Sottovuoto "Pinto"

Antonio Piccolo: gol, sostanza e qualità...

Antonio Piccolo: gol, sostanza e qualità... 

Max Licari sulla sconfitta del 'Pinto'. Male Confente, Dall'Oglio e il modulo. Cambi ritardati. Bene Piccolo e Manneh.

Una sconfitta che deve far riflettere
Questa volta, con onestà intellettuale, è necessario affermare come sia il tecnico, sia i giocatori rossazzurri abbiano “toppato” la gara. Ciò, al di là del fatto che il Catania avrebbe potuto benissimo pareggiarla, avendo fallito un rigore con Sarao e non avendo ottenuto, a tempo scaduto, un clamorosissimo penalty (non clamoroso, si noti bene, clamorosissimo) dal tragicomico arbitro Perenzoni, in virtù di un vistoso calcione rifilato in piena area da Izzillo al subentrato Rosaia. Il nuovo anno, dunque, in attesa dell’auspicato avvento dell’Era Tacopina, comincia con una sconfitta, che interrompe una “corsa” sostanziata da ben otto risultati utili consecutivi, nonché con qualche legittimo interrogativo sulla composizione dell’organico in relazione al mercato, in specie da centrocampo in su. Le prestazioni, per esempio, di Dall’Oglio (disastrosa) e di Reginaldo (impalpabile), unite alla conferma delle difficoltà stagionali di Biondi, al di là del buon assist fornito a Piccolo in occasione del pareggio etneo, suggeriscono a Pellegrino, ed evidentemente al nuovo management “tacopiniano”, una strada ben definita: se veramente si vorrà rinforzare sin da subito questa rosa, in vista di playoff comunque da protagonisti, in mediana e in attacco serve qualcosa di più qualitativo. E, lo ripetiamo, a prescindere dal risultato odierno, negativo, al cospetto della terz’ultima in classifica; una sconfitta che, lo sappiamo, in Serie C e in questi stadi (al “Pinto” il Catania non ha mai vinto), può sempre scapparci indipendentemente dai valori effettivi delle squadre in campo. Del resto, i rossazzurri rimangono lì, in piena zona play-off insieme a Catanzaro e Foggia (calabresi "stoppati" dalla nebbia che ha portato alla sospensione della gara con la Viterbese, mentre i satanelli scenderanno domani in campo nel posticipo interno con la Juve Stabia), ad un punto da Avellino a Teramo (che hanno pareggiato ieri nello scontro diretto), non è un problema di graduatoria, in ogni caso buona.

Il tridente non funziona
Le intenzioni di mister Raffaele, conscio della superiorità tecnica dei suoi uomini, appaiono lodevoli. Squadra offensiva fin dal primo minuto, addirittura con Biondi esterno di centrocampo e il tridente Piccolo-Sarao-Reginaldo a pressare alto. Tuttavia, sebbene i rossazzurri comincino con il piglio giusto, la Casertana si mostra fin dagli albori del match ben “arzilla” sulle gambe, tonica a centrocampo (con l’onnipresente Izzillo) e pronta alle ripartenze, grazie all’innesto del nuovo acquisto Turchetta a far da spalla al capocannoniere Cuppone, una punta “di categoria” veramente interessante. Così, non stupisce che, alla prima occasione, i padroni di casa facciano centro. Male la difesa del Catania, priva di Claiton, sul cross di Pacilli che trova al 17' l’incornata solitaria a centro area proprio di Turchetta: niente da fare per un Confente sembrato immediatamente in difficoltà nelle uscite. Ma gli etnei trovano la forza di pareggiare immediatamente (20'), con una bella azione, sull’asse Zanchi-Sarao-Biondi: il “catanesino” porge la palla a Piccolo per la stoccata vincente dal limite dell’area. Prima rete in rossazzurro per l’ex Cremonese. A onor del vero, il Catania tenta per tutto il primo tempo di tenere il pallino del gioco in mano, ma sono i rossoblù campani a rendersi maggiormente pericolosi nelle voragini lasciate a centrocampo da Dall’Oglio e Biondi, non aiutati dai rientri di un fiacco Reginaldo: in un paio di occasioni Cuppone e Turchetta vanno vicini al gol. Il problema si evidenzia proprio in mediana. Il solo Welbweck, ancora una volta commovente in fase di recupero palla, non può bastare a reggere il centrocampo, se accanto si ritrova un inesistente e deleterio Dall’Oglio (sbaglia tutto quello che vi è da sbagliare in fase tecnica e tattica) e un Biondi troppo fragile nei contrasti. Ci saremmo aspettati, fin dall’inizio della ripresa, i cambi poi avvenuti tardivamente: Rosaia e il vivace Manneh per Dall’Oglio (peraltro ammonito) e l’inconcludente Reginaldo. Invece, Raffaele si ripresenta con l’undici iniziale. E sbaglia. Il Catania prende gol quasi subito (nell’occasione, chiara la “papera” in uscita di Confente su Carillo, abile a deviare un cross da corner) e la gara si complica. I rossazzurri faticano maledettamente in mediana e continuano a imbarcare ripartenze fin quando, ancora senza che siano intervenuti correttivi dalla panchina, beccano il terzo gol che non chiude il match (il Catania avrebbe poi avuto le occasioni per pareggiarla), ma di fatto consegna la vittoria finale all’undici di Guidi. Al 65’, Cuppone, imbeccato da una percussione centrale di Izzillo sulla quale Dall’Oglio e Welbeck “dormono”, si propone in un delizioso “scavetto” che supera Confente. Ecco, il “peccato originale” sta sicuramente nell’aver proposto i cambi suddetti solo dopo aver subito il terzo gol, giacché successivamente il Catania appare molto meglio messo in campo e, fino al termine del match, gioca praticamente a una porta. Particolarmente proficua si rivela l’ingresso in campo del giovane gambiano, fra i più in forma al momento, che “spacca la partita”. Al 68’, Sarao (non ci pare proprio un rigorista…) si fa parare da Avella un calcio di rigore susseguente a un netto fallo di mano in area di Konate. Al 74’ la seconda rete consecutiva dello stesso Manneh, bellissima, in virtù di un perfetto triangolo con Piccolo: impeccabile il tocco a tu per tu con l’estremo difensore dei “falchetti”. Da quel momento in poi, anche grazie all’innesto di Albertini a una decina di minuti dalla fine, il Catania spingerà con forza per ottenere il pareggio, procurandosi anche pericolose mischie in area avversaria, senza tuttavia trovare il guizzo vincente, al “netto” (ovviamente) del sacrosanto rigore negato da Perenzoni a tempo scaduto. Un vero peccato. Una sconfitta che si sarebbe potuto evitare, magari, facendo sostituzioni più sollecite. Dovrà servire da lezione.

Con il Foggia al “Massimino” per il riscatto
Sotto lo sguardo di Tacopina (che, come da più parti ventilato, dovrebbe assistere al match dagli spalti, dopo aver firmato il preliminare di contratto che, con tutta probabilità, aprirà ufficialmente la prima, storica “stagione americana” alle falde dell’Etna), i rossazzurri dovranno, al “Massimino”, riscattare questo passo falso, indipendentemente dal fatto che dal mercato possa giungere qualche rinforzo. Questi ragazzi dovranno confermare di essere una squadra vera, al cospetto dei rossoneri pugliesi, autentica rivelazione di questo girone d’andata. Non si potrà sbagliare… Let’s go, Liotru, let’s go!!!