Sipos... fare di più!

Esultanza rossazzurra...

Esultanza rossazzurra... 

Max Licari sul pareggio di Messina. Prestazione poco brillante, buona la reazione finale, bene i subentrati.

Un Catania in tono minore
Alla fine è giunto un pareggio tutto sommato giusto; un pareggio che consente ai rossazzurri di dare continuità di risultati alla splendida vittoria conseguita nel derby del “Massimino” al cospetto dei rosanero di Filippi e, soprattutto, fiato alla classifica (dodicesimo posto a 24 punti), in attesa (purtroppo) degli ulteriori punti di penalizzazione che giungeranno a campionato in corso. Il bottino complessivo raggiunto in questo girone d'andata, 26 punti sul campo, fotografa pregi e limiti di una squadra messa su con poco e condotta fin qui in porto con perizia. Ma allo "Scoglio" si è fatto un passo indietro, sia a livello di approccio mentale, sia a livello di prestazione individuale e collettiva. Contro una compagine come il Messina, ultima in classifica e proveniente da un periodo tragico in fatto di risultati e “beghe” societarie, si poteva e si doveva fare di più. E non vale nessun alibi, lo stesso Baldini lo ribadisce, né in fatto di di assenze (gli attuali Monteagudo e Russini non possono essere sostituiti da analoghi di valore in organico), né sotto il profilo “ambientale”, considerato il momento topico che la società etnea andrà a vivere nei prossimi giorni. Questa volta, il Catania ha “toppato” il cosiddetto “aggancio” psicologico alla partita e le scelte iniziali a livello tecnico più che tattico. E, in questo senso, Baldini, giustamente elogiato in generale (per il torneo fin qui condotto in condizioni difficilissime) e in particolare (per quanto concerne il match vinto contro il Palermo), qualche piccola responsabilità la detiene. La formazione messa in campo dal primo minuto ha mostrato fin da subito gli stessi limiti che, per esempio, si erano palesati in una gara del tutto simile, a Latina. Anzi, si può dire che, fino al pareggio di Albertini, si fosse sviluppata in fotocopia. La differenza, rispetto alla sconfitta in terra laziale, è da rinvenirsi nel momento attuale dei giallorossi, peggiore rispetto a quello dei nerazzurri, e nella capacità di recuperare tatticamente posizioni attraverso sostituzioni più proficue. In buona sostanza, a nostro parere, Baldini ha contestualmente sbagliato la formazione iniziale e poi indovinato le sostituzioni e le variazioni di modulo. Una sorta di "0-0" che si rispecchia nel risultato finale di pareggio. Ma questo Catania, dopo quel po’ po’ di prestazione sciorinata nel derby più sentito dalla tifoseria rossazzurra, avrebbe potuto e dovuto far sua l’intera posta. Si tratta, dunque, di un’occasione persa, sebbene l’aver rimediato dopo il colpo quasi fatale del 2-1, subito un paio di minuti dopo il pareggio dello stesso Albertini, non può non attenuare il rammarico per la prestazione non scintillante.

Primo tempo senza nerbo
Bisogna fare i complimenti a Raciti e al Messina per il perfetto approccio mentale messo in mostra fin dal primo minuto. Consapevoli di un certo divario tecnico, i giallorossi si sono messi dietro con un 5-3-2 abbottonato a chiudere gli spazi allo sterile possesso palla rossazzurro, per poi ripartire soprattutto con le punte (Balde e Adorante) e gli esterni (Fazzi e Rondinella). Rispetto alle ultime gare targate Capuano, i padroni di casa hanno mostrato maggior coraggio nell’accompagnare le ripartenze, pur consapevoli della fragilità del loro reparto arretrato. Ma non è che quello del Catania sia di gran lunga migliore, come testimoniato inequivocabilmente dai numeri (30 gol subiti contro i 34 del Messina)… Certo, il gol del vantaggio, nel mare dei passaggi in orizzontale della mediana etnea (male Maldonado, meno proficui del solito Rosaia e Greco), i peloritani non lo segnano in proprio, perché trattasi di un enorme regalo di Stancampiano, la cui “papera” sull’innocuo tiro di Damian dal limite (poi ribadito in rete, agevolato dalla mancata presa dell’estremo difensore rossazzurro, da Rondinella, alla prima rete stagionale) si aggiunge ai tanti errori commessi da entrambi i portieri in organico in questo girone d’andata; ma, in ogni caso, il Messina dimostra di voler lottare, randellare, correre, come si dovrebbe fare in un derby e come fatto dal Catania non più tardi di una settimana fa al “Massimino” contro il Palermo. In pratica, il Catania rumina calcio e riesce a rendersi pericoloso, in tutta la prima frazione, solo un paio di volte con il francobollatissimo Moro (Carillo e Fantoni gli montano una guardia spietata), la cui ultima conclusione al 44’ (su cross di Biondi, una delle poche volte in cui l’esterno catanese sia riuscito a liberarsi sulla fascia sinistra) risulta di poco alta sopra la traversa. La realtà è che le scelte iniziali non pagano. In particolare, Pinto e Piccolo, preferiti a Zanchi e Russotto, appaiono lontani da una condizione accettabile, fornendo un apporto pressoché nullo allo sviluppo della manovra della squadra. E, se in un 4-3-3 non ti funzionano gli esterni (come detto, anche Biondi non ripete la bella prestazione di una settimana prima e, peraltro, si fa ammonire in diffida, andando in regime di squalifica), non puoi non andare in gravi ambasce.

