Potenza di fuoco

Di Piazza, prestazione maiuscola...

Di Piazza, prestazione maiuscola... 

Max Licari sul "pokerissimo" al Potenza. Gran gioco in mediana e sulle fasce, sugli scudi Calapai, Maldonado e Di Piazza.

Un Catania straripante
Il miglior Catania stagionale. Mai i rossazzurri avevano mostrato una capacità di produzione offensiva simile, sebbene l’atteggiamento tutt’altro che rinunciatario e la tattica “aperta” dei lucani guidati da Gallo abbiano indubbiamente agevolato l’undici allenato da mister Baldini, giunto alla quarta vittoria consecutiva da quando è approdato in terra etnea. La palese superiorità tecnica del Catania, esaltata dagli spazi concessi a Di Piazza e Russotto, proprio gli spazi “adatti” alle loro caratteristiche, ha così generato una bella partita, densa di occasioni, gol e colpi di scena, dal subitaneo vantaggio di Baclet (uno che sembra avere un conto aperto con gli etnei) al “pokerissimo” a tempo scaduto del subentrato Zanchi. Peccato che tale spettacolo, fra i migliori degli ultimi anni, non abbia potuto godere della naturale cornice di pubblico tipica del “Massimino” dei tempi felici, perché si sarebbe tramutato in una vera e propria festa di primavera, giusta celebrazione di una squadra in grado di risorgere dalle nebbie di una crisi, a detta di tanti "esperti", irreversibile. Il quinto posto in classifica, in attesa del recupero Catanzaro-Juve Stabia, a tre punti dalla quarta piazza e a quattro dalla terza, fotografa dunque un momento assai positivo che troverà il suo apice nello scontro diretto del “Ceravolo” di domenica prossima, partita difficilissima che, in ogni caso, il Catania potrà affrontare con la consapevolezza di potersela giocare con tutti, magari recuperando i Piccolo e i Sarao, assenti al cospetto dei rossoblù, seppur rimpiazzati alla grande dallo stesso Di Piazza, autentico mattatore dell’incontro, e da un pimpante Golfo, apparso più a suo agio nel ruolo di esterno offensivo nell’ambito del 4-3-3.

