A lezione da Zeman

Baldini, lezione da Zeman...

Baldini, lezione da Zeman... 

Max Licari sulla debacle di Foggia. Giornata da dimenticare, male tutti, compreso il tecnico di Massa. Ad Avellino il riscatto?

Una autentica debacle
Sarebbe stato meglio non accadesse, ma è accaduto. Non è la prima volta che il Catania becca cinque reti, ma lo è in una sola frazione, la prima. Obiettivamente, la peggiore prestazione dell’era Baldini, squadra lenta, impacciata, svagata, inguardabile sotto il profilo tecnico ed agonistico. Ciò che fa più specie è proprio la mancanza di reazione, nel primo tempo, al diluvio foggiano. Si sa, quando le formazioni di Zeman sono in partita è difficile arginarle, ma è mancata proprio la grinta, la determinazione, la voglia di non piegarsi inesorabilmente a un destino segnato. La speranza è che si sia trattato di una giornata storta e nulla più, considerato che fra tre giorni si va ad Avellino, a giocare un recupero difficile contro un avversario di valore. Ripetere anche “a metà” la prestazione dello “Zaccheria” significherebbe andare incontro a un’altra umiliazione. E non potremmo permettercelo, anche per non macchiare un percorso fin qui “immacolato” a livello di applicazione ed attaccamento alla maglia. Nessun giocatore può essere esente, stavolta, da critiche dure in merito al rendimento in campo, tantomeno l’allenatore, messo sotto scacco dal maestro boemo e incapace di rispondere alle consuete trame offensive dettate “a memoria” che ne costituiscono il bagaglio tecnico. Certo, se ogni tiro scagliato in porta, da qualsiasi posizione (questo è realmente accaduto), finisce in fondo al sacco, la situazione diventa ancor più problematica; tuttavia, da inizio campionato è palese come uno dei problemi più evidenti dell’organico rossazzurro sia fra i pali, pertanto ci parrebbe perlomeno pleonastico additare come capro espiatorio Sala, anch’egli francamente imbarazzante in terra pugliese. I “satanelli” hanno meritatamente surclassato gli etnei in ogni zona del campo, trovando stoccate d’autore dalla corta o dalla lunga distanza, senza alcun tipo di contrapposizione da parte di uno spettrale Catania. E menomale che nella ripresa, anche con qualche cambio (ma il tecnico di Massa avrebbe dovuto sostituirne undici), gli uomini di Baldini sono riusciti a salvare la faccia, non consentendo ulteriori segnature ai padroni di casa, i quali si sono evidentemente accontentati, rallentando le operazioni, e agguantando il “contentino” della rete della “bandiera”, grazie a Greco, che insieme a Moro (in evidente calo di forma), dovrà saltare le prossime due gare a causa della convocazione nella Nazionale Under 20. Fare tragedie, ovviamente, sarebbe ingeneroso e inutile, visto che comunque questi ragazzi hanno sostanzialmente raggiunto il principale obiettivo stagionale con largo anticipo (addirittura, i playoff rimangono a tre lunghezze di distanza); però, chieder loro di evitare nelle ultime sei gare ulteriori “imbarcate” similari ci pare il minimo. Il match di Avellino, ravvicinatissimo e complicato, costituirà un cimento cruciale in questa direzione. Vedremo.

Il maestro surclassa l'allievo
Mister Baldini ha sempre rimarcato di individuare nell’esperto allenatore boemo il proprio punto di riferimento tecnico. E Zeman lo ha preso letteralmente in parola, impartendogli una lezione gratuita che verrà ricordata, supponiamo, a vita dallo stesso tecnico toscano. Il 4-3-3 rossonero, impostato sul trio d’attacco Merola-Ferrante-Curcio, ha fin dai primi secondi pressato alto e sommerso lo speculare (e lentissimo) modulo rossazzurro, andando a punirlo immediatamente. Merola, dopo venti secondi, mette dentro a porta vuota un cross dalla sinistra di Petermann e, da quel momento in poi, è un autentico incubo per Sala e soci. La tempesta foggiana si abbatte in 25’ sul Catania, con azioni tambureggianti, triangoli e verticalizzazioni in pieno stile Zeman. Il secondo e il terzo gol sono due conclusioni dalla distanza nemmeno “viste” dall’incerto portiere etneo; la prima, un tiro dai 20 metri, è un vero e proprio “gioiello” tecnico dell’ex rossazzurro Curcio; la seconda è un calcio di punizione dai 25 metri di Ferrante sullo stesso palo di Sala. Nessuna reazione, con il centrocampo composto da Provenzano, Rosaia e Greco in completa confusione e i due esterni d’attacco Biondi e Russini chiaramente fuori partita. Non vorremmo nemmeno affondare il coltello nella piaga, descrivendo le altre due segnature da record (nel senso che mai, nella sua storia, il Catania aveva incassato cinque gol in 45’). Basti considerare che la punizione vincente di Petermann dal limite e il facile colpo di testa sotto misura di Merola, che completa con una doppietta una sontuosa prestazione, costituiscono i cinque sesti delle conclusioni nello specchio della porta di Sala. In pratica, un tiro, un gol. Come detto sopra, nella ripresa, Baldini cambia subito, dentro Cataldi, Zanchi e Piccolo, e qualcosina, almeno in fatto di pressing alto, migliora. Nulla di eccezionale, ma il Catania abbozza la reazione e qualche azione offensiva in più, coronando il proprio inseguimento alla rete dell’onore al 77’ con un tocco sotto porta di Greco. Troppo poco, anche considerando che, con tutta evidenza, il Foggia non ha voluto affondare i colpi nei secondi 45’. Giornata da dimenticare. Nella speranza che sia solo un caso e non si manifesti qualche problema di concentrazione derivante dalle vicende societarie, dalla (quasi) acquisizione della società da parte di Benedetto Mancini alle dimissioni di Pellegrino alle voci su Perinetti…

Avellino, un’opportunità
Il Catania ha una fortuna, nella sfortuna del disastro di Foggia: si gioca quasi subito al “Partenio-Lombardi”. Ci sarà, quindi, la possibilità di immediato riscatto, a dimostrare che si sia trattato solo di una giornata storta. Mancheranno Greco e Moro, rientrerà Sipos. A Baldini e ai giocatori la palla… Let's go, Liotru, let's go!!!