Ripresa per coronarie forti
Baldini ha il merito di comprendere le difficoltà della squadra, ripresentandosi subito con due novità in campo: dentro Russotto per Piccolo e Sipos per Biondi. Passaggio al 4-2-4, con il giovane croato a mettersi in linea verticale con Moro e Greco ad allargarsi sull’esterno. Il Catania mostra un piglio diverso (bene, in particolare, l’esterno romano, molto abile ad accentrarsi e a fungere quasi da regista, grazie alla sua indubbia capacità tecnica), schiacciando il Messina nella propria metà campo, pur esponendosi talora ad alcune ripartenze potenzialmente pericolose di Balde e Adorante, poi sostituiti al 61’ da Russo e Marginean. Ma la svolta giunge con la seconda “tranche” di cambi: dentro Albertini e Zanchi per i deludenti Maldonado e Pinto. Il Catania diviene più dinamico e ficcante sulle corsie laterali. Al 75’, infatti, giunge il pareggio: magia di Moro ad assistere Sipos, il cui tiro sotto porta si stampa sulla traversa, consentendo ad Albertini di insaccare indisturbato. Ma, con il Catania, si sa, tutto è possibile, perché è una squadra (e questo è un pregio) che non si accontenta mai del pareggio. Così, qualche minuto più tardi, è quasi naturale accada che il neo entrato Marginean si ritrovi solissimo in area rossazzurra e batta imparabilmente Stancampiano, nell’ambito dell’ennesima azione estemporanea costruita dalla volitiva ma confusionaria compagine di casa. Francamente, troppo debole questa squadra nel reparto arretrato per poter pensare di competere ad alto livello in questo girone. Questo grande limite potrebbe essere colmato solo con il mercato. E, di contro, appare altrettanto scontato che, un altro paio di minuti dopo, la stessa cosa succeda in piena area messinese: cross del laterale sinistro ex Rieti (un autentico mistero il suo mancato impiego a favore di un Pinto obiettivamente arrancante) e bel tap-in sotto misura di Sipos, alla sua quarta segnatura stagionale. Pareggio che ci sta per quanto visto in campo. Ottima prestazione del Messina, che comunque dà un segnale di vita ai propri (pochi) tifosi, discreto punto ottenuto in rimonta dal Catania, seppur nell’ambito di una prestazione poco brillante. Con il Monopoli secondo in classifica (non dimenticando lo “scempio” della gara d’andata) servirà altro. Molto altro.

Prima il 21, poi il Monopoli
E sì, il Monopoli arrembante di questo periodo costituisce uno scoglio difficilissimo. Mercoledì sera, nell’ambito dell’ultima gara dell’anno alle soglie della sosta invernale (primo match del girone di ritorno), ci sarà da ripetere una prestazione “cattiva” come quella messa in campo contro il Palermo. Magari, non facendo l’errore nella scelta della formazione iniziale commesso a Messina: la realtà dei fatti dice che alcuni giocatori non hanno la gamba per andare in campo dal primo minuto. E i pugliesi corrono, corrono tanto. Tuttavia, l’evento più importante non è la partita, lo sappiamo tutti. Il 21 dicembre (con sentenza, eventualmente, il 23) sarà il giorno dell’udienza alla sezione del Tribunale fallimentare di Catania. L’auspicio è che l’avvocato Augello presenti una documentazione idonea a consentire una prosecuzione della gestione, al fine ovviamente di definire l’indispensabile cessione della società a soggetti seri e realmente interessati, giacché quella attuale, fra l’altro spaccata in due tronconi, non garantisce alcun futuro a una piazza importante come quella etnea… . Let's go, Liotru, let's go!!!