Salò...ti e baci!

Barisic, gol fondamentale...

Barisic, gol fondamentale... 

Max Licari sulla bella vittoria rossazzurra sulla Feralpi. Barisic fa saltare il banco, Biagianti monumentale. Sotto con il Siena!

Vittoria ineccepibile
Il primo passo è stato compiuto. E, come ha tenuto a sottolineare lo stesso Lucarelli a fine gara, il campo ha confermato come il Catania non fosse atteso da un cimento fra i più “morbidi”. Insomma, non si è trattato di una passeggiata di salute, ma di una doppia sfida difficile, contro un avversario tosto e ben messo in campo che merita ampiamente l’onore delle armi. Alla fine, ha prevalso la maggior qualità del Catania, ma sotto il profilo del gioco e dell’intensità atletica i gardesani non si sono assolutamente rivelati inferiori ai più quotati avversari. La gara di ritorno del “Massimino”, al cospetto di almeno 13.500 spettatori, ha riproposto, per quasi un’ora, le medesime problematiche emerse al “Turina”. Gli uomini di mister Toscano, pur privi di pedine importanti come Vitofrancesco e Martin, hanno coperto il campo con ordine, cominciando a pressare e a macinare gioco, mai rinunciando al tentativo di verticalizzare per gli ottimi Ferretti (migliore in campo) e Guerra, anche se raramente sono giunti a impensierire Pisseri, il quale ha dovuto prodursi nell’unica parata “seria” giusto a fine partita, e a risultato acquisito, su un gran colpo di testa di un avanti lombardo. Una partita simile a tante cui si è assistito durante il campionato. Fin quando la Feralpi è riuscita a correre e mantenere costante la vigoria fisica, il Catania ha trovato difficoltà a impostare il gioco (affidandosi spesso ai lanci lunghi) e a innescare sia gli esterni Barisic e Porcino, sia le punte Russotto e Curiale; una volta calato il pressing, ecco venir fuori la maggior qualità di base della formazione etnea che, con una serie di giocate in percussione, ha chiuso il match. E lo ha chiuso, a conferma di quanto espresso, con gli uomini di maggior tasso tecnico: assist sontuoso di Lodi per Barisic in occasione del vantaggio ottenuto al 58’; azione personale di Russotto a provocare l’autorete di Bagadur al 70’. Da registrare, comunque, un probabile rigore reclamato a metà prima frazione da Ferretti per un probabile fallo di Blondett in piena area. In tutta onestà, rivedendo l’azione, il rigore poteva anche essere concesso, benché l’ex punta del Trapani abbia avuto il torto di accentuare alquanto la caduta. Tuttavia, fa il paio con un altrettanto probabile e possibile rigore non concesso al Catania per un affossamento di Aya in area su piazzato di Lodi e, soprattutto, con il penalty assai dubbio fischiato a Magnino all’andata. Comprensibili, quindi, le proteste di Toscano, allontanato dal signor Amabile di Vicenza; ma, se avesse ricordato quanto successo a Salò, magari, avrebbe reagito in modo meno scomposto. Del resto, nulla può essere eccepito sulla legittimità della vittoria dei rossazzurri che, fra gara d’andata e ritorno, hanno inanellato non meno di una decina di palle gol, contro le due o tre dei salodiani, “belli a vedersi” ma poco concreti sotto porta. Anche nel match del “Massimino”, clamorosi possono essere ritenuti gli errori a tu per tu con Livieri di Russotto o Ripa, a dimostrazione che in ogni caso il Catania sia stato maggiormente incisivo e pericoloso in avanti. Il primo passo, pertanto, è stato fatto, tuttavia nulla ancora è stato conquistato. Solo una prima tappa di un percorso lungo e difficile che vedrà gli etnei confrontarsi, fra tre giorni, con il Siena al “Franchi”, campo tradizionalmente ostico. Coefficiente di difficoltà decisamente più elevato, giacché i toscani, insieme ai rossazzurri, rimangono i favoriti alla promozione finale. Si può dire, senza mancare di rispetto all’ottimo Cosenza di Braglia e al sempre più convincente Sudtirol, che il confronto Siena-Catania, per blasone e organici (oltre che per punti complessivi conquistati in campionato), sia una sorta di finale anticipata. Sarà difficilissimo, ma la spinta della tifoseria catanese potrà fare la differenza. A patto che non scattino divieti per la trasferta in Toscana…

