Torre, tecnico Juniores: "L'obiettivo? Quanti più ragazzi in prima squadra!"

Il tecnico Santo Torre in una foto di repertotiorio

Il tecnico Santo Torre in una foto di repertotiorio 

"La società -ancora il tecnico- mi ha chiesto di preparare la squadra al campionato Primavera della prossima stagione"

Dopo la consueta seduta di allenamenti con i propri ragazzi, l'allenatore della formazione Juniores, Santo Torre, ha risposto alle domande sullo stato dell'arte e i programmi della propria squadra.

Il Mister Torre, l'allenatore responsabile della Juniores, la maggiore formazione giovanile rossazzurra. Buonasera mister.

«Grazie! Buonasera grazie».

In poche parole, la sua storia: so che nel Savoia si è incontrato con Orazio Russo, l'anno scorso una bellissima avventura a livello nazionale, quest'anno la possibilità di sposare una causa importante, sposare il progetto della società.

«Si, ha aperto un taglio di più di vent'anni fa. Con Orazio abbiamo giocato insieme al Savoia, è nata una grande amicizia: lo ringrazio per l'opportunità che mi ha dato quest'anno e sono convinto, così mi ha detto, che non mi ha preso per amicizia, mi ha seguito. Ha creduto in quello che ho fatto, quello che dobbiamo andare a fare, che è una cosa bellissima. Perciò lo ringrazio nuovamente per l’opportunità, ripeto, che mi ha dato di far parte di questo progetto».

Chi segue il calcio giovanile sa di questa impresa, di questa costola della Katane Soccer che è l'Academy School. Un bel progetto, che ha portato frutti. Perché avete fatto un'impresa, no?

«Assolutamente sì. Ho avuto la fortuna di allenare un gruppo di ragazzi a dir poco fantastici: mi hanno dato l'opportunità di fare veramente un'impresa sotto età, cosa che non era facile. Siamo arrivati nelle prime sei a livello nazionale».

Ricordiamo, i 2006, che quest'anno...

«Sono andati nel professionismo, tanti faranno parlare di sé. Sono convinto, hanno delle qualità incredibili e mi hanno dato veramente l'opportunità di mettere in pratica un metodo, un sistema di lavoro che io, insieme al mio gruppo, porto avanti da tanto tempo».

A proposito di 2006, nei progetti del Catania, con il responsabile Orazio Russo, appunto, si è stabilito che quest'anno i 2004 vengano lasciati alla prima squadra perché la classe della Juniores era proprio 2004-2005. E invece si parte dai 2005, aggregando i 2006, quindi un progetto per il futuro, sicuramente.

«Assolutamente si, la società insieme al direttore ci hanno chiesto di preparare la squadra per la "Primavera" dell'anno prossimo. Continua il mio percorso, il nostro percorso formativo, perché io, ripeto, non mi sento un allenatore vero e proprio, perché a me piace allenare i bambini, ragazzi, formarli. E ripeto, un altro obiettivo è portare più ragazzi possibili alla prima squadra. In Italia arrivano pochi ragazzi pronti nelle prime squadre, noi insieme al nostro gruppo di lavoro, Marco, Stefano, l'area portieri, stiamo facendo di tutto per formare l'individuo in un contesto di squadra, di gruppo, e portarli più pronti possibile nella prima squadra».

Ecco, i 2006 già hanno avuto il piacere di una convocazione nell'Under 17, che sarà poi quella che parteciperà al "Torneo delle Regioni". Una vetrina importantissima, probabilmente al livello del "Viareggio"...

«Infatti tre ragazzi sono stati convocati mercoledì scorso da mister Alderisi e altri tre vanno domani sempre in prova per fare questo stage. Spero che qualche ragazzo, anche del Catania, faccia parte di questo gruppo. Si parla qui di progetto futuristico, si pensa al futuro, all'oggi ma anche al futuro. Qui non c'è e non c'è niente di dilettantistico. Qui c'è un ambiente di serie A, veramente non ci manca nulla, abbiamo il campo a disposizione, siamo un gruppo di lavoro fantastico. Si lavora in team-work, a livello veramente verticale e trasversale. Quello che piace a me, che piaceva trovare a me, veramente, perché a me piace alzare sempre l'asticella. Perciò il Catania non ha niente a che vedere con i dilettanti e ripeto, qui si respira aria di professionismo, di Serie A».

Il livello dell'avversario non sempre è pari, anzi, diciamocelo francamente, molto spesso è stato più basso. Quindi, naturalmente, una fase che probabilmente avrebbe bisogno di migliori da questo punto di vista. Ricordiamo che ci sono le nove squadre di Serie D che poi si incontreranno a maggio, se non ricordo male, nel vero torneo della Serie D, che è quello che poi darà il titolo regionale, per approcciarsi poi alla fase dei preliminari, della fase nazionale.

