Lucarelli: "Con coerenza punto sulla forza del gruppo"

Convenevoli iniziali tra i due tecnici

Convenevoli iniziali tra i due tecnici 

Le parole del tecnico rossazzurro raccolte in sala stampa

PRESTAZIONE MASCHIA
"Avevo attaccato i giocatori dal punto di vista caratteriale dopo Caserta, quindi una prestazione così “maschia” me l’aspettavo e sono contento sia per questo, sia per il risultato, in proiezione futura (vantaggio negli scontri diretti). Sono un pochino meno contento per il secondo tempo, quando abbiamo smesso di fare la partita, ma mi è piaciuto come abbiamo saputo soffrire e come abbiamo saputo respingere il Lecce, con spirito di sacrificio. Dobbiamo cercare di fare sempre la partita ma il Lecce non è un avversario qualunque. Per onestà intellettuale devo dire che è la squadra più forte del campionato, dal momento che l’anno scorso rispetto a noi ha fatto 27 punti in più e si è rinforzata con tre acquisti di spessore come Di Piazza, Di Matteo e Armellino. Questa però non era la partita che valeva un campionato, anche se una sconfitta avrebbe creato malumori. L’anno scorso ho seguito l’Alessandria che era a +12 sulla Cremonese, che poi ha conquistato la promozione, lo stesso Lecce si è fatto rimontare dal Foggia. Ho detto ai ragazzi: abbiate la curiosità e la follia di misurarvi con voi, per capire se questa squadra è realmente più forte".

VISTO IL CATANIA CHE VOGLIO
"Abbiamo fatto un pressing altissimo, mandando Lodi su Arrigoni. Nei primi 45’ ho visto il Catania che voglio, che impone il suo gioco, anche se dobbiamo migliorare sui cross. Sono stato coerente: ad oggi sono riuscito ad utilizzare 23 giocatori su 25, mancano solo Martinez e Rossetti. Per me ci sono due giocatori per ogni ruolo e la formazione la fanno loro, sulla base del loro lavoro settimanale. Sarebbe più facile scegliere 14 giocatori e valorizzare soltanto quelli, ma io ho deciso di fare diversamente. Se riusciamo a tenere tutto il gruppo sulla corda si alzano i ritmi degli allenamenti, è come se ogni giorno facessimo una partita di Serie C e dobbiamo essere felici di questo. I giocatori fino ad un’ora e mezza dalla partita non sanno la formazione e questo ci permette di tenerli tutti pronti".

3-5-2: LA NOSTRA IDENTITA'
"Volevamo sfruttare di più gli esterni, quindi avevamo bisogno di mezzali che avanzassero meno, per consentire a Russotto di attaccare la profondità, visto che è molto più veloce di Cosenza e Drudi. Alzando Lodi sul primo pressing avevo bisogno di Caccetta e Biagianti che ci permettessero di reggere a metà campo, essendo tatticamente intelligenti.
Il Catania si è affidato alla vecchia guardia, che però si è accorta che è molto più facile giocare in Serie A che in Serie C e Lodi, Biagianti e Marchese sono stati bravi a calarsi nella categoria. Il modulo ideale per affrontare il 4-3-3 è il 4-3-1-2, ma quando l’ho usato in coppa la squadra non mi è piaciuta allo stesso modo. Non cestiniamo questo modulo perché dobbiamo essere sempre pronti a cambiare, ma credo che la nostra vera identità sia giunta fuori col 3-5-2. L’ho riproposto con piccoli accorgimenti rispetto a Caserta, dove non riuscivamo a galleggiare tra gli esterni di difesa e le mezzali. Se avessi allenato una squadra di metà classifica sarei stato felice della prestazione di Caserta, ma allenando il Catania non potevo esserlo; eppure siamo stati più di 75’ nella metà campo avversaria. Le uniche difficoltà ce le siamo trovate da soli, perdendo palla a centrocampo. Non mi sono attaccato al calcio di rigore netto che c’era su Russotto. Io voglio che questa squadra abbia un’unica identità in casa e fuori. Con squadre che giocano a viso aperto come il Lecce possiamo diventare devastanti, ma non ce ne saranno tantissime e quindi dobbiamo avere la pazienza di fare le cose che abbiamo nelle nostre corde, costringendo gli avversari a rincorrerci"
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A FRANCAVILLA...
"A Caserta forse ho sbagliato io, volevo delle risposte troppo presto. Per Francavilla evito di ripetere che bisogna vincere, abbiamo bisogno di rimanere sereni se non riusciamo a sbloccare il risultato. Chi l’ha detto che al 60° devono saltare gli schemi? Dobbiamo essere squadra dal primo all’ultimo minuto. Dobbiamo alzare questo minutaggio, anche se i nostri attaccanti ancora non stanno benissimo e abbiamo fatto una preparazione improntata a farci trovare pronti ad aprile e maggio: in ritiro guardavo i calciatori ed ero io a sentirmi stanco. Un pizzico d’entusiasmo non guasta, ma mi preoccupa di più l’ansia da prestazione della gara di trasferta, non dobbiamo farcene una malattia. Anche voi giornalisti dovete darci una mano in questo senso, noi dobbiamo fare una prestazione positiva, giocando bene e riproponendo quanto facciamo in allenamento. Quando ero calciatore ho avuto allenatori che mi hanno fatto capire che i risultati arrivano attraverso il gioco e non con l’occasionalità. Una squadra che vuole vincere il campionato almeno 6-7 vittorie esterne le deve fare, noi dobbiamo arrivarci tramite il gioco e non farci prendere dall’ansia".