Immeritata, ma figlia di evidenti limiti difensivi...

Baldini e Zeman hanno onorato il Calcio, con la

Baldini e Zeman hanno onorato il Calcio, con la "c" maiuscola... 

Max Licari sulla sconfitta in extremis contro il Foggia. Bene Russini e Izco, ingenuo Ercolani. Adesso, la vera Battaglia...

Rammarico e consapevolezza dei limiti
Era accaduto con un’altra pugliese, il Bari. Questa volta è il Foggia di Zeman a portare via i tre punti dal “Massimino” al 94’, al termine di una partita equilibrata in cui i rossazzurri non avrebbero assolutamente meritato la sconfitta, avendo avuto la possibilità, addirittura, di chiudere la gara, raddoppiando, sul risultato di 1-0. Ma il calcio è questo. Gode il Foggia (e i suoi tifosi, giunti numerosi a Catania), bravo a capitalizzare il marchiano errore di Ercolani a tempo scaduto, un fallo da rigore inconcepibile a questi livelli. Magari, la prossima volta, visto che la Dea Bendata ultimamente non si è mostrata benevola con i colori rossazzurri, festeggerà il Catania una vittoria all’ultimo secondo, non meritata. Quest’anno, purtroppo, non è mai capitato. Ovviamente, al di là della sfortuna, non si può derubricare la sconfitta al cospetto dei rossoneri a titolo di mera casualità. I limiti ci sono e si palesano tutti nel reparto difensivo. Se con Bari, Avellino, Campobasso e Foggia il Catania ha, sostanzialmente, perso 6 punti in prossimità del 90’ o anche dopo, la colpa non può essere addossata unicamente al destino cinico e baro. Il pacchetto dei centrali difensivi non ha quasi mai retto fino in fondo, in fatto di concentrazione e attenzione. Eppure, sia Ercolani sia Monteagudo non è che avessero disputato una cattiva partita. Anzi, l’argentino ha fatto decisamente bene, non sbagliando nulla, mentre l’ex Manchester United, fino al disgraziato episodio del rigore, forse aveva disputato la sua miglior prestazione stagionale. Tuttavia, se hai dei limiti, essi si possono manifestare in qualsiasi momento, specialmente nelle fasi più calde, nella maggior parte dei casi nei finali di match. Peccato, perché questa partita, contro un buon ma non trascendentale Foggia, si poteva vincere. E la si sarebbe vinta, ci mettiamo la mano sul fuoco, se solo al centro dell’attacco non fosse venuto a mancare Luca Moro. Con il giovane centravanti della nazionale Under 20, questa gara sarebbe finita con due reti di scarto. Non che Sipos non si sia impegnato, anzi. Ha corso tanto, ha tenuto bene palla, ha fatto pressing, ha lavorato bene. Ma un centravanti deve fare gol e le due clamorose occasioni avute a tu per tu con Alastra le ha fallite. Soprattutto la prima, al 55’, avrebbe deposto una pietra tombale sulla partita. Comunque, la prestazione c’è stata, in formazione ampiamente rimaneggiata (mancavano almeno quattro titolari essenziali: Claiton, Zanchi, Greco e Moro), come testimoniato dagli applausi finali dei tifosi rossazzurri. Questa squadra, sotto tale profilo, non delude mai. Il pareggio sarebbe stato un risultato assai più giusto, considerato che anche il Foggia aveva sbagliato un paio di gol clamorosi (in specie con Tuzzo). Il rammarico c’è, dunque, e appare legittimo. Bisogna, però, prenderne atto, resettare e andare avanti. Domenica prossima si andrà a Taranto, trasferta tradizionalmente ostica. Non dimenticando, altresì, che la partita più importante si giocherà in procura. La Sigi dovrà presentare garanzie robuste al fine di convincere il dottor Regolo a non dar seguito alla procedura fallimentare nei confronti della società etnea. Quindi, fari puntati sull’argomento più rilevante, non tralasciando, correttamente, di celebrare questi ragazzi e questo allenatore. Sì, celebrare. Anche in caso di una sconfitta! Lo ribadiamo con forza: hanno onorato la maglia fino all’ultimo minuto, tutti, senza risparmiare una goccia di sudore. È questo ciò che desiderano i tifosi del Liotru dai propri giocatori. Ora e sempre.