«Essendo una squadra nuova, avendo anche fatto una scelta sotto età in chiave veramente futuristica, a noi ci serve anche come rodaggio per amalgamare i ragazzi. Comunque è sempre un gruppo nuovo e non è mai facile. Li affrontiamo con grande rispetto in tutte le partite, a prescindere, il livello: la nostra arma forte sono comunque gli allenamenti per crescere quasi ogni giorno. È un percorso di crescita che stanno affrontando i ragazzi, perché tanti non erano abituati ad allenarsi così, ogni giorno. Stiamo facendo un lavoro da un punto di vista soprattutto mentale, di comportamento. Stiamo allenando l'uomo e perciò questa prima fase secondo me non è male che venga così, con gli alti e bassi, con partite più semplici, meno semplici. A noi non interessa. Effettivamente la seconda fase diventa molto più interessante. Si incontreranno squadre sicuramente molto attrezzate e magari di categoria, ma per noi è un momento di crescita. Ripeto, il lavoro nostro è futuristico. Portare i ragazzini in prima squadra anche quest'anno per noi sarebbe una grande soddisfazione e magari gettare le basi per una buona squadra "Primavera" l'anno prossimo».

Quello di Gravina certamente è uno dei pochi resti della vecchia gestione dei campi di calcio. È stata una una difficoltà? Ripeto, non ho seguito la partita. Quindi, quell'1-2 cosa voleva dire, in realtà?

«Voleva dire che si, va bene il campo, ma io non sono abituato a cercare alibi o meriti nei miei ragazzi. Noi non abbiamo fatto allo stesso tempo una grande partita, anche per merito degli avversari. Devo dire la verità, una giornata così... Loro hanno trovato gol nel primo tempo, ma poi alla fine, anzi, grande merito ai miei ragazzi perché hanno avuto una grande reazione. In futuro, anche in campionati più importanti, non sempre si troverà la strada spianata anche con le squadre inferiori. Però, ripeto, è stato un risultato forse anche bugiardo. Perché si, vabbè, abbiamo avuto occasioni, però non siamo stati brillanti anche per merito degli avversari».

Che magari conoscono bene il campo di casa...

«Assolutamente sì, ma non è una scusante. Non è il campo, come per noi, è per loro. E ripeto, anzi, è stata una giornata altamente formativa, molto formativa per i miei ragazzi. Per me, ripeto, già da due partite, a prescindere sempre dai risultati, sto vedendo una grande crescita sia dal punto di vista squadra, ma anche nelle scelte di gioco, è quello che vogliamo vedere. Ben vengano queste partite, però ripeto nelle ultime due partite, ieri soprattutto, i ragazzi sono cresciuti tanto, hanno fatto vedere che stanno mettendo in pratica quello per cui si lavora durante la settimana».

Se non ricordo male, 52 gol all'attivo, solo 4 subiti, 4 clean-sheet durante le 6 gare effettuate. Siamo a 1/3 del torneo...

«I dati li raccolgo anch'io, per carità, però non è questo il problema. Noi valutiamo giorno dopo giorno la loro crescita a livello individuale e all'interno del gruppo squadra».

14 gol corallo, poi abbiamo gli 8 di Privitera, che ieri ha fatto doppietta: c'è un ragazzo interessante, Valenti, che ha fatto 5 gol, ma mi sembra di aver capito che un jolly, dallo schieramento ho visto che lei lo abbassa in caso di cambi al centro della difesa, ma lui parte dal centrocampo...

«Si, qui siamo già in un'età dove ci deve essere più specificità nel ruolo. Però a me piace ancora, siccome siamo veramente in una fase di formazione e di crescita ancora di questi ragazzi, quando un giocatore si adatta ed è duttile a qualsiasi tipo, a me non piace chiamarlo ruolo, di posizione in campo e nelle letture dello stesso. Perciò sì, Valenti come tanti altri sono molto duttili, si adattano facilmente. Questa è una cosa bella nella sua crescita, nella sua formazione».

Lei prima aveva accennato ai tanti collaboratori, ne vogliamo parlare un attimino?

«Stefano, il preparatore Stefano Di Tunisi, Marco D'Amico, abbiamo l'area portieri con Federico (Puglisi, NdR), con Raffaele (Greco, NdR), il signor Varsallona che è una grande risorsa. A me piace lavorare di team-work in senso orizzontale col mio gruppo, ma anche in senso verticale. Qui si respira un'aria... io, non per fare polemica, ma ho avuto più confronti in questi tre mesi qui al Catania, proprio da un punto di vista del lavoro, della specificità con tutti questi miei colleghi, che in sei anni in altre società dove magari si lavora più "orizzontalmente" nel proprio orticello: e a me piace più questo, perché è giusto che ci si debba relazionare. Ci si deve confrontare perché ci deve essere crescita da parte nostra per poi trasferirla ai ragazzi».

Bene, io direi che con l'augurio che tanti ragazzi possano solleticare gli appetiti del mister Ferraro in prima squadra, sicuramente salutiamo con molto affetto, e augurando buon lavoro, il mister Santo Torre, e salutiamo gli amici di CalcioCatania.Com ... da Nesima è tutto, buonasera.

«Grazie, grazie mille. Un saluto a tutti».