Un buon Aversa...rio

Esultanza rossazzurra a fine partita

Esultanza rossazzurra a fine partita 

Max Licari sul successo contro i campani. Tre punti ok, ciò che più conta. Cuore Rapisarda, mediana in difficoltà senza Rizzo.

La prima volta…

Obiettivamente, la prima volta in questo girone d’andata prossimo alla conclusione in cui si possa dire che i rossazzurri non abbiano del tutto meritato i tre punti. Se il calo fisiologico, sotto il profilo atletico “in primis” e tecnico-tattico “in secundis”, evidenziato dalla truppa allenata da mister Ferraro lo si era riscontrato già da qualche settimana, il match interno giocato contro il pimpante Real Aversa fa registrare la prestazione più opaca della stagione che ne certifica almeno la rilevanza contingente. Il dato che deve maggiormente confortare, dunque, è costituito dall’ennesimo successo interno conseguito “a corto muso” da Lodi e compagni; tre punti fondamentali che consentono al Catania di mantenere le più dirette inseguitrici, Locri e Lamezia, a 11 punti di distanza, con una gara in meno da disputare. Unicamente questo, adesso, conta: rendere stabile e serena la rotta verso la promozione. Solo le grandi squadre, del resto, riescono a vincere soffrendo o, magari, giocando maluccio. Significa che all’interno del gruppo esistono valori morali e caratteriali notevoli. Questa è la considerazione più importante che deve guidare l'analisi critica relativa al mondo rossazzurro, non bisogna mai, mai dimenticarlo, altrimenti si rischia di smarrire la strada maestra. Per il resto, pur facendo annotare in tabellino tre o quattro nitide palle gol complessive, compresa la rete “della liberazione” siglata dal sempre positivo Rapisarda, gli etnei mostrano la corda rispetto alla freschezza atletica di un avversario capace, pur in inferiorità numerica a partire dal 40’ a seguito dell’espulsione per doppio cartellino giallo comminata dal signor Gavini al difensore Nespoli, di reggere botta a livello psicologico e, nella ripresa, mettere sotto un troppo compassato Liotru, mettendo a referto non meno di tre clamorose occasioni da rete, di cui un paio fallite incredibilmente da Gassama, peraltro uno dei migliori in campo, come attestato dall’applauso tributatogli dallo stadio all’atto della sua uscita dal terreno di gioco al minuto 82. Onestà intellettuale vuole che si sottolinei come, se nelle tre precedenti gare giocate leggermente sotto tono e concluse con i due pareggi di Lamezia e San Cataldo, inframezzati dall’altra vittoria di misura ottenuta contro l’Acireale, il Catania avesse comunque sempre meritato, pur non nell’ambito di una prestazione “sontuosa”, più dell’avversario, quasi mai pericoloso (eccetto che nei primi 20’ della trasferta calabra), sempre rintanato nella propria metà campo e praticamente mai in grado di tirare verso la porta di Bethers, di contro, in occasione della sfida contro i campani ottimamente allenati da mister Maschio, la prestazione si sia rivelata meno incisiva e, soprattutto, si sia lasciato troppo spazio alle trame di gioco orchestrate da D. Russo, Del Prete, Formicola, Cavallo e Gassama, commettendo, inoltre, qualche errore in eccesso, potenzialmente letale, in difesa. Peraltro, il reparto in cui si è sofferto maggiormente risulta certamente la mediana dove Ferraro, privo dell’insostituibile Rizzo, ha lasciato in campo per tutti i 90’ un Lodi in chiara difficoltà atletica e un Vitale che necessiterebbe almeno un turno di riposo, avendo fin qui encomiabilmente tirato la carretta. Con il solo Palermo a cercare di rincorrere i più brillanti dirimpettai, ci si è trovati spesso “tagliati a metà” anche in superiorità numerica e ciò deve far riflettere tecnico e società, considerato che il mercato invernale per i dilettanti è in corso e per i professionisti sarà attivo da inizio gennaio. A centrocampo qualcosa, per stare “tranquillissimi”, si dovrà fare. E non solo in direzione dell’indispensabile 2004 di talento da utilizzare come alternativa all’ora spossato Vitale, ma anche in quella di un profilo over di sostanza in grado di sostituire in regia Lodi oppure Rizzo all’occorrenza (se, come sembra, Bani non convince Ferraro): non si può dipendere dalla presenza in campo di un insostituibile come il mediano messinese, nemmeno se hai un grande vantaggio in classifica. In definitiva, in difesa e in attacco le alternative ci sono e si può discutere al massimo del rendimento nella singola partita di questo o quell’interprete, in mezzo manca qualcosina e siamo sicuri che la società, sempre prontissima in tal senso, interverrà tempestivamente.

