Cosi di Catania (Calcio): Corsi e ricorsi

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La "triade" Alfio Luciano Massimino, Turi Massimino e Angelo Attaguile (Foto: Archivio Tutto il Catania minuto per minuto) 

Nuovo appuntamento con la rubrica del nostro Alessandro Russo

Buongiorno, buongiorno, rieccoci qui.

Nel campionato passato abbiamo sbagliato quasi tutto e abbiamo sbagliato pressoché tutti, in particolar modo noi abbonati; il nuovo campionato dovrebbe cominciare giorno venticinque agosto ma può darsi che verrà anticipato a venerdì nove agosto, almeno così ho sentito dire in giro.

Benvenuti alla puntata numero cinquantatré della rubrica “Cosi di Catania (calcio).”

Facciamo una cosa.

Facciamo finta di non esser più qua, sarebbe a dire nell’agosto del duemilaventiquattro, piuttosto traslochiamo insieme e di botto nell’agosto del millenovecentonovantuno.

“Eravamo quattro amici al bar” canta il buon Gino Paoli, il presidente della Repubblica si chiama Francesco Cossiga, mentre primo ministro è il buon Giulio Andreotti. Il presidente del Catania si chiama Salvatore Massimino ed è stato alla guida del Messina, ha sessant’anni e costruisce palazzi. Accanto a lui, tutti i giorni “acca ventiquattro” c’è un politico quarantacinquenne di Grammichele che risponde al nome di Angelo Attaguile, soprannominato il “copresidente”.  L’amministratore delegato rossazzurro è invece Alfio Luciano Massimino, ha trentun anni ma nessuna esperienza calcistica. “Questo Catania - afferma - è per me una scommessa con me stesso. Nel rilancio del calcio scorgo un trampolino anche per le altre fasce sociali della città”. L’allenatore, mister Pino Caramanno, nato a Piana degli Albanesi, ha cinquantadue anni; artefice del rilancio di Palermo e Foggia, è uno dal carattere forte con un buon pedigree in quanto a promozioni.

Giuseppe "Pino" Caramanno alla guida del Catania (Foto: Archivio Tutto il Catania minuto per minuto)

Il Calcio Catania 1946 s.p.a, è in procinto di partecipare al quinto campionato consecutivo di terza serie ma ancora non sa che il suo numero di matricola è l’undicimilasettecento. In città, frattanto, non manca la solita eccitazione, dal momento che un po’ tutti son convinti che alla fine del torneo di pallone novantuno-novantadue saremo di nuovo in B.

“Un grande Catania fa grande Catania” ripetono le radio e le tivù, però prima è necessario iscriversi e per far questo si devono presentare le fidejussioni.  

“Il momento è delicato - dice La Sicilia - ci vogliono quatto miliardi e mezzo o si rischia di scomparire, come è successo all’Enna.”

Andiamo adesso a conoscere i nuovi calciatori rossazzurri che ad uno ad uno son scesi quaggiù all’ombra dell’Etna. Il primo si chiama Maurizio Spigarelli, ha ventisei anni ed è un cosiddetto “mastino” di centrocampo. Con lui ci sono i portieri Fabrizio Grilli e Angelo Conticelli, i difensori Giovanni Colasante, Giordano Caini e Walter Dondoni, i centrocampisti Enrico Botti, Pierluigi Nicoli, Gianfranco Palmisano e Massimiliano Caliari.

Codesti puntelli costano quattro miliardi ma poco importa: sono soldi ben spesi.

Il quartier generale del ritiro precampionato estivo è in un grazioso borgo circondato da boschi e montagne a pochi chilometri dalla riviera adriatica: Piobbico.  Ora veniamo però alle dolenti note che quelle, come le zanzare nella canicola estiva, non mancano mai: perdindirindina. Tutti i santi giorni infatti il Massimino senior, l’Attaguile e il Massimino junior, telefonano al primo cittadino di Catania, il buon Peppino Azzaro, allo scopo che venga risolta una volta per tutte la questione “Cibali” e il Comune eroghi un po’ di soldini al Catania amo’ di contributi. Complessivamente l’umore del terzetto esecutivo è comunque buono e l’ottimismo continua ad abbondare.

A ogni buon conto, passa qualche giorno e purtroppo dei contributi che erano stati promessi dai politici non si scorge nemmeno l’ombra. A questo punto allora il trittico dirigenziale si incazza di brutto e decide di sospendere gli allenamenti dei giocatori.

Catania 1991-92 (Foto: Archivio Tutto il Catania minuto per minuto)

Più che una protesta pare un suicidio ma intanto esplode pure il pasticciaccio delle fidejussioni fantasma. I contratti non vengono infatti ratificati e saltano gli ingaggi estivi.

Il diciotto agosto millenovecentonovantuno però s’avvicina. In programma in piazza Spedini c’è l’esordio ufficiale di Coppa Italia,  a cui i nuovi acquisti, tranne il portiere Angelo Conticelli, non potranno partecipare.

«La società è debole - tuona Caramanno -, impossibile andare avanti così!»

Pertanto, nella distinta ufficiale della gara, quel giorno, ci son scritti i nomi e i cognomi di diversi ragazzi della Berretti  e quelli di qualche titolare dell’anno passato.

Quella domenica pomeriggio, il Catania  è di pastafrolla, l’Acireale d’acciaio.

I rossazzurri vagano senza una meta precisa e incassano quattro  polpette granata.

Pino Caramanno non ci sta e scappa a casa.

«Rimborsateci gli abbonamenti!» -urlano a ragione i tifosi

 

Stadio Cibali di Catania, domenica 18 agosto 1991

Primo turno di Coppa Italia, fase eliminatoria a gironi

CATANIA-ACIREALE 1-4

Catania: Conticelli, Maccarrone (46’ Privitera), Del Vecchio, Sciuto (57’ Genovese), Mattei, Vanzetto, Gianguzzo, Riganò, Cipriani, Biondi, Cecconi.

Acireale: Merlo, Bonanno, Compagno, Chico, Infantino, Migliaccio, Palladino, Moncado, Di Dio, Favi, Nuccio.

Arbitro: Racalbuto di Gallarate.

Gol: 9’ Cecconi, 37’ Infantino, 52’ e 78’ Di Dio, 79’ Nuccio.