La Top 15 del Catania 2022/23: Castellini "player of the season"

Castellini riceve il premio

Castellini riceve il premio "Stefania Sberna" in occasione di Catania-Lamezia Terme 

La classifica per rendimento dei migliori 15 protagonisti di una memorabile stagione, con approfondite analisi.

Sebbene la stagione 2022/23 del Catania sia andata in archivio e società e tifosi si stiano già proiettando verso "l'anno che verrà", l'eco dello strepitoso cammino del gruppo guidato da Giovanni Ferraro risuona ancora nelle menti e nei cuori degli appassionati rossazzurri. Pertanto, accantonare tout court le consuete analisi di fine campionato sarebbe quanto mai inopportuno. Per tale ragione, a mo' di celebrazione degli straordinari risultati raggiunti dalla squadra etnea, proponiamo un giochino da ombrellone (confidando in una collaborazione del meteo...), che consiste nell'elaborazione di una classifica di merito dei componenti dell'organico del Catania, una sorta di "Gran Premio Rossazzurro" sulla base del rendimento offerto nel corso dell'intera stagione. Per evitare una lunghezza enciclopedica abbiamo ristretto il raggio ai primi 15. Si tratta, chiaramente, di valutazioni soggettive dell'autore dell'articolo, in quanto tali suscettibili di condivisioni e - perché no - di critiche ed elaborazioni di graduatorie alternative. 

1) Alessio Castellini

"Abbiamo scelto Alessio perché al talento abbina una sincera passione e perché nell’arco della stagione ha dato un esempio di grande correttezza, valori molto importanti per mia madre". Parole e musica di Giulia La Spina in occasione del premio intitolato a Stefania Sberna e consegnato proprio ad Alessio Castellini al "Massimino" prima dell'incontro con il Lamezia Terme. Secondo chi scrive, Castellini si è contraddistinto tra tutti i giocatori etnei anche sotto il profilo tecnico e prestazionale. Ha mostrato una maturità impressionante per l'età che ha, adattandosi con disinvoltura per tutta la stagione in ruolo non suo - quello di terzino sinistro, lui che nasce difensore centrale - e pure a piede invertito. Nonostante le proprie caratteristiche di base, che sono quelle di un marcatore, ha evidenziato ottime capacità di copertura della fascia in progressione e persino un buon cross (con entrambi i piedi), come testimoniato dal dato statistico dei 3 assist messi a referto. Quando è stato riportato nel suo ruolo naturale, lo ha interpretato con personalità: si fatica a ricordare un suo errore in fase difensiva.

Rapisarda festeggia sotto la curva, un'immagine ricorrente...

2) Francesco Rapisarda

Nella prima metà di stagione è stato l'indiscutibile top player del Catania. Un vero e proprio attaccante aggiunto sulla corsia di destra, con continue sovrapposizioni favorite da un'intesa speciale con Sarno (impressionante la striscia di 6 assist consecutivi confezionati dal terzino in 5 partite, da Catania-Vibonese del 5 ottobre a Paternò-Catania del 23 ottobre). Inoltre, ha trovato con continuità la via del gol. Le sue radici catanesi e la combattività trasferita sul terreno di gioco hanno ulteriormente contribuito a renderlo tra i più osannati beniamini del pubblico. Nella seconda parte del campionato, complice l'infortunio di Sarno e gli avversari che gli hanno preso le misure, si è concesso meno sortite offensive, ma ha continuato ad offrire un rendimento sempre all'altezza.

