'Mbare Luca, sei una Potenza!

Moro, sedici metri sopra il cielo...

Moro, sedici metri sopra il cielo... 

Max Licari sul successo contro i lucani. Moro inarrestabile, Greco indispensabile, Russotto redivivo. Ora, palla alla Sigi...

Moro 16
Si doveva vincere e lo si è fatto. Solo questo contava. Contava muovere la classifica, anche in previsione dell’ineluttabile penalizzazione. Contava riacquistare l’autostima minata dalle due ultime incredibili sconfitte subite in extremis. In aggiunta a ciò, come sempre nel caso del Catania di questa stagione, lo si è fatto con merito. Se c’è una squadra cui spettano i tre punti per quanto prodotto in campo, quella è il Catania. Un dato incontrovertibile testimoniato dalla cifra di gioco e dalle (tante) occasioni da rete inanellate nel corso del match. Un plauso, comunque, al Potenza, per aver tenuto in bilico la partita fino al 94’, profondendo sul terreno di gioco tanta grinta e conseguente attaccamento alla maglia lucana, così da rendere onore alla folta e correttissima presenza di tifosi rossoblù presenti al “Massimino”. Certo, il limite ineludibile del Catania si è palesato anche in questo inaspettatamente assolato pomeriggio etneo: se, al 92’, Sessa avesse messo dentro, da favorevolissima posizione, la palla del pareggio, i ragazzi di Baldini sarebbero piombati nella depressione più profonda, soprattutto al culmine di un match dominato in cui gli avversari avevano indirizzato pochi tiri (fra cui il gol di Ricci al 72’) verso la porta di Sala. Meno male che, per una volta, la Dea Bendata ha voluto sorridere benignamente al Liotru, altrimenti… Altrimenti, per l’ennesima volta, si sarebbe mortificata, con gravi errori difensivi, una buona (seppur non eccelsa) prestazione. Meglio così. Ovviamente, le luci della ribalta vanno tutte a illuminare Luca Moro che, con la doppietta rifilata a Marcone, sale alla stratosferica cifra di 16 reti in 16 giornate. Ma, attenzione, il gioiellino del Padova non ha in pratica giocato le prime due gare e ne ha saltate altre due a causa della convocazione nella Nazionale Under 20, peraltro onorata con la prima segnatura in azzurro. Un “mostro” di vent’anni che, dobbiamo dirlo con obiettività, non avevamo mai visto a Catania manifestarsi con tale fragorosa incisività. Fatte (per ora, ma solo per ora…) le debite proporzioni di categoria, ci sembra che abbia maggiori possibilità di affermazione nel calcio che conta di un centravanti come Maxi Lopez, il quale già ha comunque calcato le verdi praterie del “Camp Nou” o del “Meazza” con le maglie di Barcellona e Milan. La realtà è che, agli occhi di chi “mastica” un minimo di calcio, questo centravanti completo sotto il profilo tecnico e fisico, freddo sotto porta e depositario di margini di miglioramento addirittura inesplorati, non c’entra proprio nulla con la categoria. È un’altra cosa e se ne sono accorti (ahinoi) gli avversari, pronti a dedicargli marcature “ad hoc” (come quella di Matino), oltre che sovente “inclini” alla classica “mazzolata palla o piede” da dedicare a chi troppa superiorità mostra sul terreno di gioco. Anche contro il Potenza ‘mbare Luca ha evidenziato grande… potenza! Infallibile dal dischetto in occasione del gol del vantaggio, implacabile sotto porta nel tap-in decisivo del raddoppio, una presenza costante in area avversaria, nonché assai generoso in ripiegamento e nelle sponde per l’inserimento dei compagni. Insomma, un alieno rispetto alla Serie C. A lui, in futuro, l’onere di dimostrare di non essere un fuoco di paglia e di valere i palcoscenici più importanti. Noi un’idea ce la siamo già costruita, però, ed è facilmente intuibile… Il match vinto contro i lucani di mister Trocini ha, inoltre, ribadito l’assoluta indispensabilità in mezzo al campo di un altro ragazzo terribile, Freddi Greco, protagonista di una prestazione maiuscola in termini di dinamismo, e messo in evidenza (finalmente) il Russotto decisivo che vorremmo sempre vedere. Il numero 7 rossazzurro, entrato in campo per l’acciaccato Russini già nel corso della prima frazione, ha approcciato con la testa giusta la gara, procurandosi il rigore che sblocca il risultato e scagliando, poi, il tiro ribattuto da Marcone successivamente insaccato da Moro per il 2-0 che dona un minimo di “tranquillità” alla squadra. A quota 22 si viaggia più sereni, indubbiamente. Questi tre punti dovranno, tuttavia, costituire il necessario prodromo a una definizione positiva delle complesse vicende societarie, giunte al “redde rationem”. Nelle due prossime settimane l’attuale società dovrà mostrare alla città la volontà concreta e fattiva di consentire la prosecuzione di 75 anni di storia. E comunicarlo, con “carte” di prima mano al Tribunale, in previsione della decisiva data del 21 dicembre. Alternative non ve ne sono. Il fallimento sarebbe di prammatica.

