Poker e speranze

Capitan Izco esulta. Doppietta della vita...

Capitan Izco esulta. Doppietta della vita... 

Il commento di Max Licari evidenzia la grande prova di un Catania capace di umiliare la Roma. Che rimpianti...

Che rabbia…
Com’è possibile che questa squadra sia (adesso) penultima in classifica? Com’è possibile che, più o meno, questi siano gli stessi giocatori che hanno prodotto i disastri di Reggio Emilia, Torino o Verona? Com’è possibile che un team che segna 26 gol in 35 partite ne rifili 4 alla miglior difesa del campionato? Com’è possibile che questa squadra, ultima in classifica prima del match, annichilisca la seconda in graduatoria, proveniente da 9 vittorie consecutive? A queste domande si può dare una risposta, nessuna risposta o mille risposte. Ciò che resta è tanta rabbia, la stessa che traspare dalle reazioni dei tifosi rossazzurri sui social network e sui siti. Con pochissimo in più, pur nell’ambito di una stagione assai negativa, ci si sarebbe potuti salvare in carrozza, considerato il Nulla cosmico dimostrato dalle dirette concorrenti. Se, a due turni dal termine, il Catania è ancora in corsa per la salvezza a quota 26 punti, non si può che amaramente riflettere sulla sconvolgente inconsistenza del “pacchetto arretrato” del campionato italiano. A mio parere, questa partita conferma ciò che ho sempre pensato: giocatori che hanno fatto l’ottavo posto un anno prima non possono improvvisamente diventare brocchi. Sanno giocare al calcio e lo hanno dimostrato distruggendo la Roma anche dal punto di vista del gioco, con soluzioni tecniche che nulla hanno a che vedere con il penultimo posto. Non sono “scarsi”, come purtroppo spesso si è sentito superficialmente affermare da troppi appassionati e osservatori influenzati da risultati e prestazioni indubbiamente disastrosi. C’è dell’altro. E questo “altro” è tutto ciò che si è, sempre in modo duro ma equilibrato, evidenziato durante tutto il campionato: le campagne acquisti (estate e gennaio), la preparazione atletica, gli infortuni, gli allenatori, la carenza nella gestione dello spogliatoio. Errori che non potranno essere cancellati, e intelligentemente non saranno eventualmente cancellati, nemmeno da un’ancora lontana e miracolosa salvezza. Io propongo una mia provocazione, dato che, anche in presenza dei suddetti errori, la partita con i capitolini ha dimostrato che con questi stessi giocatori ci sarebbero stati ampi spazi di comoda salvezza: è un caso che, una volta ratificato un "ruolo preciso" a Pablo Cosentino, senza più incertezze, la squadra si sia espressa senza più remore e con altra convinzione? Può essere che Cosentino sia entrato nello spogliatoio con la nuova “veste”, investito da diversa autorità, e abbia ricevuto risposte congruenti dai giocatori? Si tratta sempre di supposizioni, e in ogni caso sarebbe da considerare una mossa tardiva per quanto concerne le possibilità di salvezza attuali, ma…

Tabelle e tabelline
La netta vittoria sulla Roma fa rifiorire la speranza... e le tabelle! In realtà, la cosa migliore sarebbe mantenere il "low profile", stare zitti, non pensare a niente e guardare solo alla partita di Bologna. Muti, perché la storia del campionato non autorizza nessuna esaltazione o illusione soverchia. Tuttavia, alcuni “incroci”, potrebbero facilitare un miracolo che, in ogni caso, presuppone che i rossazzurri vincano le prossime due gare. Condizione imprescindibile. Innanzitutto, una è stata rispettata: la vittoria del Milan nel derby. I rossoneri, in lotta per l’Europa League, non regaleranno nulla al Sassuolo nell’ultima di campionato. E, contestualmente, l’Inter non dovrebbe mollare niente nell’ultima contro il Chievo. Poi, la vittoria della Fiorentina sul Sassuolo. I neroverdi, dovendo giocare con il Genoa in casa nel prossimo turno, potrebbero conquistare i tre punti e giungere a quota 32 con un pareggio a Firenze. In caso di arrivo in concomitanza, gli emiliani si salverebbero per gli scontri diretti. In realtà, ci sarebbe da considerare la posizione del Chievo che, con la sconfitta interna subita dal Torino, a 30 punti, con Cagliari in trasferta e Inter in casa, non può considerarsi “sicuro” come si pensava qualche turno fa. Un dato può fare sperare, al di là dei calcoli: quest’anno nessuno regala niente. L’Udinese ne rifila 5 al Livorno, la Samp batte il Chievo, il Genoa non “sbraca” con il Bologna. Tutto può succedere. E nulla è scontato. Il Catania visto con la Roma, anche sotto il profilo atletico, può fare bene. Poi si vede…

Maurizio, forse…
… forse l’hai trovato l’algoritmo. Peccato che si sia alla fine del campionato. Magari, se fossi arrivato prima… La squadra messa in campo, offensiva e allo stesso tempo dinamica, avremmo voluto vederla assai prima, messa in campo da altri allenatori. Pellegrino ha, dolorosamente ma legittimamente, lasciato fuori il deludente Lodi, dando a Rinaudo le chiavi della regia. Una mossa vincente: straordinaria per dinamismo e precisione nei passaggi la sua prestazione. e il fatto che abbia manifestato la volontà di rimanere anche in caso di retrocessione non può che far ben sperare. Non solo, ha permesso a Barrientos, affiancato da due mastini come lo stesso Rinaudo e Izco, di inventare ai suoi ritmi, non eccelsi, senza tante preoccupazioni. In questo modo, il 4-2-3-1 ha permesso a Leto e Castro, entrambi finalmente pienamente convincenti, di essere serviti con continuità in profondità, a esprimere le proprie qualità tecniche. E si è rivisto il Catania dello scorso anno: tecnico, veloce, ficcante e tremendamente positivo negli inserimenti. Tanto che i primi due gol sono stati siglati (splendido il primo, con la ripartenza di Bergessio e il tacco di Leto) da capitan Izco, che mai avrebbe sognato di mettere a segno la prima doppietta della vita in un match così difficile. Al di là del gol del 2-1 di Totti, viziato da un fuorigioco di Florenzi, la Roma, anche rivoltata da Garcia con gli ingressi di Bastos, Gervinho e Benatia, non ha mai dato l’impressione di poter contrastare il Catania e bucare quella che è comunque la seconda peggior difesa del torneo, sicura negli esterni Peruzzi e Monzon e nei centrali Gyomber e Rolin. Tanto che il terzo gol, ancora propiziato da Leto e rifinito da Bergessio (ottava rete stagionale), e il quarto (splendida rasoiata di Barrientos da 20 metri), sono sembrati una naturale conclusione della partita. Insomma, nulla da dire sulla bontà della prestazione, peccato che non si sia cominciato prima a giocare con questa convinzione e con questa forza atletica. Ma tutto ciò non significherà nulla se non si andrà a vincere a Bologna una partita difficilissima, la partita dell’anno per entrambe le squadre. Al di là del valore tecnico di Catania e Bologna, prevarrà chi avrà più motivazioni. Il fattore ambientale potrà contare, ma ho l’impressione che tantissimi catanesi raggiungeranno con ogni mezzo il “Dall’Ara”, anche in ricordo di quanto accadde sette anni fa… Nessuna illusione, sia chiaro, ma tentarci è d’obbligo! Let’s go, Liotru, let’s go!!!