3) Marco Chiarella

Tra gli ultimi innesti aggregatisi al ritiro di Ragalna, il classe 2002 è stato immediatamente lanciato da Ferraro tra i titolari: ha ripagato il mister con le sue ubriacanti serpentine ai malcapitati difensori di Ragusa e San Luca nelle prime due giornate, prima di fermarsi per due mesi a causa di un infortunio. Rientrato a pieno regime nel girone di ritorno, è stato il crack che con le proprie qualità tecniche ha risolto molte partite, consentendo al Catania di approntare la fuga decisiva nell'inseguimento della matematica promozione. Non a caso si è aggiudicato il premio "Uomo Copertina 2023", da noi assegnato, in virtù del maggior numero di volte in cui, rispetto ai compagni, è risultato il migliore in campo. A far da contraltare in negativo a tale qualità, non ha brillato per costanza di rendimento, ma vista l'età ha tutto il tempo per rimediare. Memorabile l'azione personale con la quale a Vibo Valentia ha realizzato uno dei più bei gol della stagione etnea.

Le irresistibili finte di Marco Chiarella

4) Filippo Lorenzini

Uno di quelli che già conoscevamo e sui quali non nutrivamo dubbi circa l'apporto da elemento di categoria superiore. Ha fatto apparire innocui gli attaccanti avversari con la sua leadership difensiva, dalla quale hanno tratto benefici anche i propri compagni. Detiene il singolare record di giocatore mai sostituito in tutto il campionato da Ferraro (ha saltato solo una gara per squalifica) e non è difficile intuirne la motivazione. A voler trovare il pelo nell'uovo (e si deve a ciò il più basso posizionamento in classifica) in un paio di partite è apparso a corto di concentrazione ed ha commesso qualche leggerezza. Fisiologiche pause nell'arco di un campionato giocato a livelli degni di ben altri palcoscenici. 

5) Giuseppe Rizzo

Altro cavallo di ritorno, che in questa stagione ha conquistato un pubblico abbastanza freddino nei suoi confronti ai tempi della Serie C. Non è solo la categoria differente, che l'ha favorito in tal senso. Peppe si è rivelato uno degli uomini chiave dello scacchiere di Ferraro, persino più di un'istituzione quale Ciccio Lodi, in quanto onnipresente equilibratore della mediana. Le sue qualità in interdizione e la sua personalità si sono rivelate spesso decisive per far sì che la squadra riuscisse ad essere padrona del campo e sfruttare le doti tecniche dei propri attaccanti. Inoltre, Rizzo, con la propria duttilità, ha fornito un'importante arma tattica a Ferraro, il quale lo ha puntualmente abbassato davanti alla difesa ogniqualvolta ha voluto rinunciare a Lodi (spesso a partita in corso, a volte anche dall'inizio).

6) Manuel Sarao

A inizio stagione sembrava destinato a dividersi oneri ed onori con Litteri, che molti consideravano "più titolare" di lui. Stante le condizioni fisiche dell'attaccante catanese, la società alla vigilia dell'inizio del campionato lo ha messo in concorrenza con un'altra alternativa di lusso, Jefferson. A gennaio è arrivato anche De Respinis. Ma Ferraro, per tutta la stagione, non ha mai avuto dubbi, concedendogli nella stragrande maggioranza dei casi la maglia da titolare. Fiducia da lui ricompensata con prestazioni sempre efficienti. In tanti, a lungo, gli hanno rimproverato la poca prolificità; ma in realtà il numero 99 non è che avesse avuto chissà quante occasioni da gol a partita, atteso che era costantemente impegnato ad abbassarsi sulla trequarti, fare a sportellate coi difensori e favorire l'inserimento dei compagni. E proprio grazie a questo straordinario lavoro sporco - altra arma segreta del Catania di quest'anno - tanti centrocampisti e mezzepunte hanno bucato spesso la rete, contribuendo al netto primato nella classifica dei gol fatti nel girone. I gol, comunque, sono arrivati con più costanza anche per lo stesso Manuel, nel girone di ritorno (degno di nota quello realizzato contro la Sancataldese). Della serie: zitti e mosca.

