Tre punti, zero gioco

Sottil, tanta confusione...

Sottil, tanta confusione... 

Max Licari sul successo contro la Virtus. Prestazione inguardabile, scelte poco comprensibili. Buoni solo i tre punti.

Altra prestazione assai deludente
Fosse finita 0-1, 0-0 oppure 5-0 sarebbe cambiato poco, alla luce della prestazione effettuata dagli uomini di Sottil. Chi si aspettava cambiamenti radicali, scosse psicologiche, novità tattiche e affini, purtroppo, è rimasto ampiamente deluso. La realtà è che questa squadra proprio non si capisce come giochi (e le curve hanno espresso inequivocabilmente tale concetto durante la partita...). Vige una confusione totale in campo e le agognate "risposte", sia a livello di singoli, di team o di stessa guida tecnica, volendo usare un eufemismo, si mostrano insufficienti. In verità, il termine giusto, il termine "tecnico" sarebbe “inguardabili”. Pertanto, se adesso si facesse l’errore di porre attenzione solo al risultato positivo conseguito su rigore a tempo scaduto, peraltro contro un modestissimo avversario e al “Massimino”, si farebbe solo e unicamente il male del Catania. Non va. Non va, assolutamente. Il Catania non è compagine in grado di vincere il campionato e, al momento attuale, nemmeno di garantire uno dei posti d’elite nel girone C. Ci sono evidentissimi difetti strutturali, ancor più esaltati dal pessimo stato di forma di molti giocatori, fra i quali più di uno NON è, atleticamente, tecnicamente e caratterialmente, da Catania. Se non si comprenderà questa verità lampante proveniente dal campo (e non dalle fantasie di qualche giornalista o tifoso proclive all’uso di allucinogeni) e non si interverrà in modo corposo a gennaio, anche quest’anno si rimarrà con un pugno di mosche in mano! È una realtà sotto gli occhi di tutti e i fischi finali, unanimi da parte di uno stadio affranto da tutta una serie di prestazioni terrificanti, ne sono chiara testimonianza. L’unica cosa da fare, dunque, è prendere tutto ciò che di buono possa venir fuori da queste ultime gare del 2018, match sulla carta alla portata contro avversari modesti come la Virtus (alla quinta sconfitta consecutiva, così come il Bisceglie era alla quarta), e poi cambiare. Ma cambiare davvero, perché il Catania non funziona. Non funzionano i laterali bassi, non funziona il centrocampo, non funzionano quasi tutti gli esterni alti (a parte Manneh), non funziona l’assortimento delle punte centrali. E, in special modo, questa squadra non ha strutturalmente gamba, se non in qualche giocatore che, fra l’altro, incredibilmente e quasi masochisticamente, viene trascurato dal tecnico. Ci vogliono come il pane centrocampisti ed esterni d’attacco che riescano a pressare, attaccare gli spazi e creare superiorità numerica, qualità che mancano quasi del tutto in organico. Dispiace doverlo rimarcare in ogni postpartita, ma ci eravamo sbagliati di grosso nella valutazione della rosa. Come detto, ci sono giocatori NON da Catania e alcuni dei vecchi continuano a essere riproposti in ruoli per i quali non appaiono assolutamente tagliati. Il caso più evidente è Barisic, ma non il solo. Prendiamoci, quindi, questi tre punti che consentono al Catania, in ogni caso, di rimanere (a quota 27 insieme a Catanzaro e Trapani) nei paraggi del secondo posto occupato dal Rende (30), e cerchiamo di fare meno danni possibili fino a giorno 30 di dicembre quando si giocherà in casa con il Monopoli l’ultima partita dell’anno, coincidente con il primo turno del girone di ritorno. Poi, indipendentemente dal fatto che la distanza dalla Juve Stabia rimanga o meno siderale come in questo momento, mercato! Mercato importante, se si vuole coltivare il sogno di tornare in B. Non servono alternative, servono titolari in tutti i reparti. Non avrei voluto ripetere anche quest’anno tale “mantra”, ma non mi è stato possibile. La testa sotto la sabbia a NESSUNO è consentito affossarla. Il tempo degli alibi è finito, per tutti.

