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L'arte dell'"io l'avevo detto" è di una tristezza infinita. Quando si fanno previsioni a profusione, ovviamente alcune si riveleranno errate ed altre esatte. La tendenza della mente umana è quella di dimenticare rapidamente le profezie errate e di ricordare orgogliosamente quelle azzeccate. Farsene un vanto è quanto di più meschino possa esistere, oltre che perfettamente inutile.
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Dire 'io l'avevo detto' non è un atto di superbia, ma la semplice constatazione di aver visto qualcosa che altri non vedevano.
Non si tratta di vantarsi, ma di riconoscere una capacità di analisi, un'intuizione che si è rivelata giusta.
Mi spiego meglio: ci sono persone che, grazie all'esperienza fattiva nel mondo del calcio , che possiedono intuito e ( pilu nda panza) ,riescono a leggere la realtà in modo diverso, a prevedere delle conseguenze che sfuggono alla maggior parte.
Quando poi queste previsioni si avverano, dire 'io l'avevo detto' non è un'offesa, ma la dimostrazione di aver avuto una visione corretta.
certe voci, anche se scomode o controcorrente, meritano attenzione.
Basta con l'ipocrisia. Ci scandalizziamo per nulla , mentre le vere ingiustizie ci scivolano addosso.
Perdiamo di vista la proporzione, il discernimento tra ciò che è veramente degno di indignazione e le futili apparenze.
Chi ha una visione più lucida, chi osa denunciare le cose che non vanno , non va criticato, ma ascoltato e valorizzato.
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