7) Marco Palermo

Fino a questo punto della graduatoria abbiamo "premiato" giocatori che sono stati a tutti gli effetti dei titolari fissi. Al 7° posto invece troviamo una riserva, che però ha avuto un impatto più significativo, rispetto a quello di molti compagni che hanno goduto di maggior minutaggio, sui risultati della squadra. Stiamo parlando di Marco Palermo, altra pedina letale di Ferraro, soprattutto a gara in corso. Le sue qualità (dinamismo, inserimenti, fiuto del gol) si sono rivelate decisive per risolvere molte partite che si erano un po' complicate. Con 8 gol complessivi tra campionato e Poule Scudetto, è il secondo miglior marcatore stagionale, insieme a Russotto e Jefferson e dietro Sarao. Niente male per un centrocampista che ha giocato giusto la metà (1.400) dei minuti disponibili (poco più di 3.000). E che si è tolto pure lo sfizio di realizzare a Caltanissetta contro il Canicattì il gol del vantaggio decisivo (il momentaneo 1-2) ai fini della vittoria che ha portato in dote la matematica promozione.

Marco Palermo esulta dopo il gol al Canicattì

8) Mattia Vitale

Strategicamente è stato forse l'acquisto più importante del Catania. Perché il regolamento imponeva almeno un 2004 in campo e, vista la verdissima età, non era facile individuare un giocatore in grado non solo di farsi trovare pronto ed essere all'altezza, ma anche di farlo praticamente per tutta la stagione. Ed è proprio ciò che ha fatto Mattia Vitale. Al netto di rari momenti in cui ha pagato il proprio deficit di maturità, legato ad un carattere che aveva ancora qualche angolo da smussare, si è contraddistinto in campo evidenziando una certa personalità, nonché intelligenza tattica ed anche discrete doti tecniche. Per tali caratteristiche ed anche per la propria struttura fisica importante ricorda vagamente Gennaro Delvecchio, al quale lo accomuna altresì una certa propensione al gol, spesso di testa. Il suo limite, dettato fisiologicamente dall'inesperienza e dallo sforzo richiestogli da Ferraro che lo ha "sfiancato" non sostituendolo praticamente mai quando impiegato, è stato quello di giocare a sprazzi ed assentarsi in alcune fasi di molte partite. Ma il tempo gioca a suo favore in tal senso.

9) Andrea Russotto

Per minutaggio è l'11° giocatore più utilizzato da Ferraro, quindi si potrebbe considerare un titolare, ma in realtà per larghi tratti del campionato Andrea è stato impiegato nel ruolo a lui congeniale di "spacca-partite" grazie ai propri cambi di passo, subentrando dalla panchina nella ripresa. Infatti ha giocato giusto qualche minuto in più rispetto al "dodicesimo uomo" Marco Palermo. Il "posto fisso" dal 1° minuto lo ha ottenuto solo nel finale di stagione, durante il quale il mister lo ha preferito a De Luca in virtù dello straordinario stato di forma del numero 7. Gli 8 gol e 5 assist distribuiti equamente nell'intero cammino testimoniano il contributo fattivo del fantasista romano.

10) Francesco Lodi

Il più romantico ed iconico tra i ritorni. Su di lui aleggiavano dubbi a causa dell'età avanzata. Li ha fugati in buona parte, mantenendo un ottimo stato di forma per tutta la stagione e distinguendosi per la propria voglia di giocare e vincere, trasmessa alla squadra, da capitano e leader, anche negli allenamenti. Al cospetto di avversarie che si rintanavano in difesa lasciando giocare il Catania, sono emerse le sue ben note doti in cabina di regia; ha incontrato qualche difficoltà in più, comunque non perdendo mai la bussola, contro squadre più aggressive. Le 39 primavere, ad ogni modo, ogni tanto hanno pesato. Evidente, in tal senso, la sua involuzione sui calci piazzati: 3 rigori sbagliati su 6 calciati ed un solo gol su punizione realizzato (a Ragusa alla prima giornata, con la complicità del portiere).

