Vuci da Tribbuna. Le frasi esilaranti della domenica

Scaramanzia in tribuna A...

Scaramanzia in tribuna A... 

Le voci della tribuna le senti ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate...

Le voci della tribuna le senti, ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate? Non puoi saperlo. Ma arrivano sempre puntuali, da commento, mentre guardi la partita. Hanno la chirurgica precisione dei ritardi dei bus cittadini ed una fantasia da far invidia al miglior poeta. Le voci della tribuna hanno soprattutto la semplicità che è nipote di verità e madre di saggezza; hanno la vitalità e la potenza immaginifica di ogni verace e vorace dialetto. Divorano e intuiscono, in anticipo, il senso più vero delle cose e lo svelano sempre con il sorriso.

Ecco alcune espressioni pittoresche (talvolta inclementi e ingiuriose) raccolte dalle tribune del Massimino in occasione di Catania – Udinese finita 1-0.

Il forte attaccante avversario, Muriel, si lancia sulla fascia in uno dei suoi proverbiali scatti. Una voce dalla tribuna, credendolo un infelice poliziotto tradito, dà la giusta direttiva al giovane difensore catanese Gyomber:
« Femma a ddu cunnutu e sbiru » - Ferma quel cornuto e sbirro.

Il Catania gioca bene e un tifoso pensa di tributare, a ragione, un pensiero al suo nuovo mister:
« Stu De Canio c’avi bella teshta » - Questo mister De Canio ha una bella testa (una spiccata intelligenza).

Un anziano supporter rossazzurro nota, a voce alta, la faccia particolarmente allungata di Basta, esterno offensivo dell’Udinese, apostrofandolo con raffinatezza francese:
« Ouuuu!!! Tiesht’e brigghiu» - Ei! Testa di birillo.

Una voce dalla tribuna, irritata da una giocata di Lazzari, ricorda all’atleta friulano il mestiere della madre che si dice sia il più antico al mondo:
« Lazzari si figghi ‘e tappinara! » - Lazzari, sei un figlio di….Buon donna!



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