Aggrappati ai senatori

Lodi, altra rete decisiva...

Lodi, altra rete decisiva... 

Max Licari in merito alla opaca vittoria sulla Paganese. Prestazione deludente, bene solo Calapai, Biagianti, Lodi e Manneh.

Altra prestazione deludente…
Ci sembra quasi di recitare uno sterile "mantra", come accaduto durante la scorsa stagione, seppur sempre coltivando la speranza di poter sbagliare nel ritenere che si stia ripetendo lo stesso errore. Il Catania continua a non avere un assetto tattico, a navigare a vista, a inanellare prestazioni deludenti. I fischi al termine del primo tempo e i mugugni dei tifosi piovuti su tecnico e giocatori al triplice fischio del signor Curti non sono “capricci” di volubili voyeur che non si accontentano di ciò che passa il convento, sono autentici appelli alla società affinché faccia di tutto al fine di mutare il corso degli eventi. Perché, parliamoci chiaro, il trend attuale, al di là del fattore meramente numerico (Catania terzo, sfruttando il turno di riposo del Catanzaro di Auteri), non induce all’ottimismo. Non sembra questa, atleticamente e tatticamente, una squadra in grado di garantire un successo scontato nei playoff pur “semplificati” che, a meno di un autentico miracolo, attendono gli etnei da qui a qualche mese. Ad aggravare la situazione, le continue scelte “divergenti” di Sottil, i reiterati cambiamenti alla chimerica ricerca di un "filo d'Arianna" a livello di gioco, mutamenti che non lasciano, purtroppo, intravedere troppi spiragli di luce. Si è vinto, sì, contro la derelitta Paganese dei ragazzini (ultima in classifica, proveniente da quattro sconfitte consecutive e, fra parentesi, protagonista di una dignitosissima prestazione al “Massimino”), ed è una delle poche notizie positive del pomeriggio catanese; una notizia che, per carità, accogliamo con sollievo. Ma come si è vinto? Di misura, giocando a sprazzi e veicolando una immagine assai opaca. Andare avanti così, continuiamo a ripeterlo con forza anche e soprattutto dopo una vittoria, non appare per nulla produttivo. Appurato che la società abbia commesso evidenti errori nell’assemblaggio estivo dell’organico e che tali omissioni non siano state del tutto “emendate” a gennaio, risulta ora necessario prendere atto con sano realismo della situazione e riflettere se sia o no il caso di procedere a un ultimo tentativo finalizzato ad “aggiustare” la situazione in corso d’opera. Testare o non testare se lo stesso materiale, pur sempre di buon livello per la categoria (non riteniamo, per esempio, che questo Catania sia inferiore al Cosenza della scorsa stagione), possa essere utilizzato in maniera diversa, in modo più efficace ed efficiente? Il busillis sta proprio qui. Non si tratta di voler mettere all'indice Sottil, ovviamente, giacché le colpe del rendimento inadeguato del Catania sono solo in parte sue, lo rimarchiamo con forza. Si tratta solo di capire se non possa essere fruttuoso un ulteriore tentativo; una "prova" che l’anno scorso non è stata fatta, una prova che possa scongiurare il ripetersi dello stesso risultato: un altro anno in questo ignobile “inferno sportivo” che è l’attuale Serie C-Barzelletta, la categoria dei casi Matera e Pro Piacenza, tanto per citare gli ultimi atti da operetta buffa andati in scena. A nessuno sfugge, infatti, che permanere nello stallo in corso potrebbe generare corpose percentuali di fallimento del progetto. E sarebbe un fallimento epocale, considerate le premesse e la totale assenza di avversari credibili a inizio campionato. Il tempo è limitato, ma ancora c’è. La Juve Stabia ha pareggiato a Monopoli, il Trapani deve giocare a Rieti, vi è la possibilità di determinare qualcosa.

