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L'esultanza rossazzurra dopo la rete del pareggio firmata da Somma

L'esultanza rossazzurra dopo la rete del pareggio firmata da Somma 

Max Licari sul pari di San Cataldo. Clima da corrida, quasi impossibile produrre gioco, attacco spuntato. Positivo il punto.

Corrida da Serie D

Che quello visto al "Mazzola" possa essere definito "calcio", non ci metteremmo la mano sul fuoco. Anzi, se proprio lo si deve dire, lo "spettacolo" andato in scena (questo sì termine giusto...) a San Cataldo si è avvicinato maggiormente al rugby o al football americano. E non per demerito della formazione rossazzurra, che sia chiaro. Francamente, quando è troppo, è troppo. I verde-amaranto, evidentemente "pompati" da un Infantino apparso spesso "tarantolato" in panchina (fin quando vi è rimasto, vista l'inevitabile espulsione poi subita al 47'...), dal primo all'ultimo minuto hanno interpretato il match come una sorta di corrida sostanziata di acerrima aggressività, una pletora ininterrotta di interventi sovente oltre il limite, proteste reiterate, spettacolarizzazione di ogni contatto, perdite di tempo (in un paio di casi, abbiamo contato "blocchi" di quasi cinque minuti). Il tutto "condito" da un arbitraggio decisamente mediocre, incapace di prendere in mano le redini della situazione. In queste condizioni, e in un campo ridotto rispetto alle dimensioni consuete, fare gioco è sembrato subito assai difficoltoso, per non dire impossibile. Non si poteva, non ce n'era materialmente occasione. Si è trattato della peggiore partita vista quest'anno, una delle peggiori in assoluto nella gloriosa storia dell'Elefante, in cui il lancio lungo appariva l'unica arma per tentare di arrivare nell'area avversaria. È vero che va dato atto ai padroni di casa, "diretti" dallo spigoloso Maltese, di aver corso a perdifiato per tutta la gara, mostrando reattività e grande ardore agonistico, ma tutto ciò a costo di un approccio al match e una conduzione dello stesso sinceramente di eccessiva foga. Ne è testimonianza piena mister Ferraro, notoriamente un autentico signore dentro e fuori dal campo. Per la prima volta da quando allena il Catania lo abbiamo visto perdere completamente le staffe a gara conclusa, giungendo quasi a una colluttazione con il già espulso allenatore avversario. Serie D "pura", "old style", anni '80, obiettivamente da "archeologia calcistica". O Paleontologia? Proprio per questo, non ci stancheremo mai di ripetere come sia necessario "supportare e sopportare", cercando di scappare via al più presto da questa infernale categoria, che nulla ha a che vedere con Catania e il Catania. Proprio per questo, il punto portato a casa dalla trasferta nissena, pur nell'ambito del rammarico generale per una vittoria mancata, deve essere accettato.

Pensiero unico

Infatti, il solo pensiero autorizzato ad aleggiare nelle menti dei supporters etnei, "hic et nunc", è riassumibile nella consapevolezza di essersi messi alle spalle un altro turno di campionato e, addirittura, aumentato il distacco dalla seconda, attestatosi a 11 punti effettivi, dopo la sconfitta interna del Lamezia a opera del Locri (adesso secondo), non dimenticando come anche la Vibonese ci abbia rimesso le penne nel difficile campo di Aversa, prossimo avversario dei rossazzurri al "Massimino". Gli uomini di Ferraro, a tre giornate dalla fine del girone d'andata, sono già campioni d'inverno, non accadeva dal 1998/99. Ce lo aspettavamo, inutile negarlo; ma tra le premesse/promesse della vigilia e la realtà concreta dei fatti si inserisce sempre il campo, unico giudice. E il campo parla, inequivocabilmente. Il resto, tutto il resto, è aria fritta.

Poco gioco, poche occasioni, qualche errore di troppo

Detto del clima complessivo della partita, non può sottacersi come il Catania non sia in un grande momento fisico e tecnico. I risultati rimangono buoni, da grande squadra, mentre il tono delle prestazioni si mostra leggermente in calo. Le difficoltà maggiori appaiono in mediana, troppo lenta in fase di impostazione, soprattutto quando Lodi viene sistematicamente pressato (gare del genere, in campi del genere, forse non sono del tutto adatte al capitano). Anche il tandem Rapisarda-Sarno sulla corsia di destra, micidiale fino a a qualche settimana fa, sembra un po' in decremento di rendimento. Così, le principali armi a disposizione di Ferraro rimangono un tantino "spuntate" e ci si deve affidare al lancio dalla difesa e alla spizzata del centravanti. Soluzione anche questa non produttiva, considerato il momento poco brillante di Sarao, preferito ancora una volta a Jefferson, il quale, di contro, appare un po' più vivo, almeno nella capacità di proporsi da "sponda aerea" per i compagni, come dimostrato dopo il suo ingresso a una trentina di minuti dalla fine. La decisione di ritornare alla difesa centrale over, con Castellini sulla sinistra a supportare il redivivo Forchignone più avanti, non dà i frutti sperati o, almeno, mostra solamente una maggior possibilità di andare in profondità con la velocità del ragazzo del Sassuolo, purtroppo non aiutato dalla poca mobilità dei compagni d'attacco. Del resto, di fronte al furore disordinato, ma comunque martellante, dei primi 10' della Sancataldese, gli etnei rimangono frastornati, prendendo un evitabilissimo gol al minuto ottavo, a causa di un errore di Rapisarda su di un lancio lungo dalle retrovie, capitalizzato da Zerbo. La fortuna del Catania è pareggiare in modo abbastanza sollecito, al 23', su azione da calcio piazzato, unica chance di poter pressare la munita difesa approntata da Infantino. È Somma a mettere dentro da due passi una rete inizialmente non vista dal signor Esposito, "salvato" dal collaboratore di linea. Da quel momento in poi, purtroppo, solo calci, tempo perso, stucchevoli manfrine da oratorio, errori tecnici e zero occasioni da rete, da entrambe le parti. È il Catania a premere, soprattutto dopo che Ferraro, nella ripresa, cambia subito Lodi col più dinamico Palermo e poi tutto l'attacco, inserendo via via Giovinco, Chiarella e Jefferson. Nulla da fare. La scossa non avviene. A parte qualche "accensione" del giovane ex pescarese, chiaramente ancora a corto di fiato dopo il lungo infortunio, niente da segnalare dalle parti dell'estremo difensore di casa Dolenti, solo mischie, spintoni e anticalcio. Allo stato puro. Scappiamo. Scappiamo e non torniamo più...

La vittoria del tifo rossazzurro

Rimane la splendida giornata di sole arricchita dall'esodo dei 2.000 sostenitori del Liotru a San Cataldo. Solo sostegno adamantino, fatto di voce e di cuore, che a chi scrive, presente nel Settore Ospiti dell'impianto nisseno, ha riscaldato l'anima. Lo Sport al suo massimo livello di umanità. Lo Sport della Gente, l'unico che conti realmente.

Contro il Real Aversa un match completamente diverso

Domenica prossima, al "Massimino", la musica sarà diversa, ne siamo sicuri. Altro campo, altra atmosfera, altro avversario, quel Real Aversa che sta ben figurando, come attesta l'ultima vittoria sulla Vibonese. Una squadra tosta che tenta di giocare a calcio e non a calci. Il Catania saprà tornare a macinare gioco, a patto che Ferraro trovi l'alchimia giusta nelle scelte, mettendo in campo i giocatori più in palla. E, dal centrocampo in su, vi è da porre la necessaria attenzione... LET'S GO, LIOTRU, LET'S GO!!!