Il volto di Stefania Sberna sulle mura del Cibali

Il volto sorridente di Stefania Sberna impresso in via Fava dall'artista Giuseppe D'Amico

Il volto sorridente di Stefania Sberna impresso in via Fava dall'artista Giuseppe D'Amico 

L'immagine dell'indimenticata e indimenticabile voce del ''Massimino'' immortalata sulle mura dello stadio catanese

Domenica di fine maggio, ora di pranzo. L’assolata piazza Spedini è vuota. I pochi esercizi commerciali aperti espletano con sapienza le procedure di chiusura, smantellando esposizioni di merce e rientrandole ordinatamente all’interno delle botteghe.

C’è silenzio in quella parte di città, generalmente affollata e brulicante di rosso e di azzurro. Non questa domenica però, non in questo week-end. La stagione sportiva del Catania è finita neanche 15 giorni fa, con l’amara e beffarda vittoria di Pescara, ininfluente ai fini della qualificazione alla fase successiva dei play-off. Il pallone non rotola più. Ha smesso di farlo, almeno per questa stagione.

Nel grande slargo sul quale sorge il “Massimino”, sul quale trionfano in lontananza la Chiesa di Cibali, sita in piazza Bonadies, e ancor più distante la maestosità dell’Etna, m’imbatto in un padre che tiene per mano con tenerezza il figlioletto che, a occhio e croce, dovrebbe avere una decina d’anni. I due, baciati dal sole di maggio, passeggiano lungo la piazza, con il piccolino che ammira la maestosità del vecchio Cibali, mentre il padre, nelle vesti di Cicerone, descrive con semplicità il tempio del calcio catanese.

Io osservo, in silenzio, incantato da quella scena fino a quando i due “turisti indigeni” si avvicinano ancor di più. In quel momento, il creativo papà, ha cambiato le sembianze: non è più un Cicerone, ma un radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto.

Infatti, con tanta mia sorprendente meraviglia, ascolto beatamente la radiocronaca di chissà quale partita trionfale della storia rossazzurra. Poco importa quale sia nella fattispecie, talmente sia elevata la magia di quel momento. Mi faccio prendere dall’entusiasmo, mi calo rapidamente nella parte, e quando i due sono a pochi passi da me mi lascio andare in un “Goool!” alzando al cielo i pugni, strappando dai due un sorriso compiaciuto.

È un attimo, breve ma intenso. Mi giro poi verso la facciata del “Massimino”, poi abbasso lo sguardo sul mio smartphone, ammirando le foto scattate una decina di minuti prima. Sono quelle del murale dedicato all’indimenticabile Stefania Sberna, voce unica del “Massimino” per un trentennio, immortalata dall’artista Giuseppe D’Amico nella parete che sorge accanto ai botteghini di via Fava, quasi all’angolo con via Ferrante Aporti.

Ad ogni gol del Catania, vero o soltanto immaginato, il pensiero non può che andare a lei, alla sua voce calda e entusiasmante, grondante di passione e rossazzurro. Non so quale azione, quale gol, abbia descritto il padre di quel bambino. Non so chi sia stato a realizzare quella rete.

Di certo, però, so come sarebbe stato l’annuncio all’interno dello stadio: “Per il Catania, ha segnato...

Un’altra volta ancora, per sempre, cara Stefania