passaggio e quelle poche volte che si riesce a farlo, manca il colpo risolutivo o l'affondo decisivo. In questo senso l'apporto di Curcio sembra quello di un "problem solver" perché con la sua presenza e le sue giocate sembra riuscire a valorizzare gli sforzi profusi sulle fasce, mentre è da rivedere l'intesa con Curiale e, più in generale, l'efficacia degli affondi centrali.
L'Avellino, da par suo, ha pensato a non prenderle, a maggior ragione dopo lo sfortunato infortunio di Celjak nelle prime battute dell'incontro, che ha privato Capuano del suo esterno destro naturale. Eziolino con un pizzico di coraggio ha buttato subito nella mischia l'ultimo arrivato Izzillo, sacrificando a destra Laezza, perdendo necessariamente un po' di rapidità nelle ripartenze. Ha colpito il modo in cui il tecnico dei lupi abbia chiesto un gran sacrifico al centravanti Alfageme, sistematicamente in ripiegamento difensivo sulla propria fascia sinistra a supporto del giovane compagno Parisi. Un canovaccio che, per buona parte del primo tempo, ha premiato i biancoverdi, bravi a non offrire grandi occasioni al Catania (e con un Tonti in stato di grazia, vedi intervento sul colpo di testa di Mbende) e fortunati nell'approfittare di un'uscita non impeccabile di Furlan in occasione di un calcio di punizione guadagnato quasi per caso. Il gol di Zullo ha messo alla prova la tenuta mentale degli uomini di Lucarelli, i quali, come contro il Potenza, non si sono scomposti ed hanno cercato e trovato la reazione immediata. Bravo Kevin Biondi, nell'occasione del pari, a non accontentarsi del corner rimettendo in mezzo il pallone che era stato deviato dopo un lancio di Rizzo, altrettanto bravo a Curiale a ribadire in rete con freddezza dopo l'iniziale ribattuta avversaria.

L'inaspettata e controversa svolta tattica
Proprio i protagonisti del gol del pari sono stati sostituiti nell'intervallo dal tecnico etneo, che ha inserito Sarno e Barisic, senza cambiare alcunché nella disposizione tattica. Il Catania ha continuato a spingere, ma con meno razionalità rispetto al primo tempo, complice il calo fisico di alcuni giocatori (su tutti Curcio, ma anche lo stesso Pinto) e neanche l'ingresso di Mazzarani, almeno inizialmente, ha dato quel quid in più che sarebbe stato lecito aspettarsi. Anzi, nella prima metà della ripresa è cresciuto l'Avellino, che ha trovato più spazi e ha dato sfogo alla gamba di Micovschi ed alla qualità di Izzillo e Di Paolantonio, pericolosi con le proprie conclusioni da fuori. Lucarelli ha annusato l'aria e con una scelta controversa ha rispolverato il 3-5-2, che questa squadra non utilizzava da due mesi (esattamente dal pari casalingo con la Casertana), inserendo Esposito al posto di Di Molfetta (protagonista dell'ennesima prova volenterosa ma poco incisiva). Con l'occasione, è stato dato spazio anche a Vicente, schierato davanti alla difesa. Anche il brasiliano è sembrato in crescita dopo una prova non del tutto convincente contro il Potenza. Scelta controversa, dicevamo, perché sebbene gli ospiti si stessero rendendo più pericolosi, allo stesso tempo risultava difficile concepire la rinuncia ad un atteggiamento propositivo, dal momento che nella situazione di classifica in cui versa il Catania ci sono pochi calcoli da fare: occorre rischiare di prendere i tre punti, soprattutto in casa, anche a costo di mettere a repentaglio qualche pareggio. Eppure, nonostante il cambio tattico i rossazzurri non hanno rinunciato ad attaccare e cercare la vittoria. Col senno di poi, anzi, il 3-5-2 è stata l'arma con cui si sono spente sul nascere le ambizioni di colpaccio degli irpini, dando più tranquillità ai giocatori che si cimentavano negli affondi in avanti.