Scelte incomprensibili
Dopo il disastro di Bisceglie, ci saremmo aspettati diversi cambi di formazione, soprattutto in direzione della “gamba”. Sottil decide, invece, che a pagare debbano essere solo Silvestri, Scaglia e Lodi. In campo, così, gli 8/11 dell’apocalittico Catania del “Ventura", attorcigliati in un inconcludente 4-2-3-1 che assomiglia molto a un 4-4-2, con Marotta a (ipoteticamente) fare il vice Lodi dietro Curiale e gli inefficaci Barisic e Vassallo a fare gli esterni alti (peraltro, chiedendo loro ancora più sacrificio, nello schieramento a due punte). Avevamo detto che Barisic è incredibile che ancora venga riproposto dopo anni e anni come esterno alto? Addirittura gli facciamo fare quasi il centrocampista esterno destro… Vassallo non tocca palla a Bisceglie (come in quasi tutte le gare in cui è stato proposto)? Non facciamogliela toccare nemmeno contro la Virtus… Unica concessione “dinamica”, Baraye nel ruolo di laterale mancino basso. Ne è venuto fuori un autentico pastrocchio. Gioco inesistente, gamba inesistente, qualità a centrocampo inesistente, dato che Biagianti e Rizzo sono mediani maggiormente adatti al recupero del pallone, Marotta non può fare il vice Lodi (o Angiulli) e gli esterni non hanno le qualità tecniche e la visione di gioco per supplire, accentrandosi, a tali deficienze. Confusione totale, evidente non solo ai giocatori, ma a chiunque abbia occhi per analizzare anche superficialmente la partita. Occasioni, in pratica, zero, anche perché, al di là della mancanza di gioco, sulle corsie laterali Ciancio (che, così come non faceva il titolare a Lecce, non sembra possa farlo a Catania) e Baraye non supportano Barisic e Vassallo (altro elemento che, mi sembra, non possa fare la differenza a Catania) e la coppia Marotta-Curiale pare in un momento di forma veramente scadente. Nella ripresa, Sottil cerca di cambiare qualcosa, generando ancor più confusione in chi assiste al match. Inserisce prima Scaglia, poi Manneh, Lodi e, in ultimo, Brodic, a disegnare un 4-2-4 "della disperazione" con quattro giocatori offensivi più lo stesso Ciccio in mediana. Ma, almeno, butta nella mischia gli elementi di qualità e di gamba che servono. In specie, il gambiano, che vivacizza da subito l’attacco (e continuiamo a non capire perché non venga utilizzato a scapito di elementi che non toccano letteralmente palla e fanno imbestialire il pubblico) e Lodi che, in casa, appare indispensabile in fatto di qualità, malgrado la ridotta mobilità. Infatti, le due o tre azioni da rete importanti (più il palo di Rizzo con un gran tiro dalla distanza), prima del netto rigore procurato al 91’ da un tocco di mani di Vrdoljak, provengono dalle verticalizzazioni del numero 10 rossazzurro e dalle corse di Manneh, il quale in ogni caso mette in difficoltà, con il movimento e il dinamismo, una difesa non trascendentale ma poco impegnata dalla pachidermica lentezza degli avanti di casa. La perfetta trasformazione di Lodi regala, infine, una vittoria ormai insperata, condita da qualche polemica per l’esultanza un po’ troppo “forte” del centrocampista campano. Ma non cancella la prestazione veramente negativa. La speranza è che il silenzio stampa indetto dalla società possa servire a riportare un minimo di tranquillità.

A Lentini finalmente la formazione giusta?
Al “Nobile”, domenica prossima, il Catania incontrerà l’ennesima compagine in crisi nera, presumibilmente guidata da un nuovo allenatore, dopo le dimissioni di Bianco e l’interregno di Alderisi. Che non si ripeta Bisceglie!!! L’auspicio è che, finalmente, Sottil metta in campo una formazione logica, con in campo la gente più in forma nel proprio ruolo, senza riproposizioni incomprensibili di gente che non becca palla o non azzecca un passaggio nemmeno per sbaglio. Anche “questo” Catania, con un minimo di testa e di gamba in più, può tranquillamente vincere a Lentini. Let’s go, Liotru, let’s go!!!