11) Vincenzo Sarno

Uno dei tanti sfizi ai quali la dirigenza - considerata l'assenza di rivali degne di nota - avrebbe potuto, ma non ha voluto, rinunciare, tesserandolo a campionato già iniziato. Il numero 30 ha ripagato la fiducia mostrando lampi della sua classe nelle fasi della stagione in cui il suo martoriato fisico glielo ha concesso. E' stato spesso decisivo, sia partendo dall'inizio che a gara in corso; sia sviluppando trame di gioco che distinguendosi sui calci piazzati (ben 2 gol dalla bandierina, pur aiutati da deviazioni fortunose). Soprattutto, nella parte centrale del girone d'andata ha costituito con Rapisarda un asse sulla quale il Catania ha costruito buona parte delle proprie vittorie, con gli avversari che non ci hanno capito nulla a lungo. Dopo un primo contrattempo fisico che lo ha tenuto fuori per un mese all'inizio del girone di ritorno, era rientrato col solito piglio, confezionando da subentrato 1 gol e 2 assist in 3 partite, prima che il legamento crociato lo stoppasse definitivamente per quest'annata. In proporzione ai minuti giocati, il suo rendimento è stato tra i migliori e forse meriterebbe un miglior posizionamento in questa classifica, ma i lunghi stop hanno consentito a tanti suoi compagni di conquistare una vetrina maggiore.

Vincenzo Sarno, fantasia al servizio del Catania

12) Klavs Bethers

Diciamo la verità: non abbiamo potuto appurare sino in fondo le qualità del guardiapali lettone, considerando che il Catania ha giocato quasi tutte le partite nelle metà campo avversarie, subendo pochi tiri e conseguentemente pochi gol, con una difesa che è stata nettamente la meno battuta del girone. Ad onor del vero, nell'unica partita in cui gli etnei hanno subito un continuo tiro al bersaglio, quella col Brindisi nella Poule Scudetto, Bethers si è esaltato con un miracolo dietro l'altro. Ma non lo si può valutare appieno solo sulla base di quel match. Per il resto va riconosciuto che l'estremo difensore giunto in prestito dal Piacenza ha dato il suo contributo sfoderando ottimi interventi quando chiamato in causa e denotando una tendenziale sicurezza, che è però venuta meno in alcune circostanze, come a Castellabate contro il Santa Maria Cilento (buona parte della responsabilità della prima sconfitta stagionale è sua) o a Locri contro il San Luca (sorpreso dal tiro del momentaneo pareggio di Fiumara).

13) Aniello Boccia

Unico "fedelissimo" che ha seguito Ferraro dopo la felice comune esperienza al Giugliano, la sua presenza in organico si è rivelata strategicamente azzeccata. Il suo status di under è tornato utile ogniqualvolta occorreva cambiare - per necessità o per scelta - qualcosa in difesa, oppure quando il mister ha deciso di varare un attacco tutto over. Nel suo ruolo naturale di terzino destro è stato chiuso per tutta la stagione dal totem Rapisarda, ma si è saputo ritagliare e ricavare un discreto spazio sulla corsia opposta, alla quale si è adattato rapidamente e con profitto. Anche lui, come gli altri under già esaminati, ha mostrato notevoli segnali di crescita settimana dopo settimana, nonostante un impiego meno costante.

14) Michele Somma

In avvio di stagione è apparso un po' l'anello debole della linea difensiva elaborata sin dalle prime battute dal tecnico etneo. Non perché giocasse male, ma perché il livello dei compagni di reparto appariva superiore al suo. Inoltre è stato l'unico del quartetto ad essere messo qualche volta in discussione da Ferraro (che in un paio di match gli ha preferito dal primo minuto Ferrara, con scarsi esiti). Ad ogni modo, il difensore romano partita dopo partita si è "messo in pari" ed ha legittimato la titolarità definitivamente acquisita tra la fine del girone d'andata e l'inizio del girone di ritorno. Le amnesie difensive registratesi in sua assenza, dopo il suo infortunio, nelle ultime partite tra campionato e Poule Scudetto hanno dimostrato quanto il contributo di Somma fosse importante negli equilibri di squadra. 