 

Cuore Rapisarda

Riteniamo che le scelte di mister Ferraro, alla luce del forfait di Rizzo, siano logiche. Difesa confermata, dentro Palermo, sostituto naturale del “sette polmoni” rossazzurro, necessario turnover in avanti, visto il periodo non brillantissimo di Sarao e Sarno, nonché la non perfetta condizione di Russotto. La scelta del duo Jefferson-De Luca, a comporre con Forchignone (Chiarella non ancora al massimo) il trio d’attacco, ci sta tutta. Il primo tempo, tutto sommato, mostra un Catania propositivo, sebbene evidentemente più compassato rispetto allo speculare 4-3-3 approntato dal Real Aversa. Sono almeno tre le grosse occasioni create dai rossazzurri, grazie a Forchignone, Jefferson e Rapisarda, stoppati dalle buone parate del portiere ospite A. Russo. Da notare, in ogni caso, come anche i campani non subiscano passivamente, portandosi in un paio di occasioni potenzialmente a rendersi pericolosi dalle parti di Bethers con l’indiavolato Gassama. La già ricordata espulsione, a 5’ dal termine della prima frazione, di Nespoli, tuttavia, sembra indirizzare nettamente la gara dalle parti dei crateri dell’Etna. Sembra… La ripresa si apre con l’ingresso di Boccia per Somma (Castellini, come di consueto, si sposta al centro della difesa) e Russotto per Forchignone, a testimonianza di una certa insoddisfazione di Ferraro. Il cambio dona maggior propensione al dribbling e al cross sulla sinistra, dalla parte proprio dell’ala romana, che al 50’ manda in rete De Luca, pescato in un improbabile fuorigioco dal mediocre collaboratore di linea operante sotto la Tribuna B. Al 52’ Boccia serve Lodi che invita al tiro da posizione favorevole Rapisarda, ma la conclusione risulta centrale. È il miglior momento del Catania che, al 59’, passa con lo stesso terzino destro catanese, abile a rifinire da due passi una sponda di Jefferson su preziosa punizione di Lodi. Ecco, da questo momento in poi, il calo fisico appare netto. In dieci contro undici, il Real Aversa sale in cattedra, prendendo in mano le redini del centrocampo contro un Catania troppo arretrato di baricentro rispetto alle esigenze della partita. I cambi di Maschio donano ulteriore verve agli ospiti, che sfiorano due volte clamorosamente il gol con Gassama intorno al 70’, per poi tenere in grosse ambasce la non perfetta difesa etnea (il solo Lorenzini rimane sempre lucido) fino all’ultimo minuto, come si può evincere dalla nitida occasione sprecata da Passariello (stoccata alta sopra la traversa da buona posizione) quasi al 90’. Il fischio finale (dopo 5’ di recupero) dell’arbitro appare ai 14.000 fratelli rossazzurri presenti all’interno del glorioso impianto del quartiere Cibali come una autentica liberazione. Se Russotto, al tirar delle somme, risulta uno dei migliori per incisività in avanti, non si può dire che gli altri cambi di Ferraro abbiano contribuito a mutare la situazione di inferiorità atletica in campo. In particolare, i tre over entrati negli ultimi venti, venticinque minuti, Bani, Sarno e Sarao sono apparsi anch’essi un tantino a corto di fiato. Onore, però, al team campano, davvero una bella squadra, fra le migliori ammirate al “Massimino”; comunque bravi i rossazzurri a resistere in condizioni di oggettiva difficoltà e a conquistare i cruciali  tre punti in palio. Per il bel gioco ci sarà tempo, adesso contano “i maccheroni”.

 

In Cilento servirà un Catania più tonico

Se gli etnei vorranno “spezzare” la serie di tre pareggi consecutivi ottenuti lontano dalle mura amiche, a Santa Maria del Cilento, sedicesima e penultima giornata del girone d’andata, dovranno mostrare un tono atletico e una “brillantezza” diversi, più vicini a quanto fatto vedere fino a qualche settimana fa. Rientrerà Rizzo e non sarà poco. Tuttavia, ci attendiamo dagli uomini di maggior peso tecnico, in specie dalla trequarti in avanti, una incisività più marcata. Si dovrà sentire la grande differenza di valori in campo nei confronti di una compagine non certo veleggiante nei mari caraibici dell’alta classifica… La fiducia rimane intatta. Let’s go, Liotru, let’s go!!!