EpiStolando - Occasione persa

Ross Pelligra insieme alla mascotte al

Ross Pelligra insieme alla mascotte al "Massimino" 

Temi rossazzurri raccontati ad un lontano interlocutore.

Caro Tino,

tempo fa mi hai chiesto di aggiornarti sul Catania, visto che lì dove ti trovi non hai modo di poterlo seguire. Cercherò di tenere fede alla promessa, scrivendoti ogniqualvolta avrò qualcosa di significativo da raccontarti. Beh, dei risultati suppongo ne sarai già a conoscenza e su quelli non indugio. Oggi ti voglio parlare di aspetti che solo chi è sul posto riesce a respirare e - di riflesso - cogliere.

In primis voglio parlarti del presidente Pelligra. Per tanti motivi l'uomo giusto al posto giusto nel momento giusto. La Catania calcistica soffriva da anni sul piano economico e gestionale e sentiva il bisogno quasi disperato di trovare un proprietario dotato del portafoglio necessario per riaprire scenari di un certo tipo. Ma Ross Pelligra, ti assicuro, è molto di più del presidente munifico, oltre che capace di mettere in piedi un efficiente apparato organizzativo. Il suo carattere, la sua spontaneità, la sua disponibilità con la gente, soprattutto il suo linguaggio del corpo...ed anche il suo accento, sono tutti aspetti che hanno immediatamente creato un'empatia pazzesca con la tifoseria. Qualcosa che non avevo mai riscontrato negli ultimi 20 anni, cioè da quando seguo le vicende del Liotru. Certo, non ho vissuto l'era Massimino e mi dicono che, nei momenti di luna di miele, si era creato qualcosa di simile, ma credo che Pelligra rispetto al Presidentissimo abbia un doppio vantaggio: non è catanese e non vive a Catania. Questo sicuramente lo aiuterà a vivere con più distacco ed equilibrio i momenti difficili che inevitabilmente arriveranno, a differenza di Massimino, che subì sulla propria pelle, oltre ogni limite, le rogne legate alla gestione del club.

Bene, a questo punto penserai che in un contesto sportivo e societario del genere, nulla possa andare meglio. Beh...insomma. A tale rinnovamento non si è accompagnato quello dell'ambiente, che ha mantenuto intatti i suoi antichi vizi, arrivando persino ad accentuarli oltre modo in alcuni casi. Vengo e mi spiego. Non si è persa l'abitudine di sollevare polveroni ingiustificati e di promuovere cacce alle streghe. Ti faccio solo un paio di esempi, giusto per farti capire, con relativi nomi e cognomi (sforzo, quest'ultimo, che in molti continuano ad omettere, reiterando un altro vezzo poco lusinghiero al quale siamo stati nostro malgrado abituati).

Esempio numero 1: la scorsa settimana l'opinionista Luca Allegra ha pubblicato su Itasportpress un articolo - dichiaratamente di "satira calcisticamente scorretta" - nel quale esprimeva il proprio punto di vista sulla squadra, sulla società e su molto altro. Tra una frecciatina e l'altra, ha fatto parecchia breccia nel dibattito cittadino un passaggio dedicato a Pelligra ed in particolar modo ai suoi giri di campo al "Massimino", giudicati alla stregua di un "goffo pulcinellismo". Apriti cielo. Non si è fatta attendere la reazione di molti tifosi indignati che, tra muro e social, hanno sentito il bisogno di difendere il presidente da tale presunto attacco. Buona parte di essi operando in tal senso con toni e modi certamente non consoni ai canoni del confronto civile. Se vuoi la mia opinione, al di là di qualche imprecisione nella ricostruzione di tali episodi e non tenendo conto delle espressioni - volutamente, ritengo - boriose utilizzate dall'opinionista in questione, credo che si trattasse di una riflessione non banale che, in ogni caso, Allegra aveva tutto il diritto di manifestare. Credo altresì che Pelligra non abbia la necessità di usufruire di difensori d'ufficio. D'altronde, trattandosi di mera opinione, non vi era alcuna esigenza di difendere alcunché e chi riteneva legittimamente di doversi dissociare avrebbe potuto farlo in modo molto più sereno.

