Un Catania "Marca Liotru": bilancio e prospettive future

Andrea Di Grazia, 8 reti in campionato

Andrea Di Grazia, 8 reti in campionato 

Il punto sull'annata dei calciatori catanesi e uno sguardo sulla stagione che verrà

TEMPO DI BILANCI
Un Catania Marca Liotru. C’eravamo lasciati così, con questa frase a limite tra il sogno e la realtà, all’alba di una stagione che già dai primi vagiti del ritiro di Torre del Grifo risuonava di barriti nascenti. Tra i Pisseri e i Bergamelli (poi rivelatisi i migliori), tra i Russotto e i Biagianti e tra i Calil e i Paolucci nell’organico consegnato dalla società di Via Magenta a Pino Rigoli c’era anche la presenza marcata di un gruppetto di indigeni: Lorenzo Longo e Mario Noce in difesa, Rosario Bucolo, Giuseppe Russo, Davide Di Stefano e Andrea Di Grazia in mediana, Alessio Rizzo sulla trequarti e Valerio Anastasi in attacco. Un mix di giocatori esperti e giovanissimi pronti a sudare anche più degli altri per onorare al meglio la maglia della propria città. La stagione, tra alti e bassi, si è conclusa con lo 0-0 di Castellammare di Stabia nel primo turno dei play-off e con poche certezze tecniche per il prossimo campionato. Ma come sono andati i catanesi? Sono riusciti a smentire l’odiosa locuzione latina che vuole che nessuno sia profeta in patria? Dieci mesi più tardi, davanti a una invitante granita – un toccasana per palato e ispirazione –, abbiamo fatto un bilancio della stagione con Vincenzo La Corte, attentissimo e scrupolosissimo osservatore del calcio giovanile catanese.

ANDREA DI GRAZIA
“Andrea torna nella "sua" Catania, genio ed estro al servizio della causa rossazzurra. Gli auguro di conquistare il Massimino, voglia e mezzi non gli mancano!”. Il 9 ottobre 2016, giorno della tripletta al Messina, la tua profezia si è avverata…: "Quella di Andrea è per me certamente la nota più lieta dell'intera stagione se pensiamo alla giovane età del ragazzo, che ha mostrato talento, capacità realizzativa, e - ciò che più conta - amore incondizionato verso la maglia. Insomma, come previsto, il Catania in Lega Pro ha un giovane talento che si chiama Di Grazia, con dentro il DNA della Serie A. In qualche momento meno entusiasmante ha subito pesanti contraccolpi mediatici e accuse più o meno velate che lo avrebbero voluto al centro di chissà quali tentazioni economiche, ma il ragazzo ha ben gestito la tensione, concentrandosi e tirando fuori con naturalezza il meglio di se dalle enormi potenzialità di cui dispone. Risultato? Otto gol in 32 presenze, il Catania della stagione 2017/18 si tiene stretto Di Grazia, Andrea ci regalerà altre giocate di alta scuola nel corso del prossimo campionato."

Saro Bucolo, guerriero in mediana 


SARO BUCOLO
Nella grigia annata del Catania appena consegnata agli almanacchi il reparto che ha deluso più degli altri è stato indubbiamente quello di mezzo. Poco calcio e tanti calci, con una propensione più alla distruzione che alla costruzione della manovra. Se Giuseppe Russo, ai margini della prima squadra già dal ritiro pre-campionato, ha visto solo la tribuna e successivamente Siracusa dopo la rescissione contrattuale, il buon Saro Bucolo, nel pieno della sua maturità calcistica, è riuscito finalmente a dare il proprio contributo ai colori rossazzurri, scendendo in campo in 28 circostanze: “Concordo con te, Saro Bucolo ha dato un contributo in termini di grinta e rispetto per la maglia che pochi come lui hanno sentito e avuto. Certo non è un finitore e spesso ha pagato pegno, invischiato nel grigiore del reparto di mezzo, grande assente della stagione da poco conclusa. Con soli 14 over a disposizione della squadra per il prossimo campionato e l’inapplicabilità dello status di “bandiera” a causa della mancanza di quattro stagioni consecutive, diventa difficile ipotizzare una conferma, pur ampiamente guadagnata sul campo, anche solo da rincalzo. Discorso assolutamente diverso per Giuseppe Russo, già tagliato fuori e messo fuori lista sin da agosto, anche a causa dell’errata interpretazione della “querelle” sul giocatore-bandiera.”

