Una luce nel buio

Maxi

Maxi "scappa" a Fernandez, "docu luci a fera"... 

Il commento di Max Licari rimarca, sulla scorta del Vangelo di Luca, i segnali di ripresa morale e atletica evidenziati dai rossazzurri al "San Paolo", malgrado la sconfitta finale. E il possibile "recupero" di atleti fondamentali come Tachtsidis e Maxi Lopez. Da leggere come medicamento dell'anima...

Segnali
Sesta sconfitta esterna e penultimo posto in classifica “assicurato” anche in questo undicesimo turno. Sembrerebbe la prosecuzione di una lenta, calcistica “discesa negli Inferi” e, invece, potrebbe trattarsi dell’inizio della riscossa di una squadra in grande difficoltà che, finalmente, tira fuori gli attributi e lascia intravedere i primi segnali di ripresa. Non c'è necessità di citare il Vangelo di Luca e l'immagine della "luce" che dissipa il "buio", per intuire come questa partita, senza eccedere in esagerazioni, dato che pur sempre di una sconfitta stiamo esaminando, possa contribuire ad "accendere" la speranza di rivalsa sportiva, finora sopita, di molti tifosi etnei. Facciamo mente locale. Senza i giocatori più forti e "scafati" (Spolli, Plasil, Barrientos, Bergessio); con in campo 4 (e mezzo) soli ipotetici titolari di inizio stagione (Andujar, Alvarez, Tachtsidis, Almiron e il “mezzo” Castro); con le seconde, terze o, addirittura, quarte linee gettate nelle mischia, dal primo minuto o in corsa (Biraghi, Capuano, Gyomber, Keko, Rolin, Petkovic); con due "eurogol" di Callejon e Hamsik in 20’ sul groppone, per giunta ai primi due tiri in porta subiti; sommersi da tutto e tutti, in balia del destino cinico e baro; Questa la "fotografia" della situazione alle ore 21.05. Tutto finito? No. Ecco che la squadra dimostra grande forza di reazione, volontà ferrea di non farsi spazzare via dalla varianza negativa! Una ripresa morale, psicologica e atletica che ha del commovente. Corrono e lottano, chi più, chi meno, ma tutti, indistintamente. Così, il Catania riesce a trovare un gol con Castro, su grande invenzione di Maxi e buon assist di Biraghi, per poi lottare fino alla fine, rischiando anche di prendere qualche altra rete (normale, considerate la differenza di valori, l’emergenza infortuni e la semplice considerazione che la squadra in svantaggio deve giocoforza scoprirsi per tentare di pareggiare), ma contestualmente facendo passare un piccolo spavento ai partenopei, aiutati dal non certo coraggiosissimo Irrati su un netto fallo in area ai danni di Castro non sanzionato con il sacrosanto rigore. Per carità, nessun alibi. Il Napoli ha meritato. Ma nel calcio, quante volte i meriti vanno a farsi benedire in beffe finali conseguenti a incapacità di chiudere le partite? Magari all’estero succede più spesso alle “piccole” di proporsi in "miracoli" similari, agli Stoke City, agli Hoffenheim, ai Rayo Vallecano, perché gli arbitri (quasi sempre) non soffrono di alcun condizionamento. In Italia, un rigore nel finale al “San Paolo” o al “Meazza” (ricordate la passata stagione) con la gara in bilico, al Catania non lo daranno mai. Mai. Perché è così, siamo italiani, ti rovini la carriera, tieni famiglia… Attenzione, nemmeno con un intervento simile a quello di Chiellini su Bergessio in piena area di rigore! Ma lasciamo perdere, discorsi vecchi. Parliamo di cose reali, non di “se” e di “ma”. La realtà è che questa volta nulla si può imputare ai ragazzi. Hanno giocato da squadra. Hanno per la prima volta fatto percepire ai propri tifosi di aver compreso nella sua interezza la perigliosa perniciosità della situazione, lottando palla su palla, aiutandosi l’un l’altro, come si deve fare quando si combatte con il coltello fra i denti per evitare la retrocessione. E, per la prima volta, si è visto un abbozzo di organizzazione. Si è vista, insomma, la mano di De Canio. Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma un piccolo “avvio” del motore-salvezza. Proseguendo su questa strada, se si recupereranno gli elementi-chiave e si aggiusteranno alcune cose a gennaio, alla fine si potrà condurre il veicolo rossazzurro all’agognato traguardo. Lo ha fatto intendere lo stesso tecnico nelle dichiarazioni postpartita, nelle quali si sono intravisti spiragli di “futuro” nell’analisi complessiva del match e del momento di forma.