15) Giuseppe De Luca

Uno dei colpi di mercato a effetto di inizio stagione, dal quale era lecito attendersi qualcosa in più. Ma la "zanzara" ha dalla sua qualche attenuante: in primo luogo una fiducia ad intermittenza da parte di Ferraro; soprattutto, l'impiego di una posizione di attaccante esterno, che pure lui aveva già ricoperto a più riprese in carriera, ma nell'ambito di una squadra votata all'attacco, con tre attaccanti puri schierati ad ogni partita, coi quali dividersi spazi ma anche lavoro di sacrificio in copertura. Considerate tutte queste circostanze, in fin dei conti la sua non è stata una cattiva stagione, col 10° posto nella classifica dei giocatori più impiegati e con 7 gol realizzati, 5 dei quali nel momento clou della stagione, quello della striscia di vittorie che, da Catania-Trapani in avanti, ha condotto alla conquista della promozione con ben sei turni d'anticipo. Pertanto riteniamo che meriti un posizionamento in questa graduatoria.

De Luca, l'uomo dai gol pesanti fuori casa

E gli altri?

Circoscrivendo la classifica ai migliori 15 inevitabilmente si sono registrate esclusioni in alcuni casi dolorose. Su tutte quella di Jefferson, tra i più amati dai tifosi sia per i gol (8 in totale, secondo miglior marcatore stagionale) che per la simpatia, sfoggiata spesso e volentieri anche sui social. L'attaccante brasiliano paga il fatto di aver dato il meglio di sé solo nella prima parte di stagione e di aver trovato con più facilità la via del gol quando è stato impiegato a gara in corso, sfruttando la stanchezza degli avversari e i maggiori spazi conseguentemente concessi. Peraltro si è trattato quasi sempre di gol utili a chiudere le partite, ma non decisivi in senso stretto per vincerle. Nelle rare occasioni in cui è partito dal 1° minuto, inoltre, è apparso abbastanza evanescente. Nel complesso, ha comunque messo anche lui un significativo sigillo su questa incredibile stagione. L'under Michele Forchignone era stato protagonista di un ottimo avvio di campionato, durante il quale aveva conquistato momentaneamente un posto tra i titolari in virtù del suo status di under e dell'infortunio occorso a Chiarella. L'esterno di proprietà del Sassuolo ha mostrato in tale fase buone qualità in termini di dribbling ed accelerazione, ma anche tanti aspetti nei quali necessita di una certa maturazione. Nel prosieguo di stagione, stritolato dalla concorrenza, è sparito dai radar. Per il resto, davvero pochi giudizi possono essere formulati sui vari Groaz, De Respinis, Lubishtani, Pedicone, Ferrara, Buffa, Chinnici, Baldassar, Di Grazia, Bani, Alessandro Russotto, tutti utilizzati col contagocce.

Qualche parola in più si può invece spendere sulle delusioni d'annata, che rispondono al nome di Giuseppe Giovinco e Gianluca Litteri. Il primo paga l'organico extra-large costruito - oltre le reali necessità - dalla società, nonché il modulo prescelto da Ferraro, al quale era meno adattabile rispetto a molti altri colleghi del reparto d'attacco. Se è vero che avuto troppo poco spazio, è altrettanto vero che sia nelle poche chances da titolare, che a gara in corso, non è riuscito a guadagnare maggiore credito, con prestazioni spesso contraddistinte da un'anarchica occupazione degli spazi sul terreno di gioco, con lampi di genio isolati come il gol capolavoro contro il Locri. Ancor più amara l'annata del numero 9, maledettamente compromessa dai problemi fisici, con l'operazione al tallone che lo ha tagliato fuori per tutto il girone d'andata. Poi, però, per sua stessa ammissione, nella seconda parte del campionato, pur essendo recuperato, è stato ignorato da Ferraro, un tecnico che, per quanto integralista, comunque un minimo di spazio l'ha concesso un po' a tutti in attacco. Per certi versi Litteri è stato scaricato a gennaio anche dalla società, che si è cautelata con l'acquisto di De Respinis. Resta ingiudicabile per i pochissimi minuti in cui lo si è visto in azione.

"Jeff", il bomber del girone d'andata