Gran primo tempo, ripresa in calo, ma le assenze si sono rivelate decisive
Non è facile giocare contro un avversario valido, per giunta motivato dalla “mazzata” giunta in settimana (4 punti di penalizzazione per irregolarità societarie), senza mezza squadra. Il Catania lo ha fatto e anche bene. Buono l’approccio alla gara del 4-3-3 di Baldini, il quale sceglie la via della logica, inserendo Ropolo (terzino sinistro di ruolo) al posto di Zanchi, Izco a rilevare Greco e il tridente Ceccarelli-Sipos-Russini. I rossazzurri pressano subito alto il Foggia, evidenziandone le pecche in fase di palleggio in difesa (male Martino e Sciacca), e recuperando molti palloni potenzialmente pericolosi sulla trequarti avversaria. Il gol di Russini al 6’ (quinto stagionale) nasce da un azione similare, conclusa da un cross dalla destra raccolto dall’ex cesenate, bravo a sparare un destro fortissimo che piega le mani di Alastra e si spegne in rete. Il Catania è bravo a rimanere sempre in pressione, concedendo rare ripartenze ai pugliesi, in evidente difficoltà. Solo un paio di volte, con l’ex Curcio (tiro deviato da Sala) e Tuzzo (colpo di testa a lato da buona posizione), i rossoneri si presentano in area rossazzurra, mentre diverse sono le potenziali occasioni fallite da Ceccarelli e soci nei pressi dell’estremo difensore ospite. È sempre l’ultimo passaggio a difettare. Ottima partita dello stesso Russini, sempre una spina nel fianco della difesa pugliese, nonché del buon Marianito, apparso davvero rinato in queste ultime gare. Nella ripresa, il calo fisico del Catania comincia a manifestarsi precocemente, aggravato dalle contromosse di Zeman che mette subito dentro al 46’ i pimpanti Gallo (per Maselli) e Ferrante (per Mercaj). Il Foggia inizia a premere e il Catania a rinculare. Clamorosa la palla gol fallita ancora da Tuzzo dopo un paio di minuti dal fischio d’inizio della seconda frazione, così come pericolosi si rendono Curcio, Ferrante e Garofalo nei successivi minuti. Tuttavia, al 55’, come già ricordato, è il Catania a fallire il match point con Sipos (nell’occasione, bellissima la percussione centrale e l’assist di Izco). E lì la partita gira. Baldini tenta di correre ai ripari, inserendo forze fresche (Biondi per Russini e Provenzano per Izco), ma il Foggia perviene al pareggio. Punizione centrale dai venti metri di Peterman, Sala respinge centralmente e non lateralmente (incerto, ancora una volta, il portiere etneo), il subentrato Gallo ribadisce in gol da pochi metri. Gli ospiti paiono averne di più, ma è il Catania (che al 82’ aveva inserito Albertini per Ceccarelli e Cataldi per Maldonado), ad avere la palla del match: al 86’ Sipos non devia, a due passi da Alastra, una splendida rasoiata di Albertini dalla destra. Quando sbagli un’occasione del genere, poi il calcio ti punisce, come puntualmente accaduto al 93’ in occasione del già ricordato rigore causato maldestramente da Ercolani: grave l’ingenuità del giovane difensore, che si fa aggirare da Ferrante, travolgendolo in piena area. Il signor Giaccaglia non può far altro che decretare la massima punizione, ben trasformata dal medesimo Ferrante. Il Foggia vince, ma il Catania può ampiamente recriminare. Nota a margine, soddisfazione per il giovanissimo attaccante della Primavera 3 rossazzurra Flavio Russo, entrato nei minuti finali al posto dello sfinito Sipos.

Più che Taranto, la Procura…
Lo abbiamo già sottolineato sopra: la gara più importante, quella decisiva, si giocherà in procura giorno 16 di novembre. Se la Sigi, come adombrato dal pagamento delle spettanze di agosto e settembre, insieme ad altri "arretrati" (tirando fuori dai 500.000 ai 600.000 euro), e dalla comunicazione dell’ingresso in scena di un gruppo inglese (che avrebbe già partecipato ai pagamenti, assicurando una somma di circa 200.000 euro) o di altri interlocutori credibili, ha delle carte serie da giocarsi al fine di evitare il fallimento e rilanciare il Catania (per il quale, ribadiamo, l’unica strada è, in ogni caso, il passaggio definitivo ad altro proprietario), che lo faccia senza indugi. Altrimenti, che si dia il via a un iter diverso. Un iter che avrà una origine storica incontrovertibile: vecchia gestione e nuova, insieme a braccetto a fare da carnefici a 75 anni di storia e gloria. Let's go, Liotru, let's go!!!