Casertana-Catania: profumo di battaglia al “Pinto”
Caserta contro Catania, Halloween o no, è una partita da nervi tesi, da uomini in piedi fino al novantesimo
C’è un’aria strana, quasi densa di presagio, nella notte di Halloween che accoglie il Catania a Caserta. Una notte da lupi, da uomini veri. Quattro vittorie di fila, scalpi pesanti come Salernitana e Benevento nel carniere, il popolo rossazzurro che ha ripreso a respirare calcio con la stessa intensità con cui l’Etna fuma quando si prepara a ruggire.
Mimmo Toscano e l’arte della resistenza
Il tecnico rossazzurro lo ripete con la calma di chi conosce il mestiere: “Il bello viene ora”. Non è solo una frase fatta: è un manifesto. Toscano parla di resistenza mentale. Le sue parole hanno un tono lucido perchè in Serie C ogni partita è una prova di sopravvivenza tattica e psicologica. “Abbiamo vinto quattro partite, sì, ma non conta: adesso dobbiamo consolidarci.” È il linguaggio di chi allena la fame, non il compiacimento.
Il Catania di oggi: un organismo che si muove a memoria
Questo Catania è una macchina che non si ferma, che ha trovato finalmente la sincronia tra il sudore e la geometria. Solo cinque gol subiti in undici gare, 9 clean sheet, e la sensazione che, se vai sotto, recuperare diventa un’impresa da manuale.
Non c’è spazio per l’estetica fine a sé stessa: si gioca con la schiena dritta e il cuore in pressione costante. C’è Dini che comanda come un generale di retrovia, c’è Quaini che tesse trame di fatica e cervello, c’è Cicerelli che inventa luce nel buio delle aree avversarie.
La trappola del “Pinto” e la sapienza tattica
La Casertana è squadra fiera e ostinata, guidata da Coppitelli, allenatore moderno e ragionatore. L’ha detto lui stesso: “Il Catania è la squadra più forte del campionato”. Una frase che nasconde rispetto e prudenza.
Coppitelli ha scelto il 3-4-3, ma Toscano sa bene che la partita sarà un mosaico di moduli, “tante gare in una sola”. E così prepara le sue contromisure: se loro mettono tre attaccanti, lui risponde con il sacrificio di un centrocampista; se si chiudono, libera le ali e lascia che la manovra esploda come lava.
Il popolo rossazzurro e la fede di una città
Catania, intanto, ribolle. Ventimila al “Massimino” la scorsa settimana, un entusiasmo che non si vedeva da tempo. “Catania è questa”, dice Toscano con un sorriso appena accennato, “la gente si riconosce nella squadra”.
È un calcio d’altri tempi, di quartieri e bandiere. È la Catania che si rialza, che vuole riprendersi il destino passo dopo passo.
La notte e il cuore
Caserta contro Catania, Halloween o no, è una partita da nervi tesi, da uomini in piedi fino al novantesimo. Toscano lo sa: servirà resistenza mentale, sì, ma anche quella scintilla di follia che trasforma l’ordine in vittoria.
E allora, come direbbe il vecchio Brera, “vince chi sa soffrire di più, chi riconosce nel dolore la più alta forma di talento”. Catania è pronta. La notte è lunga, ma l’alba — quella vera — ha i colori del fuoco e del mare.