Barisic fa saltare il banco
Potrebbe suonare paradossale che il giocatore fino a quel punto meno convincente risulti l’elemento decisivo, ma chi conosce il calcio sa che ciò spesso può accadere. Indubbiamente, il ragazzo sloveno, strutturalmente più punta che centrocampista, costretto per tutto il primo tempo a rincorrere il dirimpettaio Parodi (molto interessante questo ragazzo), ha trovato qualche difficoltà. Probabilmente, ancora il ruolo di “quinto” del 3-5-2 deve essere del tutto metabolizzato, ma il numero 9 rossazzurro ha una dote particolare: quando liberato in progressione nell’area avversaria, sa far male. Difficile tenerlo, difficile buttarlo giù e, in aggiunta, durante questa stagione ha trovato una certa facilità a centrare la rete avversaria, cosa che nelle stagioni scorse non avveniva. Così, quando un po’ tutti pensavano che sarebbe stato sostituito da Esposito, ha piazzato lo spunto vincente capace di mandare in visibilio il “Massimino”. Tanto di cappello, anche perché ha mostrato di avere nervi saldi nelle situazioni topiche. Fino a quel momento, prestazione solida ma poco appariscente dei rossazzurri, riproposti da Lucarelli nello stesso schieramento della partita d’andata. Da registrare, fra le positività, un monumentale Biagianti a centrocampo, una buona attenzione dei tre centrali difensivi e un Russotto reattivo sebbene non lucidissimo negli ultimi venti metri. Difficoltà, invece, sugli esterni e non eccelsa fluidità del gioco in mezzo dove Lodi e Rizzo venivano spesso ben pressati da Magnino, Staiti e Raffaello. Il merito di Lucarelli e dei suoi uomini è stato principalmente quello di non cadere nei cali di concentrazione spesso fatali fra le mura amiche (possibile che il lavoro dei mental coach stia cominciando a generare i primi frutti?) e attendere il momento dell’inevitabile calo degli avversari per colpirli. La differenza la fa, ovviamente, anche la qualità dei cambi, quando Lucarelli inserisce i vari Esposito, Marchese, Ripa, Di Grazia o Bucolo. Se, infatti, andiamo a scorrere i nomi dei subentrati salodiani (Rocca, M. Marchi, Capodaglio, Dettori, Voltan), ci accorgiamo subito della notevole differenza di livello tecnico nelle opzioni in corsa a disposizione dei due trainer. L’impressione è che il Catania stia cominciando a carburare, visto che nella ripresa è venuto fuori con autorità. Non solo, qualora Curiale riuscisse a tornare ai suoi standard stagionali (nelle due gare contro la Feralpi, ha mostrato ancora qualche ritardo di condizione), il potenziale offensivo, in termini di concretezza, aumenterebbe di molto, fermo restando che le alternative non mancano. Dunque, guardiamo avanti con fiducia, ma senza eccessiva euforia e mantenendo sempre i piedi ben saldi per terra.

Amarcord Siena!!!
Di Sfide con i bianconeri, anche nella massima serie, il Catania ne ha giocate… Sarà come un rituffarsi nella “nostalgia” di un recente glorioso passato, non dimenticando che il presente è pane duro e randello da terza serie. La compagine allenata da Mignani è forte, altrettanto solida e qualitativa, nonché possiede l’esperienza giusta per gestire sfide tanto delicate. Del resto, quando fra le tue file militano elementi di valore come Guberti o Marotta, non puoi non nutrire legittime ambizioni. Sarà un duello duro e difficile nel quale, speriamo, i rossazzurri potranno esaltarsi prima agonisticamente e poi tecnicamente, come da classico copione di categoria. Alla carica! Let’s go, Liotru, let’s go!!!