Un 4-3-3 con il solito, compassato centrocampo
Anche qui, quante volte si è ripetuto che una mediana a tre con Biagianti, Lodi (mezzala) e Angiulli, in questa categoria, non funziona, in quanto troppo compassata e poco reattiva? Perché riproporla, per giunta dietro a un attacco non certo “brillante” impostato su un Marotta in non grandissime condizioni e, soprattutto, un Curiale (per l’ennesima volta riproposto titolare) completamente fuori forma? Mistero. Possiamo magari intuire che ciò sia dovuto alla legittima volontà di recuperare un giocatore importante, ma le riprove ci sembra stiano diventando troppe. Ne è venuta fuori una “classica” partita di questo Catania, ancora una volta messo in campo dal suo allenatore in “formato tartaruga”. Una squadra dove, non a caso, i migliori risultano i pochissimi che corrono o che si sbattono con sacrificio: Calapai, Manneh, Biagianti. Un Catania nel quale, se non si ha la fortuna che il buon Ciccio Lodi, poco mobile ma pur sempre dal piede d’oro, azzecchi la traiettoria vincente, non vi è nessuno in grado di determinare il risultato. Il giovane gambiano, autore di una prova assai convincente, è andato sul fondo almeno una decina di volte sulla destra, mettendo palle al centro: mai, e dico mai, Curiale o Marotta sono riusciti a seguire l’azione e proporre il tap-in vincente; proprio non ce la fanno atleticamente. È mai possibile? Unico elemento positivo, il fatto che si sia finalmente riusciti a ribaltare un risultato, considerato che si era riusciti nell’impresa di andare subito in svantaggio in virtù di una punizione di Capece sulla quale Pisseri si era colpevolmente lasciato sorprendere. L’immediato pareggio con un bel tiro dal limite di capitan Biagianti e la stoccata decisiva, nella ripresa, di Lodi (all’ottava segnatura stagionale, quarantesimo gol in rossazzurro) hanno evitato la figuraccia, ma non generato maggior convinzione fra osservatori e supporters. In mezzo, troppe occasioni, create da un Manneh devastante negli spazi, sprecate da Curiale, Marotta e Di Piazza, l’ennesima prova incolore di Angiulli e i soliti cambi infruttuosi di Sottil, dallo stesso ex leccese a Carriero, per passare a Brodic e a Esposito (entrato in campo per l’infortunato Calapai, uno dei più positivi, nella speranza che non sia nulla di preoccupante). La solita partita in tono minore di “questo” Catania, “questo” nel senso di un modulo articolato su di un 4-3-3 che non risulta impostato sugli interpreti giusti. Diciamolo subito: se si giocherà così a Viterbo, il Catania sarà protagonista dell’ennesima delusione. Serviranno un assetto diverso e differenti scelte tecniche in più di un ruolo, fermo restando che giocatori come Calapai, Manneh e Lodi non possono rimanere fuori, in quanto nettamente i migliori, chi sotto il profilo atletico, chi a livello tecnico. Il recupero di Rizzo potrà giovare, in attesa che Sarno, la “qualità” che obiettivamente manca sulla trequarti, possa finalmente essere a disposizione, ma è nella scelta dell’impostazione tattica e degli uomini che si dovrà fare meglio. O, perlomeno, trovarne una definitiva, che un minimo convinca in proiezione finale di campionato. 4-3-3? 4-3-1-2? 4-3-2-1? 4-2-3-1? Non lo sappiamo, veramente... non siamo tecnici. Ma ne richiediamo UNA! Alla ventiseiesima giornata, ci sembra sia una richiesta di tenore “minimo”…

Viterbo, trasferta ostica
La Viterbese, da quando è giunto Calabro in panca (cambio molto proficuo…), ha cominciato a correre, avendo comunque a disposizione un buon organico, rinforzato nel mercato invernale. I laziali, provenienti da un filotto di prestazioni molto positive, in casa sono molto temibili e, soprattutto, assai aggressivi, esattamente la caratteristica che maggiormente mette in difficoltà il Catania. Proprio per questo, sarà necessario sfoderare una gara fisicamente “tosta” e tecnicamente adeguata, in specie sotto il profilo della media realizzativa, ultimamente assai deficitaria con particolare riferimento alle “gite” fuori porta. Tutto il contrario di ciò che si è visto al “Massimino” contro la modesta ma combattiva Paganese di mister De Sanzo… Let’s go, Liotru, let’s go!!!