Vuoto a Rende...re

Biondi, primo fondamentale sigillo in campionato....

Biondi, primo fondamentale sigillo in campionato.... 

Max Licari sul sofferto successo contro il Rende. Prestazione deludente, buono solo il risultato nel deserto del "Massimino".

Solo il risultato
Se Lucarelli pensava di aver miracolosamente imboccato la via di una lazzaresca resurrezione, potrà agilmente comprendere da questa gara del “Massimino” contro il fanalino di coda Rende come tale illusione possa immediatamente essere sepolta nei più tortuosi recessi del suo subconscio. Dalle rape non si cava sangue, purtroppo. Dal Catania (mal) costruito in estate nemmeno il pur bravo tecnico labronico potrà tirar fuori più di quello che è e può dare: una formazione da quinto-sesto-settimo posto (massimo), con caratteristiche inadatte a primeggiare in una categoria come la Serie C e in un girone come quello meridionale, dove le doti agonistiche prevalgono su tutto e tutti. Accogliamo benevolmente, tuttavia, l’unico elemento positivo del match, gli stiracchiati tre punti conquistati con il consueto patema d’animo finale, buoni per il morale e per la classifica. Il minifilotto (tre successi di fila, uno in Coppa Italia e due in campionato) concede respiro a capitan Biagianti e soci, ma poche certezze. Per esempio, se il Catania ripeterà la modestissima prestazione sciorinata al cospetto dell’undici di mister Tricarico, con ragionevole certezza tornerà con le pive nel sacco da Pagani (un recupero assai importante, quello di mercoledì), considerato che la formazione campana risulta di tutt’altra pasta rispetto ai pur volenterosi ragazzi calabresi. La speranza è che il trainer rossazzurro, in questi tre giorni, riesca a trovare il modo di proporre variazioni di formazione funzionali a una migliore resa in campo. Tutto sommato, con i sei punti conquistati nelle ultime due gare, i presupposti per scendere in campo al “Torre” con un pizzico di serenità in più ci sono, a patto di affrontare la gara in maniera del tutto differente. Infatti, dopo un buon quarto d’ora iniziale, peraltro condito da una clamorosa palla gol fallita da Mazzarani e dalla prima rete in campionato (seconda, dopo quella realizzata in Coppa Italia a Potenza) del catanesissimo Biondi, gli etnei hanno cominciato inspiegabilmente a “sedersi” in campo, cercando di gestire la partita, nella presunzione (sucida, visti i risultati finora conseguiti) di poter comunque portare a casa il risultato in virtù di una certa superiorità tecnica. Strategia pericolosissima (abbiamo visto chiaramente, in specie nella ripresa, Lucarelli infuriarsi di brutto) che, per poco, non conduceva alla classica “frittata” già impiattata ai (pochi) sbigottiti tifosi rossazzurri in occasioni dei tre punti gettati al vento nel match interno con il Bisceglie “ebaguiano”. Alibi, come al solito, non ne concediamo. Possiamo solo constatare come, innegabilmente, l’assenza del caloroso incitamento delle curve si faccia fortemente sentire. L’auspicio è che questa delicatissima situazione possa in qualche modo risolversi, riportando allo stadio un elemento insostituibile di ogni successo del Liotru. Nel silenzio del “Massimino”, solo un pizzico di fortuna (la traversa di Nossa a mezzora dalla fine) e la chiara insipienza tecnica degli avversari hanno impedito il reiterarsi di un nuovo spreco. Troppi gli errori in fase di assistenza, con un Mazzarani in giornata no (continuiamo a chiederci, in media, quante prestazioni sufficienti garantisca l’ex modenese allorquando viene impiegato dal primo minuto) e altrettanti quelli in zona gol, dove un impreciso Di Piazza ha gettato alle ortiche almeno due o tre occasioni propizie. Partite del genere, se non le chiudi definitivamente, poi ti possono riservare brutte sorprese. E i rossazzurri ben lo sanno… Ancora una volta, ma non vi era alcuna necessità di ribadirlo, si è certificato come a gennaio questo organico debba essere rivoluzionato (Lucarelli accenna a una riduzione del medesimo da 28 a 22 elementi, con la sostituzione di parecchi ipotetici titolari). In caso contrario, sarà un calvario fino al termine della stagione e il “Massimino” rimarrà tristemente vuoto. Alternative: zero.

Una gara a bassa intensità
Dopo la corroborante vittoria di Potenza e il largo successo di Rieti, ci saremmo aspettati qualcosa in più sotto il profilo fisico dal Catania. Ci dicono che con il nuovo preparatore atletico si stiano registrando alcuni miglioramenti, ma “allo squagliare della cera” le risposte tardano a giungere. Nulla da dire sull’impegno e sulla compattezza morale della squadra, indubbiamente ha lottato con il coltello tra i denti fino al 90’ e oltre, ma l’impressione è che ancora le gambe non girino, fatta salva naturalmente la non eccelsa qualità dell’organico a disposizione. Buono l’approccio, in pressing, con il 4-2-3-1 approntato da Lucarelli. Bene, soprattutto, Di Molfetta e Biondi, ben supportati da Rizzo (migliore in campo) e Biagianti, deputati a far da frangiflutti davanti alla difesa. Il gol di testa del giovane catanese, giunto al 7’, forse contribuisce a tranquillizzare eccessivamente il Catania che, pur non rischiando molto, probabilmente non accelera come dovrebbe in direzione di un raddoppio fondamentale al fine di chiudere i conti. In un paio di occasioni, Di Piazza potrebbe raddoppiare, ma in generale la seconda parte della prima frazione risulta sorprendentemente farraginosa, considerata la facilitazione ottenuta dal gol siglato in apertura. Nella ripresa, Lucarelli sostituisce subito l’ammonito Biondi con Barisic, ottenendo dallo sloveno il consueto NULLA in fatto di apporto tecnico e fisico. Ancora una volta, inesistente la prestazione del numero 17, uno dei primi a dover cambiare aria a gennaio "in primis" per il proprio bene. Il Catania avrebbe anche l’occasione di chiudere il match in due occasioni con Di Piazza e in un’altra con lo stesso Barisic, tutte e tre clamorosamente fallite, tuttavia concede al Rende di mantenere viva la speranza, rischiando in modo corposo la beffa con un tiro pericolosissimo di Vitofrancesco nel convulso e nervoso finale. Anche i cambi del tecnico livornese non incidono. Al di là del “solito” Barisic, assai “molle” (e usiamo un eufemismo) è l’entrata in campo di Lodi a una decina di minuti dal termine, mentre i 20’ di Bucolo (per Biagianti, il quale può reggere atleticamente non più di una cinquantina di minuti, se impiegato da centrocampista) e Catania (per Di Molfetta) aggiungono poco all’efficacia della manovra. Un passo indietro rispetto a Rieti, malgrado i biancorossi calabresi non possano di certo essere considerati più forti dei laziali.

A Pagani una tappa cruciale da non fallire
Come detto, a Pagani servirà un altro Catania. Lucarelli ha fatto intendere che si potrebbe tornare al 3-5-2 in modo da mettersi a specchio rispetto agli avversari. La riterremmo una scelta ancora una volta non consona alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Meglio insistere su un determinato percorso fino alla sosta, anche se ci rendiamo conto come questa prestazione sia stata deludente. Ma i moduli, comunque, lasciano il tempo che trovano, quando realisticamente hai mezza squadra da cambiare a gennaio… Che decida Lucarelli, sperando che c’azzecchi. Let’s go, Liotru, let’s go!