Questa volta il modulo funziona
De Canio ha sorpreso ancora una volta tutti, facendo di necessità virtù. Al “San Paolo”, tuttavia, il coraggio ha pagato sotto il profilo del rendimento, perché il 4-1-4-1 ha funzionato meglio rispetto al 5-3-2 di Torino. Tachtsidis davanti alla difesa, con 4 centrocampisti davanti e un’unica punta, ha sicuramente fatto vedere buone cose anche in termini di qualità nei passaggi in uscita; Biraghi e Castro sulle corsie laterali hanno aiutato un Maxi Lopez finalmente volitivo a mettere in difficoltà i centrali azzurri, comunque in buona giornata (bene Albiol e Fernandez). Ha ricordato alcune partite impostate da Simeone, quando il Catania da trasferta più o meno otteneva gli stessi risultati odierni. E potrebbe essere una soluzione per l’immediato futuro, considerate le defezioni di lungo corso. Non in casa, ovviamente, e non in partite che si devono vincere a tutti i costi come la prossima di sabato pomeriggio con l’Udinese. Ma ci sarà tempo di parlarne. Come ha confermato lo stesso allenatore ex Lecce a fine gara, si è voluto tenere in caldo Keko, non in grado di reggere gli interi 90’, per la seconda parte del match, quando il Napoli sarebbe stato più stanco e la freschezza dello spagnolo sarebbe potuta risultare più efficace (e, in parte, è stato così). Magari, i due gol subiti a freddo non hanno consentito eccessivi voli pindarici, ma la sostanza della prestazione rimane. Ovvio, nessuno si aspettava il redivivo Capuano in campo, ma devo dire che la partita del difensore napoletano, alla fine, deve essere considerata positiva. Forse, qualcuno potrebbe chiedersi per quale motivo, a un certo punto, quando De Canio ha inteso mettere in campo lo spagnolo, abbia sostituito Biraghi, l’attuale titolare della corsia mancina difensiva, e non lo stesso Ciro… Tuttavia, ascoltando le parole del tecnico a fine match, si è compreso come il ragazzo dell'Under 21 fosse stanco, avendo giocato quasi sempre nelle ultime uscite e come Capuano stesse reggendo bene il confronto con Callejon, al di là della straordinaria rete messo a segno dal giovane attaccante iberico. Cosa che non si è potuta notare dalla parte opposta, dove un pur generoso Alvarez è stato messo in grande difficoltà da un Insigne davvero straripante. Nel finale, quando si doveva tentare il tutto per tutto, De Canio ha anche inserito la quarta punta, il giovane Petkovic, sebbene posizionato da laterale, senza esiti particolari (il ragazzo pare ancora “in fieri”). Piuttosto, viene da chiedersi come il croato venga preferito a Leto anche in situazioni così “estreme”. Evidentemente la punta argentina attualmente può dare ancor meno di Petkovic… Comunque, io ripartirei dalle buone prestazioni di 4 elementi, dato molto importante in chiave futura. Innanzitutto Andujar. Molto criticato, ha risposto da uomo. Sui due gol del Napoli nulla poteva fare. Poi, ha compiuto non meno di quattro interventi decisivi. Aggiungere altro sarebbe superfluo. Bene anche Tacthsidis, come ha sottolineato lo stesso trainer etneo. In quella posizione davanti alla difesa ha recuperato palloni e fatto ripartire la squadra spesso con buone verticalizzazioni; mi sembra in ripresa anche atletica. Bisogna assolutamente insisterci su. Benissimo, direi straordinariamente bene Gyomber, che si è confermato. ‘Sto ragazzo ha qualità. Buon anticipo, abbastanza veloce, perfetto nelle chiusure, ha perfino mostrato un discreto piede. Inoltre, non dimentichiamo come abbia giocato nel giro di tre giorni contro Tevez e Higuain, facendo un figurone peraltro. Se crescesse ulteriormente, con Spolli potrebbe formare una coppia centrale molto ben assortita. Infine, Maxi Lopez…

Maxi, è la volta buona?
…già la “gallina”. Dato per disperso nelle brume meneghino-genovesi, sembrava che non dovesse più avere stimoli alle falde dell’Etna. Eppure, da un mese ci ripetevano come fosse deciso a far ricredere tutti e come avesse ritrovato la voglia di sudare per l’Elefante. Finalmente, oggi lo ha fatto vedere anche in campo. Per certi versi, ho rivisto il “vecchio” Maxi. Abile nelle sponde, sempre pronto a farsi vedere per far da punto di riferimento per i compagni, qualitativo nei dribbling. Gli manca ancora la conclusione in porta, la cattiveria nel voler sfondare la rete evidenziata un paio di stagioni fa. Tornerà anche quella. La strada è segnata. Forse, la “batosta” dovuta al serio infortunio di Bergessio (che speriamo torni, in ogni caso, al più presto) ci ha restituito un campione. Chiaro, dovrà dimostrare sul campo che questi “accenni” di ripresa possano diventare certezze, ma io lo sosterrei con fiducia, incitandolo al massimo allo stadio. Carusanza, per adesso “docu luci a fera”, alternative non ce ne sono e, per giunta, questo è uno che se “si decide” può risultare fra i migliori centravanti della Serie A. E non è una boutade, perché in passato lo ha dimostrato sul campo. Ripeto: SOSTENIAMOLO, perché ci sta mettendo grande buona volontà e convinzione; si sta allenando come si deve, insomma.

Udinese: o vittoria o… vittoria!
Purtroppo non ci sono alternative. Con i friulani bisognerà vincere, a tutti i costi. La classifica lo impone. La possibilità di far schizzare il morale alle stelle lo impone. Sarà difficilissimo, perché è una buona squadra, fra l’altro in ripresa, e perché a Reggio Emilia con il Sassuolo, squadra per adesso “pari grado” dei rossazzurri, ha fatto il proprio “dovere” andando a vincere. E vorrà farlo anche a Catania. Guidolin lo conosciamo bene, non ha mai regalato niente a nessuno. Un motivo di moderata fiducia potrebbe essere che i bianconeri in trasferta finora hanno fatto maluccio, se si esclude appunto la gara con il team allenato da Di Francesco. Ma il Catania in casa ha battuto solo il Chievo, quindi la positività viene bilanciata dalla negatività. Vediamo un po’ se si potranno recuperare alcune pedine fondamentali e, soprattutto, se questi segnali di ripresa, anche atletica, verranno seguiti da miglioramenti tangibili in fatto di gioco e risultati. Bisogna buttare la palla in rete. E vincere. Tutti allo stadio!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!