VALERIO ANASTASI
Cosenza, croce e delizia. I primi sei mesi rossazzurri di Valerio Anastasi, torre di 191 cm del 1990, possono essere sintetizzati così. Dopo aver osservato dalla panchina Calil e Paolucci realizzare quattro reti in due, l’Airone dell’Etna, a cavallo tra novembre e dicembre, si era conquistato finalmente la chance tanto attesa. Un infortunio in Sila, al termine di una gara decisa da due suoi assist, gli ha tarpato le ali proprio nel momento migliore…: “Mi era piaciuto molto Anastasi, finalmente si pensava che il reparto offensivo fosse all’alba di un nuovo giorno. Si, è vero, ha il “difetto” di non rubare l’occhio degli esteti del calcio, ma la mole di lavoro fruttuoso in favore dei compagni in sette presenze era stata evidente oltre che utilissima. Lo scambio con Pozzebon è di quelli che…lasciano il segno, ma in negativo, purtroppo! L’ex messinese, due gol e solo quelli nelle prime gare, non incide per nulla nell’asfittico attacco etneo, Anastasi risulta fondamentale nell’economia del gioco di Lucarelli, presentandosi per quattro volte all’appuntamento col gol (colpo di testa, il meglio del repertorio) in 13 gare. Chapeau! Di proprietà del Catania, e con lo stesso Lucarelli alla guida del Catania, verrà certamente utile la prossima stagione (insieme all’altro prestito messinese rientrante, il centrocampista Silva).”

Valerio Anastasi, pronto per la rivincita in rossazzurro 



DAVIDE DI STEFANO
Il Cosenza nel destino. In un centrocampo pieno di manovali l’unico ‘mastro’ incaricato alla costruzione del gioco, ovvero Federico Scoppa, ha fallito ripetutamente su tutta la linea. Per buona parte del girone di ritorno hai invocato che venissa concessa un’occasione a Davide Di Stefano, metronomo della Berretti con il destro ‘telecomandato’…: "Dopo il buon viatico della stagione 2015/16 che lo aveva visto convocato in prima squadra ancora sedicenne, quella appena conclusasi era iniziata ancor meglio con Davide Di Stefano ufficialmente nel roaster ufficiale con la maglia n° 18. Nella Berretti continua ad essere un elemento imprescindibile con le sue punizioni implacabili e il gioco ordinato che propone, ovvio meritasse una chance che puntualmente arriva grazie anche al suo mentore, mister Pulvirenti. Le due presenze stagionali, una da titolare, rappresentano il giusto merito nei confronti di un elemento di sicuro interesse, dotato certamente di ampi margini di miglioramento, con tutte le carte in regola per vivere un futuro da protagonista."

Davide Di Stefano, il futuro è suo 



IL QUARTETTO BABY
Del ‘quartetto baby’ di Torre del Grifo 2016, composto da Lorenzo Longo, Mario Noce, Alessio Rizzo e da Davide Di Stefano, soltanto quest’ultimo è riuscito a scendere in campo, una volta anche da titolare in quel di Monopoli. A fine stagione, oltre a Lorenzo Longo e Alessio Rizzo, anche il portiere Luigi Spataro e il centrale difensivo Samuele Bonaccorsi hanno maturato almeno una convocazione nella squadra maggiore. In considerazione della riduzione da 16 a 14 del numero massimo di giocatori “over 21” prevista per la prossima stagione, che di conseguenza obbligherà le varie società a utilizzare i giovani, ci sono buone possibilità anche per gli altri oppure sarebbe meglio mandarli altrove a ‘farsi le ossa’?: "Sono ragazzi di prospettiva, assolutamente indispensabili nei ruoli che rivestono, tutti protagonisti nella cavalcata della Berretti fino alla Final4 di Prato. A mio parere Bonaccorsi e Spataro hanno potenzialità per poter crescere dietro i compagni più affermati, imparando da loro e subentrando - se chiamati - nel corso del campionato. Se è lecito attendersi un maggior ricorso agli Under è anche noto che la società attingerà probabilmente alle formazioni Primavera protagoniste della Final4 di categoria. A questa età la continuità di gioco è assolutamente necessaria, anche giocare in squadre motivate e ambiziose di Serie D (come già successo a Cozza, Biondi, Schisciano, Di Grazia) può rappresentare uno sbocco importante e impegnativo, non trascurando il fatto che alcuni di loro, classe '99, almeno sulla carta potrebbero trovare ancora spazio nella Berretti che verrà."

