Viboniente

Lodi, fra i meno peggio al

Lodi, fra i meno peggio al "Razza"... 

Max Licari sul desolante pareggio di Vibo. Nessun tiro in porta, zero gioco, tanta confusione. Urgono provvedimenti...

Desolazione
Il nulla, in fatto di gioco, per 90’. Contro una combattiva (e niente più) Vibonese, i rossazzurri di Sottil confermano di attraversare un momento di forma scadente e, soprattutto, di non vedere la luce in fondo al tenebroso Tunnel dell’Assenza… ovviamente di gioco. Situazione molto preoccupante, perché questa squadra, indipendentemente da un mercato già concluso, mostra di non riuscire a trovare, nemmeno in modo appena sufficiente, un proprio assetto stabile, un proprio “marchio” di gioco. Solo tanta confusione, imprecisione e sterilità offensiva. Del punticino strappato a Vibo si salva solamente la determinazione agonistica profusa in campo, favorita dalle sorprendenti scelte conservative del tecnico ex livornese, che ha preferito cominciare in modo prudente con gente di sostanza in mezzo al campo e, nella ripresa, ha rincarato la dose addirittura aggiungendo un centrocampista (Carriero) al posto di un attaccante (Di Piazza), quasi a voler certificare l’impotenza a sbloccare lo stallo tecnico-tattico, magari cercando di non perdere nel finale una partita poverissima di spunti. Un panorama desolante che non può non gettare ombre sul prossimo futuro degli etnei, anche in considerazione del fatto che le rivali (non la lontanissima -12 punti- Juve Stabia, intendiamoci, perché questo Catania non è da primo posto) segnano e corrono. Il Trapani ha rifilato quattro reti a un buon team come il Monopoli, mentre il Catanzaro di Auteri è andato a maramaldeggiare a Reggio Calabria, in un caldissimo derby in cui dopo 40’ già vinceva 4-0. Quindi, il problema adesso non è commentare le dichiarazioni “garibaldine” di Pietro Lo Monaco in merito al possibile raggiungimento della vetta della classifica, ma capire se questa squadra ha le qualità per poter almeno contendere il secondo posto (fondamentale in ottica playoff, in quanto darebbe la possibilità di raggiungere la promozione in quattro partite, considerato come la vecchia “semifinale” si sia trasformata, in virtù delle decisioni del Consiglio Federale, in una vera e propria finale) ai cugini granata o ai baldanzosi giallorossi calabri. Allo stato attuale, enormi perplessità sorgono in merito. Trapani e Catanzaro, al netto di qualsivoglia considerazione relativa agli organici a disposizione, sono (non “sembrano”) compagini assai più quadrate e organizzate dal punto di vista tattico. Di conseguenza, non prendere in considerazione tali segnali sarebbe potenzialmente deleterio ai fini del raggiungimento dell’unico obiettivo stagionale, la promozione in B. A molti pare una situazione simile a quella verificatasi durante la scorsa stagione in piena gestione Lucarelli. E, mi dispiace dirlo in quanto “sottiliano” della prima ora, anche al sottoscritto sembra che ci siano tutti i sintomi di quella atavica “malattia”. Non intervenire, ora, rimarrebbe una scelta, seppur legittima, potenzialmente gravida di conseguenze catastrofiche come nella passata annata calcistica. L’ennesimo errore.

