Un Bari che sa d'amaro

 

Max Licari sulla prova di carattere dei rossazzurri al "San Nicola". Un primo passo, ma servirà altro per salvarsi...

Risposta di carattere
Certo, se consideri il bicchiere mezzo pieno, ti sovviene che il Catania non prendeva un punto in trasferta dai tempi del Pleistocene, che l’ultimo gol fuori dalle mura amiche l’aveva segnato Romano Fogli, che a Bari si scendeva in campo con 3 squalificati e 4 indisponibili importanti, che il gol dell’insperato vantaggio a 8’ dalla fine è opera del “primavera” Rossetti (celebriamolo come si deve il primo acuto in B di questo ragazzo, protagonista di una formazione giovanile rossazzurra che sta volando nel suo girone), che di questi tempi di vacche magre un pareggio al “San Nicola” è paragonabile al 4-3 di Italia-Germania nei mondiali del 1970… Poi, però, vai a riconsiderare la gara nel complesso e ti viene voglia di spaccare tutto ciò che ti trovi davanti al cospetto dell’inoppugnabile considerazione che per l’ennesima volta questa squadra, vecchia o nuova, non riesce a mantenere lo straccio di un risultato pieno, beccando gol allucinanti all’ultimo minuto e dimostrando di non avere ancora le caratteristiche “piene” per essere chiamata “squadra”. E siamo a marzo… Tuttavia, un dato confortante emerge dall’1-1 di Bari: la risposta di carattere in piena emergenza c’è stata. E questo è un fattore inusuale che potrebbe rinfocolare le speranze di salvezza degli etnei. Una salvezza, diciamolo subito, al momento assai difficile per via dello stato generale della squadra e della classifica sempre più pericolosa, malgrado si sia riuscito in ogni caso a muoverla. Il Catania, alla 29ma giornata, seppur con una partita in meno, è terz’ultimo a 4 punti dal quint’ultimo/sest’ultimo posto, occupato in condominio da Modena ed Entella. Deve far riflettere l’amara realtà dei fatti del campionato: anche dirette concorrenti come gli stessi emiliani e liguri riescono a portare a casa vittorie esterne con il minimo scarto, riuscendo a resistere fino al termine della gara. Finora, tali imprese non sono mai riuscite al Catania. E, se non si riuscisse a compierle, la retrocessione in Lega Pro sarebbe cosa sicura. Quindi, nessuna illusione, ma solo sano realismo. La situazione permane grave e solo stringendosi tutti intorno alla squadra si potrà riuscire a venirne fuori.

Il 3-5-2 ha retto
Di fronte a un non irresistibile Bari (molto deludenti i “galletti”, in specie sulle corsie laterali con l’ex Boateng e Galano, nonché a centrocampo –malissimo Bellomo- con il solo “nonno” Donati a cantare e portare la croce), il 3-5-2 di Marcolin, evidentemente unico modulo “disponibile” considerate le assenze, ha retto discretamente, consentendo agli avversari soltanto sporadiche ripartenze e qualche palla pericolosa con Ebagua, in specie nella prima frazione. Nella seconda parte del match, il Catania ha controllato senza soffrire, per poi chirurgicamente infilare i padroni di casa con la velocità del giovane subentrato Rossetti, nell’ambito d una buona azione di contropiede, ben orchestrata e magistralmente rifinita con tocco sotto dal ragazzo di mister Pulvirenti. Sembrava il cosiddetto “delitto perfetto”, ma questa squadra, come ampiamente risaputo, è incapace psicologicamente di reggere fino in fondo. Quindi, ci sta il pareggio in extremis di De Luca sul’unico errore di uno Sciaudone, rimpianto ex in Puglia, fin lì inappuntabile nel ruolo inedito di esterno destro a 5. Ma che peccato, che rabbia! Nel clima di battaglia, ovviamente, si sono messi in luce i Capuano, i Ceccarelli, i Rinaudo, gli Odjer (ritengo che la prova convincente per sagacia tattica, corsa e grinta effettuata al “San Nicola”possa garantirgli la conferma al posto dell’infortunato Coppola anche per la prossima partita interna), i Mazzotta, tutti giocatori che hanno nella grinta la propria dote migliore, mentre maggiormente penalizzati sono risultati i più tecnici Rosina e Chrapek, malgrado la prestazione del primo sia da considerare sufficiente per impegno e dedizione, mentre quella del secondo purtroppo ancora una volta insufficiente e inadeguata per mancanza di gamba e imprecisione in appoggio, tanto che il Catania è passato in vantaggio proprio subito dopo la sua sostituzione. Capitolo a parte per Castro. Al momento è il miglior giocatore per qualità e brillantezza della squadra. Si è rivelato il più efficace dei suoi durante tutto l’arco della sfida, capitanando tutte le ripartenze e fornendo a inizio partita una splendida palla-gol a Rosina, assist che il fantasista ex Zenit ha clamorosamente fallito a tu per tu con Guarna. Quando si commettono tali errori, non puoi successivamente lamentarti del destino cinico e baro… Ovviamente, tanto per rimanere in tema, l’attaccante argentino si è fatto immotivatamente ammonire per protesta e salterà il prossimo quasi decisivo match interno con lo Spezia dell’ex Catellani. Un’altra assenza pesantissima al momento, sebbene sabato prossimo al “Massimino” ci saranno Maniero, Schiavi ed Escalante, forse Calaiò e Del Prete. Pertanto, in attacco, Marcolin dovrebbe avere possibilità di scelta.

Una partita da non fallire
Questo risultato potrà essere considerato positivo solo se il Catania farà sua la difficile partita con lo Spezia, squadra in piena corsa per i playoff. Non sappiamo quali elementi riuscirà a recuperare il tecnico, chi farà giocare titolare, che modulo utilizzerà, quali strategie adotterà. Sappiamo solo che l’unico imperativo sarà vincere e per farlo ci vorrà la stessa grinta di Bari, con un surplus di attenzione che ultimamente non abbiamo riscontrato in questa compagine. Nella speranza che, con l’andare del tempo, il lavoro del nuovo preparatore atletico Neri potrà farsi sentire, perché ancora questa squadra è convalescente. Una cosa è certa: servirà l’aiuto di tutti. E nei momenti di difficoltà il pubblico catanese non si è mai tirato indietro... Let’s go, Liotru, let’s go!!!