La partita, comunque, sembrava chiusa, difficile da sbloccare, soltanto un episodio avrebbe potuto risolverla, e l'ennesimo miracolo di Tonti sul colpo di testa di Silvestri, tentato sugli sviluppi di un calcio d'angolo al 79°, appariva come l'ennesimo segnale di un momento in cui anche la dea bendata non sembra sorridere al Catania. Come per magia, tutto è cambiato appena pochi minuti dopo, con Esposito che con mestiere ha guadagnato un calcio di rigore, sempre a seguito di azione d'angolo. Non mancheranno le polemiche, dalle immagini si vede come il numero 28 ed il suo marcatore si strattonino a vicenda, ma il contatto c'è e non ci sembra che si possa gridare allo scandalo. A trasformare il penalty ci ha pensato Sarno. Un Vincenzino fin lì piuttosto in ombra, fumoso con le continue azioni personali concluse perdendo il pallone, che si è invece rigenerato nel finale di gara, aiutato anche dall'inferiorità numerica degli avversari, cagionata dall'espulsione di Parisi durante i concitati momenti dell'assegnazione del tiro dal dischetto. Con spazi più ampi a disposizione, il Catania è riuscito a trovare il gol della sicurezza, in pieno recupero, con una bella imbucata di Sarno per Barisic. Bravo, nella circostanza, lo sloveno a fare il movimento giusto, bravo Vincenzino a farsi trovare pronto per il tap-in di testa a porta libera. Una vittoria che ha riportato un minimo di entusiasmo, perlomeno ai pochi intimi presenti allo stadio, che hanno applaudito e sostenuto convintamente la squadra ed il suo allenatore. Nella deficitaria situazione tecnico-economica in cui versa il Catania, per costruire e realizzare un'impresa come quella che sogna il mister servirebbe il sostegno massiccio del pubblico. Sostegno che purtroppo difficilmente si materializzerà, in virtù della permanenza a Torre del Grifo di Lo Monaco, reo di aver provocato la rottura con buona parte della piazza, e del - finora mancato - cambio di proprietà. Oggi i ragazzi hanno dimostrato di poter e saper vincere anche da soli, soli contro tutti, ma non si potrà pretendere da loro che riescano a farlo sempre, in queste condizioni.

Per coltivare i sogni, bisogna alimentarli...
L'odierna vittoria ed il contemporaneo scontro diretto tra Teramo e Catanzaro (in campo alle ore 18.00) consentirà in ogni caso al Catania di recuperare una posizione in classifica, attestandosi al 7° posto. Il tour de force, appena iniziato con due partite in tre giorni, è destinato a continuare fino alle festività agatine: domenica si gioca a Viterbo, dopo tre giorni l'importante semifinale di Coppa Italia di Serie C che avrà luogo a Terni, infine l'incontro col Monopoli in programma il 2 febbraio al "Massimino". Contro i laziali non saranno disponibili Esposito e Silvestri, che erano diffidati e sono stati ammoniti da Paterna. Mancherà anche Noce, come precisato dal tecnico a fine gara. L'unico centrale a disposizione sarà Mbende e probabilmente dovrà essere sacrificato Marchese. E in tutto ciò Lucarelli dovrà gestire oculatamente il turn-over in vista della ben più importante sfida con la Ternana. Eppure il tecnico labronico aveva schierato i titolari contro il Teramo, tre giorni prima dell'impresa di Catanzaro (e tre giorni dopo la gara di Pagani), quindi non è detto che non sorprenda anche in questo senso. E' chiaro, come dicevamo in apertura, che occorrerebbe anticipare qualche mossa di mercato, viste le contingenze ed i tempi ristretti. Altrimenti, si proseguirà con l'interpretazione calcistica, ottimamente eseguita da Lucarelli, di trame cinematografiche degne di "Braveheart" o del Fosso di Helm di Tolkieniana memoria...