Passiamo all'esempio numero 2. Come ben sai soltanto di rado ho il tempo per seguire le varie trasmissioni locali, ma a quanto pare lunedì scorso a 'Corner' sono state espresse delle critiche nei confronti del gioco e delle prestazioni del Catania, che di riflesso investono mister Ferraro. Argomento, questo, che in realtà non rappresenta una novità, essendo stato trattato a più riprese da inizio stagione anche da altre realtà editoriali. Ad ogni modo, è scoppiato il finimondo e ti risparmio gli insulti alla categoria dei giornalisti (anche questi, caro Tino, non sono affatto spariti, tutt'altro). Analogamente a quanto accaduto nel caso dell'esempio numero 1, si è creato una sorta di insensato scudo con il quale numerosissimi utenti di fede rossazzurra hanno ritenuto di dover difendere l'allenatore e la società da tali critiche, nella migliore delle ipotesi manifestando la propria insofferenza ed allergia alle stesse. E tra un'offesa e l'altra, si è fatta avanti l'accusa, mossa nei confronti dei "critici", di voler "destabilizzare" l'ambiente e la società. A me, francamente, cadono le braccia. Non commetterò l'errore di aderire all'una piuttosto che all'altra fazione ed anzi ritengo che nel merito abbiano ragione entrambe. Hanno stra-ragione i tifosi ad anteporre i risultati - fin qui straordinari - a qualsiasi altra considerazione tecnica. Non sbagliano gli addetti ai lavori che sottolineano alcuni aspetti che appaiono migliorabili sul piano dello sviluppo delle partite e della gestione dell'ampia rosa a disposizione del tecnico. Quel che non comprendo è tutta questa esasperazione. Si poteva capire e giustificare di fronte ad un quadro societario e sportivo tetro come quello degli scorsi anni. Ma adesso, con un progetto sportivo e societario ambizioso, promettente e rassicurante, puntare il dito contro un giudizio contrario o "scomodo", mi sembra assolutamente fuori luogo e fuori dal tempo. Al riguardo ti faccio notare che, quando negli scorsi mesi organizzai una trasmissione su CalcioCatania.Com proprio sull'argomento del gioco del Catania, il solo fatto di averla annunciata scatenò una selva di reazioni ostili di persone che non gradivano che si affrontasse il tema, ancor prima che la trasmissione - nella quale si diedero invece giudizi positivi nei confronti del lavoro svolto fin lì dal mister - iniziasse. E non ti sorprendere, caro Tino, se anche oggi qualcuno non si soffermerà neanche a leggere questa lettera ma, limitandosi a scrutare il titolo "Occasione persa" associato all'immagine di Pelligra, comincerà coi soliti improperi.

L'occasione persa, da molti, è quella di godersi il momento, di essere all'altezza di un progetto con la P maiuscola, di accompagnarlo sostenendolo ed allo stesso tempo senza demonizzare l'occhio critico che, se c'è, non può che far bene e dare l'idea di una piazza che non si appiattisce su sé stessa ma che è in grado di sviluppare molteplici punti di vista e di farli convivere nel reciproco rispetto. Ti conosco e anticipo già la tua obiezione: "in fondo è solo un gioco, pensa al calcio giocato e fregatene del resto". Probabilmente hai ragione e credo che sia la scelta migliore, che può permettersi di fare chi si concentra quasi esclusivamente sui 90 minuti della domenica, li vive intensamente badando soltanto a quello che accade sul terreno di gioco e poi riparte con la routine settimanale che condurrà al prossimo match, senza prestare troppa attenzione al resto. In pratica, il tifoso comune. Per chi invece deve vivere il Catania ogni giorno e convivere, pertanto, anche con questi aspetti, ti assicuro che non è facile e c'è il concreto rischio di farsi passare il piacere. Ma mi conosci, Tino: anche nei momenti più difficili, cerco sempre di trovare qualcosa di buono, qualcosa di bello, che dia la forza per andare avanti. E quel qualcosa di buono e di bello, oggi, sono Luigi e Carmelo, giovani tifosi etnei, che domenica scorsa hanno reclamato il proprio spazio al microfono di Salvo Emanuele per esprimere il loro semplice, ma stupendo, pensiero: "Il Catania non ci lascerà mai".

Adesso ti saluto e spero di aggiornarti presto, magari trattando argomenti più leggeri!
Con affetto,

Enrico."