Catania-Empoli
Foto Tano Zuccaro
Poche gocce per una farsa.
Cattive figure del genere possono concretizzarsi in tutto il proprio "fulgore" solo a Catania, la città dei ritardi amministrativi per antonomasia. Da anni si è sollecitato chi di competenza affinché ponga rimedio al cattivo stato di manutenzione del "green" del "Massimino" (di proprietà del Comune), eppure tutto è rimasto fermo, immobile, in maniera perlomeno irridente, quasi a dire ai tifosi innamorati del Liotru: "ma chi ni stati cuntannu, anzi ca avemu 'n campu"! (scusate l'uso del dialetto indigeno, ma quando ci vuole, ci vuole).
Peccato, però, che Catania sia una delle città più importanti d'Italia e che, dopo anni di "pane e salame", si ritrovi ora al quarto posto in classifica in Serie A e abbia i riflettori puntati addosso a livello nazionale ... ciò che non hanno messo in conto, appunto, coloro che dovrebbero essere deputati a impedire ciò che è accaduto oggi pomeriggio!
Infatti, la situazione non è più quella "comoda" di anni fa, gli anni dei campetti di periferia. Sballonzolati tra Tricase e affini, i tifosi subivano di tutto e le "malacumpasse" rimediate dalle inefficienze relative alla gestione del "Massimino" (tante, tantissime) non le prendeva in considerazione nessuno. Con somma goduria di chi nulla fa da sempre, facendone quasi un'arte. Adesso, gli stessi di sempre continuano a fare poco o nulla in merito a certe problematiche ampiamente segnalate, ma purtroppo, questa volta con somma goduria dei tifosi imbestialiti, la "malacumpassa" (epica) la "accucchiano" a livello nazionale e internazionale.
E' mai possibile, infatti, che poche gocce d'acqua cadute in un paio di giorni, nessun nubifragio da tregenda insomma, possano mettere in ginocchio un manto erboso e non far disputare una gara del massimo campionato italiano? Sì, è possibile, possibilissimo, a Catania.
Assolutamente penoso il drenaggio del campo, come scandaloso che nessuno vi abbia posto rimedio in tutti questi anni, quando lo si sapeva benissimo. Eppure, ogni santa estate ci tuffiamo nella solita litania dell'inaguadezza della manutenzione del campo, in estate ai livelli pensiamo di 'Ndiaye o Timbuctu, ovvero dell'incredibile mancanza di strutturazione di un drenaggio accettabile. E meno male che si tratta di Catania, in buona sostanza una città in cui non piove mai. E se la nostra città si trovasse in una zona similare, per dire, a Bergamo o Mantova, quante partite si giocherebbero in una stagione?
Incredibile, assolutamente incredibile. Noi continuiamo a dire che sia necessario uno stadio nuovo e lo ripeteremo all'infinito. Tuttavia, se al momento non è possibile averlo, almeno che si assicuri una gestione da Paese civile a quello che abbiamo. Altrimenti si continuerà a far ridere l'Italia.
E non si venga fuori con boutade, per favore, del tipo che il Catania sia stato fortunato a non giocare, dato che (si sente dire) un campo così avrebbe penalizzato una squadra abituata a giocare palla a terra come quella rossazzurra. O che, magari, il rinvio potrebbe aiutare Baiocco e compagni a conservare energie preziose in vista del doppio confronto ravvicinato con Milan e Samp. No. In questo frangente il Catania va a mille in specie fra le mura amiche e sarebbe stato utile sfruttare la condizione di forma favorevolissima e il "trend" positivo. A gennaio (il 24, presumibilmente), quando si recupererà il match, sarà un'altra storia.
La storia della "malacumpassa", comunque, rimarrà imperitura.
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