Nessuna parata del portiere avversario
Così come accaduto (solo per fare uno dei tanti esempi) a Lentini, nell’ambito di una partita in cui entrambe le formazioni si sono praticamente annullate, se vi è una squadra che qualcosina può recriminare è proprio la Vibonese di mister Orlandi, capace perlomeno di impegnare nella ripresa Pisseri in un paio di difficili parate (le uniche due limpide occasioni del match, confezionate da Scaccabarozzi e Bubas). Nel deserto del gioco catanese, solo un colpo di testa da buona posizione di Aya (abbondantemente sopra la traversa) e una punizione di Lodi dal limite, anch’essa di mezzo metro oltre il montante difeso da Mengoni. Nessuna parata da parte dell’estremo difensore locale, solo tanti passaggi sbagliati a centrocampo da Bucolo e Biagianti (ma non ci aspettiamo che due mediani puramente difensivi come il catanese e il capitano inventino gioco…) e Angiulli (e qui, invece, la delusione si mostra corposa), nonché la certificazione del fatto che Di Piazza non sia un esterno (inefficace nella posizione di ala sinistra nel 4-3-3) e della necessità di accomodare in panchina un Curiale inesistente. Uniche “accensioni”, un paio di inserimenti di Manneh e qualche illuminazione di Lodi che, quando entrato, ha dimostrato di essere l’unico giocatore ad avere “idee calcistiche” nel Catania. E meno male che i difensori centrali Aya e Silvestri reggono e che, comunque, Calapai e Baraye, pur non brillando nelle proiezioni offensive, riescono a tenere i dirimpettai vibonesi, altrimenti sarebbero dolori. Mister Sottil ha pensato di mettere in campo dall’inizio una formazione più di sostanza, facendo accomodare in panca Lodi e Carriero per Bucolo e Angiulli, ma le risposte dei sostituti non sono state all’altezza. Il Catania proprio non riesce a sviluppare alcuna trama di gioco lineare in mediana, cercando spesso strampalati lanci dalle retrovie e una assai eventuale “caccia” alla seconda palla. Esattamente tutto ciò che non si dovrebbe mai fare. Biagianti davanti alla difesa garantisce sì maggiore copertura di Lodi, ma nessun tipo di geometria, mentre Angiulli dimostra di non avere il passo negli inserimenti, né tantomeno riesce a fornire un minimo di qualità nel fraseggio. Il suo campionato, finora, è da considerare deludentissimo. Da centrocampo in su, Il primo tempo dei rossazzurri appare francamente sconfortante (eufemismo): mai un’imbucata, mai un’azione razionalmente congegnata, solo foga e disorganizzazione. Si è preso un centravanti, Di Piazza, e lo si fa giocare esterno mancino, quando il ragazzo non ha le doti tecniche per saltare l’uomo o fare l’assist decisivo o anche il solo cross dal fondo. Si ha un esterno mancino che corre e si inserisce, Manneh, e lo si mette a destra. Si ha un centravanti che non tiene un pallone, Curiale, e lo si tiene sempre in campo, senza tentare vie alternative. In aggiunta a ciò, Sottil ha comunicato nel postgara come Sarno avesse accusato qualche problema muscolare nella rifinitura, dato che non averlo impiegato nemmeno per cinque o dieci minuti era sembrato davvero strano. Nel secondo tempo, le sostituzioni del trainer etneo si sono rivelate o assai strane oppure fin troppo comprensibili (nel senso di… provare a non perdere la partita). Togliere Angiulli per Lodi ci sta (anche se il numero 10, utilizzato da trequartista destro o, in qualche caso da ala destra, non sembra la scelta del secolo), ma togliere Di Piazza per Carriero, a disegnare una sorta di 4-3-2-1 (o 4-5-1?) è apparsa opzione assai “spiazzante”. Magari, ci si sarebbe atteso un Di Piazza centravanti con l’inserimento di un attaccante sull’esterno destro e lo spostamento di Manneh nel suo ruolo, a sinistra. Anche l’ingresso di Brodic nei 25’ finali, nel ruolo di esterno alto sinistro (che pare essere assolutamente inadatto alle sue caratteristiche, tanto che puntualmente non ha toccato un pallone, come ampiamente accaduto nelle “prove” precedenti) ha aggiunto poco o nulla, se non confusione, sebbene, come detto, l’ingresso di Lodi abbia in qualche modo migliorato la manovra sulla trequarti offensiva di un Catania sì leggermente più propositivo, tuttavia sempre sterile e mai pericoloso. L’impressione, ahinoi, è che attualmente si navighi a vista, cercando una “quadra” che appare utopia trovare, come testimoniano i continui cambi di formazione. Anche il voler per forza adattare giocatori in ruoli non propri (Di Piazza, Brodic, lo stesso Lodi da mezzala) non fa che aumentare la confusione e la sfiducia all’interno della squadra e di una tifoseria sempre più amareggiata e disorientata. La realtà è che il passaggio dalle parole (“siamo i più forti”, “abbiamo il migliore organico”, etc.) ai fatti non è ancora avvenuto. A febbraio, alla quinta giornata del girone di ritorno… L’unica speranza, pertanto, è che si recuperino giocatori importanti come Rizzo e Marotta (Sottil ha asserito che potrebbe accadere da qui a un paio di settimane), che Di Piazza e Sarno (auspicando che non abbia anche lui problemi fisici…) siano inseriti al più presto nella manovra ella squadra (e nei loro ruoli) e che la società prenda decisioni definitive in vista dei sempre più probabili playoff.

Con la Casertana o si cambia registro o…
Triste ribadirlo quasi dopo ogni match, ma la realtà dei fatti ci dice che senza una “scossa” difficilmente si raddrizzerà questa stagione. Contro la deludente Casertana, al “Massimino”, ci si attende aria nuova, a livello di scelte tecniche e tattiche, “in primis”. Non è la strada giusta, questa, bisogna cambiare registro, quante volte sarà necessario ripeterlo? Speriamo non a vuoto come nella scorsa stagione… Let’s go, Liotru, let’s go!!!