Catania-sampdoria 4-2
Foto Barbagallo/ Free Lens
Auguri rossazzurri a tutti....
Degna conclusione di un’annata eccezionale. Partita splendida, emozionante, ben giocata, piena di colpi spettacolari e di sorprese, condita dalla giusta consacrazione per il miglior attaccante della storia rossazzurra, quel Gabbiano Gionatha Spinesi che, con la tripletta odierna, raggiunge quota 11 in classifica marcatori, 34 reti in due stagioni. Indispensabile. Bisognerebbe costruirgli addosso una statua d’oro. Oggi più che mai appaiono incomprensibili le critiche che spesso qualche tifoso gli ha rivolto, misconoscendone le caratteristiche e le qualità. È un uomo d’area che vive solo per il gol e solo in base a questo fondamentale obiettivo del gioco del calcio deve essere giudicato. Al momento è uno dei bomber migliori del calcio italiano e i catanesi dovrebbero gonfiare il petto per il sol onore di poterlo annoverare fra i propri i beniamini.
Ma è tutto il Catania a dover essere esaltato per quello che è riuscito a fare finora. Il quarto posto con una partita in meno quasi al termine del girone d’andata, dopo la storica promozione, costituisce un approdo assolutamente pazzesco per una piazza proveniente da lunghi anni di depressione. L’uomo-chiave, Marino, ormai considerato fra i migliori tecnici italiani, anche oggi ha dimostrato di avere la mentalità giusta per sfondare. Ha dato alla squadra un gioco (fra i più belli del campionato), un’anima e un’organizzazione anche mentale veramente invidiabili. Al cospetto di una squadra tosta e forte tecnicamente, malgrado l’assenza di bomber Quagliarella, il Catania ha mostrato i (molti) pregi e i difetti della sua “costituzione”. Gran gioco a centrocampo, possesso, palla, pressing, tantissime occasioni da rete a favore e un buon numero contro (del resto, un dato fotografa la filosofia mariniana: 26 reti fatte e 31 subite, più della metà delle quali, 18, nelle quattro partite contro le big del campionato). La Samp ha messo in difficoltà gli etnei soprattutto sulle palle alte, grazie agli arieti Bazzani e Bonazzoli, inseriti in coppia da Novellino a causa di qualche problema fisico dell’ottimo Flachi. Contro i due corazzieri in molti andrebbero in crisi , ma un gol subito (Palombo), uno annullato di un soffio (Bazzani) e un palo assai fortunoso (lo stesso Bazzani) evidenziano la forza della Samp e donano ancor più risalto alla grande forza d’animo del Catania.
Questa è una squadra che sa far male. E non solo con Spinesi. Straordinario Colucci, recuperato in extremis, bravo a tagliare e cucire, offrendo un contributo dinamico, oltre che di qualità, impensabile fino alla scorsa stagione. Un vero giocatore di categoria. Straordinario Caserta, alla terza marcatura stagionale, ormai maturo (e le tre gare con Milan e Samp, al cospetto di centrocampisti internazionali e finanche Campioni del Mondo, lo hanno consacrato) per traguardi ambiziosi. Straordinario Baiocco, capace di portare su palla come pochi in Serie A. Bravissimo il l”oco” Vargas, esterno sinistro che deve ancora crescere dal punt odi vista tattico, ma che mette in mostra potenzialità molto interessanti. Due cross molto belli dalla sinistra da parte del peruviano e due reti, a dimostrazione che in Serie A è la qualità a fare la differenza, se si pensa alle occasioni avute con Udinese e Milan di poter mettere palloni invitanti in mezzo dalla corsia mancina e non sfruttate a causa delle diverse caratteristiche di un giocatore generoso ma adattato in quel ruolo come Lucenti (a proposito, vanno approfondite le valutazioni sulle condizioni di Falsini, perché il Catania necessita in ogni caso di un’alternativa di ruolo a Vargas)
Tuttavia, consentiteci di mettere in primo piano un elemento forse troppo spesso dimenticato: Mark Edusei. Bravissimo, e non solo oggi, il ghanese a interdire a centrocampo e a far ripartire l’azione con precisione, senza mirabilie tecniche, ma con concretezza. In pochi credevano in lui ad Agosto e, invece, sta diventando protagonista. Contro tre forti giocatori di categoria con Palombo, Del Vecchio e Volpi, il regista rossazzurro (peraltro un ex doriano) ha messo in evidenza una condizione atletica invidiabile (e dire che ha saltato la preparazione) e una bravura tecnica da rimarcare.
Se a tutto questo aggiungiamo il chiaro segnale fornito da Topolinik Mascara, ancora non scintillante come al solito (alcune ripartenze il vero Mascara le avrebbe finalizzate in prima persona), ma in chiaro recupero anche psicologico, oltre che tecnico. Comportamento irreprensibile anche quando ammonito (giustamente) per simulazione e grande solidità mentale per quello che tornerà ad essere il valore aggiunto della compagine condotta dal Presidente Pulvirenti, punta dell’iceberg di una società che ha ottenuto grandi risultati con la forza di un progetto serio e del lavoro. Merita un 10.
Un'ultima considerazione sull’arbitro e sugli arbitri. Si può dire che, tutto sommato, finora non abbiano penalizzato eccessivamente il Catania; ma ciò non vuol dire perché bisogna essere giusti e onesti nelle valutazioni. Sono troppo, troppo scarsi, inadeguati alla categoria nella magior parte dei casi e bene ha fatto il Designatore Tedeschi a reintegrare nei quadri internazionali Paparesta che, al di là di qualsivoglia valutazione su alcuni aspetti morali del suo passato operato, è un buon arbitro, anni-luce più bravo rispetto ai Romeo, ai De Marco o ai Mazzoleni. Il fischietto di Bergamo oggi ha confermato di essere mediocre, sciorinando una prestazione piena di tante piccole pecche. Che abbia indovinato le cose macroscopiche (rigore e simulazione di Mascara) rende la sua prestazione da 5,5. Noi siamo innamorati del Catania, ma mai ci abbandoniamo alla facile equazione “Catania che vince=arbitro bravo”. Ha poca personalità e non può costituire un punto di riferimento. Ma, tant’è, godiamoci queste dolcissime feste e pensiamo solo al nostro grande Catania (che riprenderà ad allenarsi il 2 gennaio). Quarto, “a facci re ‘mmiriusi”. Let’s go, Liotru, let’s go.
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