Verso il nuovo Catania: la deriva preoccupante della Pelligra-mania

 

Riflessioni sulla necessità di approfondire i business plan e sul fango social nei confronti degli altri gruppi...e non solo.

All'indomani dell'esclusione dal campionato del Calcio Catania S.p.A, con la prospettiva di dover ripartire dalla Serie D attraverso una procedura curata dall'amministrazione comunale ai sensi dell'art. 52 delle Noif, sembrava essere avvertita in modo unanime l'esigenza che il nuovo corso si basasse, ancor prima che su serietà organizzativa e disponibilità economica, sulla trasparenza, alla luce delle drammatiche vicende degli ultimi anni, che con la trasparenza avevano avuto ben poco a che fare. Questi buoni propositi, che hanno in parte accompagnato gli umori e le reazioni dei tifosi verso i primi nomi che si stavano affacciando alla partecipazione alla procedura esplorativa, si sono sciolti come neve al sole nel momento in cui è diventato di dominio pubblico l'invio della Pec con la manifestazione d'interesse, per il tramite dell'advisor Dante Scibilia, del Pelligra Group. E' bastata la presenza del noto commercialista, unita a qualche ricerca su Google sul volume d'affari del gruppo australiano, per trasformare i social in una vetrina di canguri, nella quale con autentica prostrazione si acclama a gran voce il nuovo proprietario del Catania e non si vogliono sentire più ragioni, né l'esigenza di approfondire questa ed altre proposte giunte a Palazzo degli Elefanti.

L'analisi del business plan è imprescindibile ai fini di una scelta ponderata
E' evidente pure a chi scrive che, sulla base dei pochi elementi a disposizione, la candidatura di Pelligra sembra avere molte marce in più rispetto alle altre ed allo stato non sembrano residuare dubbi su quella che sarà la scelta dell'amministrazione comunale. Poiché, però, il compito del giornalista è quello di porsi e porre domande, nonché di chiarire dei passaggi laddove non siano ben compresi, non ci si può esimere dal sottolineare che la corsa per il nuovo Catania non è una gara a "chi ce l'ha più lungo", per quanto le "dimensioni" contino (e mi si perdoni il doppio senso). Ciò che può e deve fare davvero la differenza è il business plan. Parlando in termini esemplificativi, in una sfida tra un magnate che ha un patrimonio di 30 miliardi di euro e presenta un piano di investimenti di 20 milioni per i prossimi quattro anni, ed un imprenditore che ha un patrimonio di 200 milioni di euro e promette di investirne 50, è evidente che sarebbe la seconda proposta, e non la prima, a dover essere preferita, nell'ottica del maggior interesse del soggetto che beneficia degli investimenti. L'esempio è volutamente estremo, ma mira a far capire che il compito dell'amministrazione è più complesso di quel che può sembrare e non può essere risolto, come molti vorrebbero, in dieci minuti o in pochi giorni sul solo presupposto della maggiore disponibilità economica di Pelligra (peraltro presunta, in quanto non si conosce nel dettaglio l'identità - e quindi la consistenza finanziaria - di alcuni degli altri gruppi che si sono fatti avanti).
Un aspetto che sarebbe opportuno chiarire con riferimento al progetto australiano, peraltro, riguarda la figura di Dante Scibilia, centrale in questa fase. Ma poi? Scibilia è notoriamente uomo di fiducia di Joe Tacopina ed attualmente riveste il ruolo di responsabile amministrazione finanza e controllo Spal. In caso di assegnazione del Catania a Pelligra rimarrebbe all'interno del progetto? In tal caso lavorerebbe per due club, con tutte le complicazioni del caso? O farebbe una scelta? E' importante capire se la consulenza di Scibilia si limiti a questa fase, perché in tal caso l'intero progetto andrebbe rivalutato e riconsiderato alla luce delle scelte successive.

Il fango social, una pagina brutta per la città
Tornando al clima che si respira in città, non si può che condannare fermamente ed apertamente l'atteggiamento della maggior parte dei frequentatori dei social, che stanno dando una pessima immagine della comunità rossazzurra con reiterate e gravi mancanze di rispetto nei confronti degli altri quattro competitors della procedura esplorativa, nonché dell'amministrazione e della stampa. Ciò in quanto, ogniqualvolta vengono pubblicate notizie o dichiarazioni riguardanti un candidato che non sia Pelligra, vengono inondate di commenti denigratori che in certi casi scadono persino in un atteggiamento simil-mafioso attraverso il quale si invita sia il diretto interessato, che il giornalista che fa da tramite, a non comunicare nulla perché "la città ha già scelto", "non ci interessa" e via discorrendo. Un atteggiamento immaturo e preoccupante, che non tiene conto del fatto che tutti coloro i quali hanno inviato la manifestazione d'interesse hanno pari dignità, hanno diritto allo stesso spazio e per il solo fatto di essersi presentati, a pochi mesi di distanza da aste andate drammaticamente deserte, andrebbero persino ringraziati, tutti quanti.
Poi la strategia comunicativa di taluni gruppi può anche non piacere ed essere tranquillamente criticata, purché si rimanga nei confini della civiltà e purché si rispetti il lavoro della stampa che ha il dovere, nell'interesse degli stessi lettori, di approfondire ogni proposta e persino di confutare, laddove raccolga determinati riscontri, quelle che suscitano maggior consenso popolare. Un grave e lampante esempio di mancanza di rispetto è quella sistematicamente riservata al Gruppo Maestri, con l'aggravante delle allusioni in merito ad una contiguità dello stesso con elementi in orbita Sigi. Congetture che si fondano esclusivamente su dicerie, senza lo straccio di una prova, e che stanno recando un danno d'immagine alla cordata siciliana.
Nella probabilissima ipotesi in cui tutto si definirà con la vittoria di Pelligra, sarebbe il caso che molti, prima di continuare a far festa sul carro in cui sono già saliti, chiedessero scusa e lo facessero anche nei confronti dell'amministrazione, in questi giorni indegnamente tirata per la giacchetta e messa sotto pressione affinché assecondi gli umori popolari e lo faccia nel minor tempo possibile. Con immancabili, anche in questo caso, sospetti e complottismi in merito ai criteri di decisione e a possibili condizionamenti legati alla vicinanza a questo piuttosto che a quel gruppo, con l'ombra della Sigi sempre sullo sfondo. Ciò nonostante sia il sindaco facente funzione che l'assessore allo Sport abbiano più volte ribadito che avrebbero attuato la linea di un netto taglio col passato. Ma anche qui, in molti attribuiscono maggior credito al gossip becero piuttosto che agli impegni presi attraverso dichiarazioni ufficiali da esponenti delle istituzioni dalla comprovata dirittura morale. Per fortuna manca sempre meno all'ora X, ma se le prospettive calcistiche appaiono finalmente rosee, l'esperienza di questi giorni insegna che c'è ancora molto da lavorare sotto il profilo della maturità della piazza.