Longo e Rizzo, catanesi in rampa di lancio 



CANTERA: NON SOLO CATANESI
Tra i giovani non catanesi si sono affacciati alla prima squadra anche un trio niente male: "Certamente ti riferisci a tre ragazzi di grandi mezzi e qualità, di cui due hanno esordito: l'attaccante palermitano classe '99 Giacomo Graziano, l'esterno gambiano Kalifa Manneh e il centrocampista reatino Samuele Maccioni, quest'ultimi entrambi '98. La giovanissima punta è stato il primo ragazzo a esordire nella stagione, apprezzato da tutti nei pochi minuti sotto il nubifragio del Massimino. La malasorte non gli ha concesso un'altra possibilità a causa di un grave infortunio che lo ha costretto a rimandare tutto alla prossima stagione, Giacomo farà di tutto per guadagnarsi la conferma in prima squadra. Altro ragazzo che punta dritto a ricandidarsi da titolare sulla fascia sinistra è Kalifa Manneh, dopo l'esordio isolato di Agrigento, protagonista di un finale di campionato che lo ha "battezzato" definitivamente fra le poche cose belle della stagione, anche tardivamente, aggiungerei. Unico a non aver esordito, ma vanta soltanto qualche convocazione, Samuele Maccioni, altro ragazzo pronto fisicamente e tecnicamente a mio parere, con la società a dire l'ultima parola se confermarlo nella rosa o farlo giocare in prestito."

SESSA-ROSSETTI: LA SFIGA CI VEDE BENISSIMO
Dovevano andare all’Akragas (insieme a Di Grazia) nell’affare che avrebbe condotto in rossazzurro Urban Zibert e invece, Alfonso Sessa e Mattia Rossetti, sono incappati in un’annata che definire storta è un eufemismo: "E qui tocchi un punto dolente, i ragazzi hanno subito il peso di due gravi infortuni che li hanno costretti a interventi e successiva convalescenza e riabilitazione. Entrambi '96, sono due talenti del settore giovanile tutt'ora inespressi a pieno, a maggior ragione Rossetti di cui ricordiamo il positivo esordio della Serie B. Difficilmente resteranno a Catania la prossima stagione, avendo necessità di giocare con continuità proprio per mettere definitivamente alle spalle il lungo periodo di inattività; altamente probabile il prestito per tutti e due."

Giordano Maccarrone, con la maglia numero 6 del Messina, in azione nel derby con il Catania 



In un ulteriore processo di ‘catanesizzazione’ del Catania 2017-18 credi possibile l'inserimento di Gianluca Litteri o altri?: "Non è un mistero che la società stia tentando di agganciare il forte attaccante catanese, i cui esordi calcistici risalgono ai tempi della San Pio X. Le due stagioni con il Cittadella sono state di assoluto pregio, difficile ipotizzare che i veneti lo lascino andare. Anche nel recente passato Litteri non ha mancato di lanciare segnali positivi verso la dirigenza catanese, non disdegnando palesemente il passaggio ad una categoria inferiore. Certo, un giocatore come lui che attacca lo spazio, facendo a sportellate con gli avversari e capace di giocate importanti sarebbe una vera manna per la squadra rossazzurra. Un altro catanese che mi viene in mente è Ciccio Rapisarda, prodotto del nostro vivaio, ma la recentissima conferma con un contratto biennale da parte della Sambenedettese, taglia certamente ogni possibilità reale di interesse. Giordano Maccarrone è un altro catanese e cresciuto nel vivaio rossazzurro. Ovviamente si tratta di un elemento ben conosciuto da mister Lucarelli, che potrebbe chiederlo a Lo Monaco. Ma, oltre a non aver mai sentito parole orientate al desiderio di ritornare a indossare il rossazzurro, dubito che un altro dei pochi posti over disponibili venga occupato da Maccarrone, piuttosto facile che gli venga preferito Bruno, classe '96 proprietà Crotone, che nel Messina gli contese a lungo il ruolo di difensore centrale”.