Paga...Nemesi

Baldini, sconfitta che fa male...

Baldini, sconfitta che fa male... 

Max Licari sull'incredibile sconfitta di Pagani. Troppi errori, perplessità a centrocampo, non solo sfortuna.

Non solo sfortuna
Derubricare questa dolorosissima sconfitta di Pagani, al termine di una partita incredibile, alla categoria “accidenti della sorte” non sarebbe una fotografia oggettiva della realtà e, soprattutto, non farebbe il bene del Catania. I rossazzurri non escono a mani vuote dal “Torre” solo per i colpi malefici della Dea Bendata o per le pur ottime parate di Baiocco oppure per il tiro della domenica di Diop, ma per precisi limiti tecnici e di personalità evidenziati nel corso di tutto il match. La realtà è che se non riesci a vincere una gara con un rigore a favore e l’uomo in più per una quarantina di minuti, non azzecchi granché i cambi in corsa e ti fai uccellare da un tecnico avversario che mostra il coraggio di tenere in campo due attaccanti, in inferiorità numerica e in una categoria da “macellai del pallone”, allora la punizione finale, forse, te la sei andata un po' a cercare con il lanternino! Attenzione, non stiamo dicendo che il Catania abbia perso meritatamente, perché sarebbe ingiusto e non vero. Ai punti, questa partita sarebbe dovuta concludersi con tre gol di scarto per gli etnei, per numero di occasioni create e mole di gioco sviluppata nella metà campo avversaria. Tuttavia, il Catania ha evidenziato determinate lacune a metà campo, qualche amnesia in difesa (in specie in occasione del gol) e una certa incapacità a finalizzare, sebbene, come detto, il portiere della Paganese, non certo una sorpresa per chi conosce questi campi “danteschi” della terza serie, abbia disputato la gara della vita, prendendo davvero di tutto. Per questo, ci ha fatto piacere non aver sentito da Baldini una disamina incentrata sulla casualità, ma un approfondimento sulle carenze di questa squadra, lasciando da parte la malasorte. Che il Catania non sia la compagine migliore del campionato lo sanno anche i muri, ma è sicuramente più forte della Paganese, soprattutto se quest’ultima gioca in dieci. Perdere in queste condizioni non può essere contemplato e, se lo fai, vuol dire che hai problemi da risolvere. A dir la verità, dopo un primo tempo “normale”, in cui l’undici di Baldini aveva gestito la situazione e sprecato un paio di occasioni con Ceccarelli, ancora una volta il migliore, concedendo poco a Castaldo e compagni (per lo più rintanati nella propria metà campo), l’inizio della ripresa ci aveva tranquillizzato. Pressing convinto, tre occasioni nitide per passare in vantaggio (incredibile quella fallita da Sipos) e un rigore procurato da Russotto, con espulsione di Sussi per doppio giallo. Il Catania stava facendo quello che doveva fare contro un avversario palesemente inferiore. È ciò che accade dopo il rigore fallito da Ceccarelli (bravo, comunque, Baiocco a respingere sul palo) che deve farci riflettere. Molto. I rossazzurri hanno continuato a ruminare calcio in mezzo, dove i problemi sembrano più corposi, senza trovare la convinzione di affondare i colpi, con l’aggravante di sostituzioni che, questa volta, ci hanno lasciato perplessi, Togliere il migliore, Ceccarelli, per inserire un Piccolo in palese ritardo di forma non ha fatto bene alla squadra, per esempio. Pure l’idea di sostituire sostanzialmente tutto l’attacco (Russini per Russotto e Moro per Sipos) ci ha lasciato francamente interdetti. Non che Russotto stesse maradoneggiando (anzi, ancora ci appare abbastanza fuori condizione) o che il giovane croato stesse rubando l’occhio, ma comunque si trattava di presenze costantemente pericolose nell’area avversaria. L’impressione è che si siano persi indispensabili punti di riferimento nel momento cruciale del match. Probabilmente, si sarebbe potuto intervenire a centrocampo, dove il solo Provenzano, seppur meramente a livello di sostanza, ha raggiunto la sufficienza. Oppure sull’esterno sinistro difensivo dove, come al solito, Pinto ha cominciato la stagione senza alcuna sostanza atletica, confermando come debba lavorare (e tanto) per recuperare una forma fisica accettabile. Insomma, si è avuta la netta percezione che i cambi abbiano in qualche modo scombussolato una squadra che, tutto sommato, stava facendo la partita. E, quando sbagli, poi vieni punito, soprattutto se i tuoi avversari godono del celebre “effetto cambio allenatore”, materializzatosi nella buona stella (e usiamo un eufemismo, perché questa vittoria della Paganese equivale a un sei al Superenalotto) del “figliol prodigo” Grassadonia. La Nemesi si è concretizzata nella girata incredibile di Diop (complice una marcatura di Ercolani non ineccepibile) al 69’, senza poi riuscire, negli ultimi 20’, a trovare il bandolo della matassa. Solo confusione e qualche occasione in mischia dove Baiocco si è superato (in specie su Greco nel finale). Cross sempre sballati da destra (Calapai) e sinistra (Pinto), un Moro poco servito e difficoltà a trovare le linee di passaggio giuste, malgrado l’ingresso in campo di forze giovani e fresche come Biondi e lo stesso ragazzo malgascio. E, in special modo, poca personalità e poca gamba negli uomini chiave: Maldonado, Piccolo, Pinto. Bisogna rifletterci sopra e bisogna farlo bene, perché mercoledì si va a Catanzaro in Coppa e domenica si gioca con il Bari in casa. E i tre punti finora conquistati non sono tre, ma uno nel migliore dei casi. Non vi è bisogno di ripeterne il motivo.

