Sorrentino a CC.COM: ''Un plauso ai ragazzi di Baldini. A Campobasso partì tutto''

Roberto Sorrentino immortalato nel giorno dell'inaugurazione della

Roberto Sorrentino immortalato nel giorno dell'inaugurazione della "Mostra dello Sport Catanese"  

Ai nostri microfoni le parole dell'ex portierone rossazzurro

La nostra redazione ha intervistato telefonicamente Roberto Sorrentino, ex portiere del Catania e protagonista in maglia rossazzurra della promozione dalla C1 alla B nella stagione 79-80 e quella storica in Serie A nel campionato 82-83. In totale, Sorrentino ha indossato la maglia rossazzurra ben 163 volte, diventando un vero e proprio beniamino dei tifosi.

Caro Roberto, sabato prossimo il Catania giocherà a Campobasso in un campo che per te significa tanto per la tua esperienza rossazzurra. Il 4 Novembre 1979, infatti, proprio a Campobasso, ci fu il tuo debutto con il Catania entrando dalla panchina per sostituire Dal Poggetto.

Si, lo ricordo come fosse oggi. In realtà quello fu il mio debutto in campionato perché avevo già esordito in Coppa Italia contro il Messina, dove fui additato, senza ragione, come responsabile della sconfitta. Così, in campionato, il tecnico Rambone mi disse che sarei partito dalla panchina per non alimentare le male lingue che lo accusavano di preferirmi perché ero arrivato a Catania con lui dalla Paganese. Poi a Campobasso, dove nel primo quarto d’ora Dal Poggetto subì due goal un po' “strani”, Rambone mi fece entrare e da lì cominciò la mia lunga escalation verso i trionfi in rossazzurro. Fu un percorso duro e complicato perché inizialmente la gente non mi apprezzava, nonostante anche diverse buone prestazioni (a Siracusa feci una grande partita ma in TV tutti parlavano male di me), poi la mia tenacia e la mia serietà nel lavoro fecero cambiare l’opinione pubblica nei miei riguardi, a tal punto che anche quando facevo prestazioni normali venivo esaltato anche dai giudizi sui giornali. Così è esploso quell’amore tra me ed il Catania che non è mai cambiato, mai interrotto e mai qualcuno potrà metterlo in dubbio. Ogni domenica chiedo sempre il risulto dei rossazzurri perché il legame con la città etnea è fortissimo, una città che mi ha fatto diventare prima un grande uomo e dopo un buon portiere.

Proprio questo legame con la piazza come mai non ha mai portato ad una collaborazione in questi anni con te? Ci sono mai stati contatti per farti tornare in rossazzurro da allenatore (ruolo che svolgi da oltre 30 anni) o magari da dirigente (altro incarico svolto nella tua carriera)?

Nel 1996, quando io allenavo il Fasano, ci fu un avvicinamento con il Presidente Massimino che, su suggerimento dell’allora tecnico Mario Russo, voleva ingaggiarmi per la stagione successiva. Proprio quello, però, fu l’anno in cui il Cavaliere ci lasciò e così non fu dato seguito a quella ipotesi che poteva portarmi a sedermi sulla panchina rossazzurra. Poi nel 2014 andai a vedere il Catania a Vercelli in Serie B e la gente che mi vide in tribuna mise in giro la voce che poteva esserci la possibilità di diventare il nuovo allenatore rossazzurro ma non ci fu alcun contatto con la dirigenza. Mi dispiace che in tutti questi anni non abbia mai ricevuto una chiamata da Catania, nonostante il legame che c’è tra me e la città, e mi spiace perché avere un simbolo del passato all’interno della società potrebbe essere un bel segnale per la tifoseria.

Sarai sicuramente a conoscenza dei problemi societari che affliggono il Catania ma, nonostante ciò, la squadra rossazzurra sta esprimendo un buon gioco e ottenendo buoni risultati. Tu che sei dentro lo spogliatoio da oltre 40 anni (prima da calciatore e ora da allenatore) ci dice come si gestiscono questi momenti?

Mi dai l’occasione per fare i miei complimenti ai calciatori rossazzurri che sono stati davvero bravi a concentrarsi solo alle questioni del campo, riuscendosi a staccare dai problemi societari. In campo stanno dimostrando il loro valore e chiedo alla tifoseria di sostenerli sempre, così come stanno facendo, perché stanno onorando la maglia importante che indossano. Poi è chiaro che ogni calciatore è una piccola Spa e, come tale, pensa anche ai propri interessi ma nel caso dei calciatori del Catania serve un plauso per quello che stanno facendo.

Come vedi il futuro del Catania che, ad oggi, è davvero appeso ad un filo?

Mi duole dirlo ma, forse, è stato commesso l’errore di voler salvare a tutti costi la matricola. Sono consapevole del valore che ha per tutto l’ambiente rossazzurro ma, probabilmente, sarebbe stato meglio ripartire da zero e far risorgere un club importante in poco tempo. Adesso sento dire che c’è la possibilità che il centro sportivo (Torre del Grifo) venga sganciato dalla proprietà del club e, devo ammettere, che la vedo una soluzione interessante perché, considerando il momento attuale, ci si potrebbe concentrare solo sulla gestione del club senza andare a pensare alle spese che il centro sportivo genera.

Da grande portiere quale sei stato, come giudichi i due portieri rossazzurro? Stancampiano ha iniziato il campionato da titolare mentre nelle ultime gare è stato Sala a partire dal primo minuto? Sei d’accordo sull’alternanza o sei più per una gerarchia ben definita?

Da portiere ti dico che sapere che al minimo errore puoi perdere il posto non ti fa sta sereno ma da allenatore ti dico che tenere tutti e due in grossa considerazione ti dà la certezza che entrambi cercheranno di dare il massimo. Poi è chiaro che un eventuale turn over è dettato anche dal momento; adesso il Catania è reduce da 5 risultati utili consecutivi e, quindi, difficilmente vai a cambiare il portiere che ha fatto parte del gruppo che ha ottenuto questi risultati. Se invece le cose dovessero andare male, allora un eventuale cambio tra i pali potrebbe essere preso in considerazione.


Per finire, ci dai un pronostico per Campobasso-Catania?

Con tutto il rispetto per avversari come Campobasso, NOI siamo il Catania e non possiamo avere timore di queste squadre. Però posso dirti che sul campo del Campobasso io ho sempre fatto fatica a fare risultato e quindi è una trasferta da prendere con le pinze. Mi aspetto una grande battaglia da parte di questi ragazzi che stanno davvero dimostrando di metterci tanto cuore per una maglia che io continuo a sentirmi cucita addosso.