Il 4-3-3 si consolida sempre di più
Proprio lo sviluppo di un modulo che, finora, conosce solo vittorie deve stimolare le riflessioni più analitiche. Il 4-3-3 sta funzionando perché pare attagliato alle caratteristiche di base dell’organico, soprattutto da centrocampo in su. Il “campione”, in questo senso, è Maldonado. Il giovane ecuadoregno, fra i migliori in campo, sta rapidamente prendendo in mano le redini del gioco, mostrando buone doti sia sul corto che sul lungo, in orizzontale e in verticale, oltre che la giusta “garra” per fornire sostanza alla mediana. Francamente, rimane un po’ di amaro in bocca pensando a quanto tempo si sia perso con lui. Se, fin dalla prima partita "disponibile", gli fosse stata accordata fiducia, permettendogli di sbagliare qualcosina in un ruolo delicato come quello di “play” davanti alla difesa, probabilmente oggi la società rossazzurra potrebbe contare su di uno fra i migliori registi della categoria e, magari, anche su di una sicura plusvalenza. Controprova ne è il comportamento di Baldini. Il ragazzo contro l'Avellino ha commesso un grave errore, pur nell'ambito di una discreta prestazione. L'allenatore etneo non ha pensato nemmeno un secondo a "silurarlo" in occasione della gara successiva. Ha creduto fermamente nelle sue idee e ha avuto ragione. Baldini continua per la sua strada, puntando sulla continuità. Anche contro il 4-3-1-2 di mister Gallo, il trainer massese, privo di Izco, Piccolo e Sarao, opta per la formazione titolare in difesa e a centrocampo, mentre in attacco, fra le tante scelte, vira su Di Piazza centravanti e Golfo nel ruolo naturale di esterno offensivo. Bisogna dire che, al netto del gol subito a freddo da Baclet, che conferma un limite scontato, la lentezza, nella coppia centrale difensiva (nell’occasione è Claiton a farsi prendere in infilata), le opzioni del tecnico ex trapanese si mostrano immediatamente azzeccate. Il Catania macina gioco e occasioni a getto continuo, grazie alla precisione tecnica di Maldonado, la forza di Dall’Oglio, la crescita sulle corsie laterali di Calapai e Pinto, nonché la mobilità, unita alla tecnica, di Russotto e Golfo a supporto di un Di Piazza versione extra lusso (quando “vede” il Potenza, la punta di Partinico sembra esaltarsi a dismisura, sono già sei le reti segnate ai lucani con la maglia etnea). È a centrocampo, in special modo, che Welbeck e soci dominano, favorendo come non mai il gioco sulle fasce. Il pareggio dell’attaccante in maglia numero 33, giunto al 21’, non può quindi stupire. Perfetta la verticalizzazione di Golfo, ottimo (e fortunato) il dribbling e splendida la stoccata da centro area di Di Piazza, nulla da fare per il pur bravo Marcone, abile cinque minuti prima a deviare sopra la traversa una punizione velenosa di Maldonado. Quello che piace di questa squadra è la volontà di non gestire, di non accontentarsi mai. È tambureggiante il pressing alto dei rossazzurri che, al 45’, trovano il meritato vantaggio con una botta in diagonale di Calapai deviata in rete da Ricci. Nella ripresa, il Catania continua a non mollare la presa, senza “perdere campo” nei confronti di un avversario comunque desideroso di trovare il pareggio. Dopo un paio di potenziali buone occasioni (Russotto e Golfo), gli etnei triplicano al 55’ ancora con Di Piazza, abile ad appoggiare in rete un perfetto traversone di Calapai. Troppo fragile la difesa lucana, addirittura disastrosa in Conson e Coppola. Tuttavia. Gallo non demorde e, grazie all’ingresso di Sandri e Salvemini, innesta nuova verve, ottenendo dopo qualche minuto il gol che accorcia le distanza giusto con il neo entrato Sandri, abile a girare in rete (indisturbato) un cross proveniente dalla destra. Ma il Catania continua imperterrito ad attaccare, pervenendo al quarto sigillo al 58’ con Russotto (al ventesimo gol in rossazzurro), in virtù di una semigirata da applausi, sugli sviluppi di una traversa piena colpita da Dall’Oglio con una stoccata da una decina di metri dai legni di Marcone. Il resto è solo “estetica”, condita dalla volontà mostrata da Baldini di far rifiatare uomini importanti (dentro Reginaldo, Manneh, Albertini, Rosaia e Zanchi). La quinta rete, siglata da due passi proprio dall’esterno basso ex reatino, vale sì per il tabellino, ma assume anche un valore programmatico: questa è una compagine che ha fame, come testimoniato dalle undici segnature in quattro partite, e vuole giocare sempre il pallone, tanto che mister Baldini “suggerisce” sempre, prima della gara interna, una bella “annaffiata” di campo alla spagnola. Un particolare che potrebbe apparire di poco conto, ma non lo è…

A Catanzaro con la mente sgombra
Peccato. L’unica nota stonata della gara, l’ammonizione comminata dall’incerto Angelucci al diffidato Welbeck, priverà il Catania di un giocatore fondamentale per la sfida del “Ceravolo”. Tuttavia, il possibile rientro di Izco o l’impiego di Rosaia, di sicuro suggeriranno a Baldini le contromisure necessarie. Anche Silvestri, Piccolo e Sarao potrebbero rientrare con chance di scendere in campo, consegnando al tecnico una rosa quasi al completo, in modo da contrapporsi al meglio ai giallorossi di mister Calabro, quarta forza del campionato con 58 punti, un punto in meno del Bari terzo e tre punti in più (con una partita da recuperare) del Catania. Un match “storico” che saprà stimolare al meglio la formazione etnea, una partita da approcciare nel modo giusto, con la mente libera, seppur nella consapevolezza del valore dell’avversario, alle prese con problematiche di Covid-19 nelle ultime settimane. Una gara da giocare, soprattutto, con la certezza di avere i mezzi per fare la prestazione unita al risultato. Let’s go, Liotru, let’s go!!!