Centrocampo in affanno
Il reparto di mezzo ci sembra quello più in ritardo e meno qualitativo. Maldonado, purtroppo, è ancora lontano dagli standard degli ultimi due mesi dello scorso campionato e il duo Provenzano-Rosaia garantisce una certa sostanza, ma poca qualità, sia nei passaggi sia negli inserimenti. In buona sostanza, se non gira l’ecuadoriano, ci si deve affidare solamente alla verve di Ceccarelli o Russotto, a supporto di una punta centrale come Sipos, peraltro depositaria di caratteristiche specifiche. Noi ci penseremmo, davvero, a inserire almeno un paio di ragazzi con gamba diversa. Ci riferiamo a Biondi e Greco, il quale nel finale, con un’incornata in piena area, avrebbe potuto pareggiare l’incontro. Ci sembra abbia la qualità che manca: andare dentro senza palla, scompaginando le difese avversarie. Gli esterni, qualora Piccolo dovesse crescere, ci sono; serve il resto. Anche lo stesso Sipos non ci è dispiaciuto. Ha sbagliato un gol, ma il lavoro di sponda lo ha fatto. Bisogna aspettarlo e dargli fiducia; mentre Moro ci pare ancora un po’ acerbo. Certo, la squadra mostra limiti e una certa incompletezza, ma lo sapevamo. Forse si può ancora intervenire nel mercato degli svincolati (bisognerebbe, però, capire come si concluderà la vicenda Estrella), ma con quello che c’è dentro, probabilmente, si può far meglio. Ancora Baldini non ha trovato la quadra, anche a livello di scelte, questo è un dato reale. A lui il compito di farlo nel più breve tempo possibile. Una squadra con i problemi complessivi del Catania, infatti, non può correre il rischio di farsi risucchiare nella lotta per non retrocedere, giacché a livello psicologico sarebbe devastante. E, sotto il profilo meramente numerico (leggasi “classifica”), al momento il rischio c’è e non bisogna sottovalutarlo.

Catanzaro e Bari, due big da affrontare con determinazione
Giocare le prossime due gare contro le due favorite del campionato, sebbene in Calabria si vada per la Coppa, potrebbe produrre due risvolti antitetici: o fornire stimoli importanti a questi ragazzi in direzione di un miglioramento generale della condizione psicofisica oppure dare un ulteriore colpo alla fiducia e all’autostima della squadra, considerata la forza oggettivamente superiore degli avversari. Noi ci auguriamo che Baldini riesca a trovare il bandolo della matassa, compiendo scelte adeguate alla bisogna. Anche l’ambiente, legittimamente piuttosto depresso al momento, lo richiede. Altrimenti, la situazione si complicherebbe molto, moltissimo. Ci vuole forza d’animo. Let's go, Liotru, let's go!