Un 4-2-4 coraggioso
Sinceramente, chi scrive non pensava che Baldini avrebbe riproposto la formula a due punte vista (bene) nel secondo tempo di Taranto; non foss’altro perché il 4-3-3 è il “marchio” di fabbrica del tecnico toscano e il lavoro finora svolto è stato quasi sempre improntato a quel tipo di filosofia tattica. E, invece, l'allenatore ex Trapani ha puntato ancora sui due giovanissimi “corazzieri”, piazzando alle loro spalle due ali come Ceccarelli e Russini. A fare legna, in mezzo, chiaramente non poteva essere schierato il lento Maldonado (rimasto in panchina per tutto i 90’), ma due centrocampisti di "gamba" come Rosaia e Greco. A sorpresa, dentro anche Ropolo al posto di Zanchi, forse perché l’ex terzino del Pontedera presenta caratteristiche maggiormente difensive rispetto al laterale difensivo del Rieti. Il Catania ha, come di consueto, premuto sull’acceleratore fin dall’inizio, rendendo ancor più evidenti le difficoltà a creare gioco del modesto Potenza, testimoniata da una classifica asfittica (14 punti) e da una differenza reti assai negativa (adesso a -12). In tutto il primo tempo, sono almeno quattro le occasioni fallite dal Catania da Moro, Sipos e Ceccarelli, mentre una sola volta Zagaria si presenta in maniera sufficientemente pericolosa in area etnea (bravo Monteagudo, nell’occasione). Molto bene Rosaia e Greco in mediana, ottimo il lavoro di Sipos e Moro a scambiarsi il ruolo di prima punta, con il croato tendenzialmente deputato a partire da dietro, al fine di fare da “ponte” per gli inserimenti del più tecnico compagno di reparto. L’infortunio di Russini, costretto a lasciare anzitempo (34’) il campo, non conduce Baldini a rivedere i suoi piani tattici, ma a proseguire sul “fil rouge” imbastito nelle strategie iniziali: dentro Russotto e Catania ancor più votato all’offensiva. Il giusto premio, come già ricordato in apertura di editoriale, è il rigore fischiato dal signor Ricci di Firenze per un’entrata pericolosa con i pugni sulla testa di Russotto da parte di Marcone. Impeccabile la trasformazione di Moro. Nella ripresa, Trocini cerca di motivare i suoi a creare grattacapi a Sala, spingendo al pressing la sua mediana a cinque (dinamica, seppur poco qualitativa in Zampa, Sandri e Coccia), ma è sempre il Catania a rendersi assai pericoloso con Sipos, prima di raddoppiare al 58’ ancora con Moro: grande apertura in verticale di Claiton (fra i migliori), stoccata in corsa di Russotto da buona posizione, respinta dell’estremo difensore ospite per il facile tap-in del centravanti in maglia numero 24. Implacabile. Il Potenza, messo alle corde, mescola le carte, inserendo Sepe e Banegas, ma è ancora Sipos, due minuti dopo, a non punire per la terza volta Marcone, a seguito di un eccezionale stop sulla trequarti con relativa rifinitura per Russotto di un Moro straripante; perfetto l’assist dell’ala romana per il croato che ciabatta un debole tiro verso la porta lucana. Ossigeno per i rossoblù, perché, si sa, il Catania un’occasione, anche se non hai combinato nulla per tutta la partita, te la regala sempre. Infatti, puntuale giunge la “punizione” al 72’: discesa di Sepe (male Calapai sulla destra), cross al centro e piattone di Ricci deviato a ingannare un incerto Sala a centro porta. E via con la classica sofferenza, quella maledetta ansia di non portare a casa il meritato premio che spesso attanaglia la compagine rossazzurra! Nemmeno il cambio di modulo (Izco e Albertini per Ceccarelli e Sipos) a una decina di minuti dal termine allevia il timore della beffa. Beffa che potrebbe, come detto, materializzarsi a tempo scaduto grazie al neoentrato Sessa, incapace di “bucare” Sala con lo specchio della porta completamente spalancato. Almeno stavolta si può gioire… Era ora.

Settimana decisiva in vista della trasferta di Latina
Il tempo sta finendo. Il tempo della dilazione, ovviamente. La prossima settimana dovrà dire ai tifosi, ma soprattutto ai tre consulenti del CTU, nonché al Tribunale, che intenzioni abbia la proprietà rossazzurra. Unica strada: ricapitalizzazione con relativo piano industriale, che si faccia con risorse interne o con l’apporto di finanza esterna, come farebbero intendere le famose interlocuzioni in corso con gruppi stranieri. Senza documenti certi (e denari sonanti), non si canterà messa. E si fallirà, ingloriosamente. Latina può attendere. Let's go, Liotru, let's go!!!