Plasmatrix!!!

Liberazione finale...

Liberazione finale... 

Max Licari sul pareggio in extremis ottenuto dai rossazzurri sull'Akragas. Difficoltà evidenti, ma il cuore non manca...

Calo mentale o fisico?
Sapevamo che il momento di difficoltà sarebbe arrivato, il pareggio raggiunto in extremis contro l’Akragas al “Massimino” ne certifica la consistenza. Per la seconda partita consecutiva i rossazzurri raccolgono meno di quanto meritato, ma mostrano un evidente calo che obbligatoriamente dovrà essere analizzato in profondità da società e allenatore, in modo da evitare che si trasformi in qualcosa di più grave. Sui social network e sul Muro si sta accendendo un infuocato dibattito sui motivi di tale frangente negativo. Le spiegazioni più gettonate sembrerebbero due :

1. Calo mentale. I successi iniziali avrebbero fatto decrescere le motivazioni di un gruppo che forse si è sentito più forte di quello che è. In aggiunta, la recente ulteriore penalizzazione di 2 punti avrebbe inferto un altro colpo all’autostima di una compagine che, pur avendo racimolato più o meno gli stessi punti delle squadre di testa, si ritrova tristemente nelle posizioni di fondo classifica;

2. Calo fisico. Sta nella normalità delle cose che si sia puntato su una preparazione sprint, così da annullare quanto più rapidamente possibile la pesante penalizzazione e, pertanto, si poteva ampiamente prevedere un momento di appannamento atletico, unito ovviamente a una certa fatica “psicologica”.

Sebbene il buon senso possa far propendere per una “verità” che costituisca un mix fra le due motivazioni sopra menzionate, io ritengo che la seconda spiegazione sia più vicina alla realtà dei fatti. Si sapeva che, dopo la partenza lanciata susseguente a un certo “tipo” di preparazione atletica, fisiologicamente si sarebbe verificato un calo di condizione, qualche sconfitta, qualche difficoltà di troppo. Tutto sta, secondo me, in come tale indubitabile decremento fisico, unito certamente a talune ineliminabili scorie mentali dovute alla seconda “botta” subita dalla Giustizia Sportiva, sarà gestito dall’ambiente. E per “ambiente” mi riferisco non solo a società, staff tecnico e giocatori, ma anche a giornalisti e tifosi. Per quanto concerne i primi, se, dopo aver incensato la squadra come fosse il Real Madrid della categoria, si comincia a passare tristemente (“more solito”) all’eccesso opposto, si danneggerà un progetto tecnico e gestionale in fieri produttivo e in completa antitesi con lo scempio degli anni precedenti. Non erano fenomeni prima Calil e soci, non sono brocchi ora. E, su questo, non possono sussistere dubbi. È vero che al momento il Catania, a quota 7, sarebbe in piena zona retrocessione (quart’ultimo), ma sminuire il lavoro di Pancaro e il sacrificio dei ragazzi, facendo passare il messaggio che questa sia una squadra da “salvezza”, sarebbe mostruosamente deleterio dal punto di vista motivazionale. Senza gli 11 punti di penalizzazione, la classifica “reale” direbbe terzo posto a 18. Contestualmente, gasare eccessivamente la squadra, soprattutto determinati giocatori che si stanno mostrando forse un po’ troppo “recettivi”, costituirebbe un errore altrettanto esiziale. A questo proposito, la gara al cospetto dell’undici dell’ex Legrottaglie ha mostrato alcuni ragazzi, indubbiamente bravi, un tantino troppo portati a pensare di risolvere da soli la partita. Cosa che in Lega Pro, Lega del Randello “a cu piggiu pigghiu”, non puoi permetterti. Solo per fare qualche esempio, Calderini (subentrato, dopo solo una ventina di minuti, all’infortunato Falcone) e Russotto, veri e propri valori aggiunti a inizio campionato, adesso tendono a voler andare direttamente in porta dalla propria metà campo. Non va bene, ma per niente… l’umiltà e il lavoro di squadra prima di tutto!

Riflessioni invernali
Detto questo, quanto più si va avanti nel torneo, tanto più alcune lacune tendono a manifestarsi con maggiore chiarezza. Non mi aspettavo, per esempio, che Pancaro facesse giocare Parisi. Ma non per il ragazzo, il quale merita ogni elogio per sacrificio e spirito di squadra, attenzione. Solamente per il fatto che tenere fuori Garufo, dopo Castellammare, mi sembrava un errore psicologico. La prova del terzino destro siracusano si è, poi, rivelata, insufficiente; tuttavia, non è questo il problema di fondo. Il problema serio è che Garufo offre certamente maggiori garanzie rispetto a Parisi; pertanto, a gennaio si dovrà fare una riflessione approfondita sul ruolo che, attualmente, sembra il più scoperto dell’organico. Allo stesso tempo, pare sempre più chiaro che a centrocampo, senza i Castiglia e i Musacci, si paghi un deficit di qualità rispetto agli avversari. Lulli e Russo non stanno convincendo. Anche contro gli agrigentini, il primo ha offerto una prestazione altalenante. Se, come sta accadendo sempre più di frequente, l’allenatore avversario ti ingabbia il play (Agazzi o lo stesso Musacci) e Scarsella non gira a pieno regime, allora sono dolori. Proprio per questo, anche senza prendere in considerazione gli ultimi buoni 20’ del Catania anti-Akragas, la soluzione del doppio regista (Agazzi e Musacci insieme in campo) potrebbe risultare la più idonea a sparigliare le carte delle ovvie tattiche “nemiche”. Altrimenti, il gioco etneo diventa prevedibile, dato che tutti (Casertana e Juve Stabia in primis) hanno imparato che, bloccando Agazzi e raddoppiando sistematicamente i due esterni offensivi più qualitativi, si neutralizza in pratica il Catania. Anche in questo caso, a gennaio si dovrà fare una scelta di campo: se accettare un a stagione di transizione o tentare il tutto per tutto; in questo secondo caso, le alternative in mediana, probabilmente, potrebbero essere messe in discussione.

Akragas meritevole, ma esagerare no…
Nel postpartita ho sentito tante cose, giuste o meno che possano essere ritenute, considerata la soggettività delle opinioni. Ma, quando ho ascoltato l’ottimo Nicola, un uomo vero che ho apprezzato tantissimo da giocatore rossazzurro, affermare che “se la partita fosse finita 0-2, nessuno avrebbe avuto da ridire”, beh, mi si sono “arricciate le carni”, come si suol dire dalle nostre parti. È sacrosanto che l’Akragas, in formazione peraltro rimaneggiata, abbia giocato una super-partita in fatto di vigore atletico, agonismo e applicazione; è evidente che gente come Capuano, Zibert e Madonia abbia disputato la miglior partita stagionale; è altrettanto chiaro che il Catania abbia disputato un’ora sotto tono; ma non riconoscere che la propria squadra, dopo aver sventato una palla gol nitida di Calil e salvato sulla linea una rete fatta di Falcone, abbia pescato il jolly nell’unica azione offensiva e nell’unico tiro in porta dalla distanza (Zibert, eurogol della domenica che nemmeno Magath…) del primo tempo e che, nella ripresa, a fronte di un’unica palla gol sventata da una bella parata in uscita di Bastianoni, sia stata graziata quattro o cinque volte (fra le altre, un ulteriore miracoloso salvataggio sulla linea di Sabatino, una gran parata di Vono su tiro a botta sicura da due passi di Russotto e una clamorosissima traversa da due metri di Calil a tempo scaduto), oltre ad aver beccato il bellissimo pareggio del neo entrato Plasmati al 87’, francamente mi sembra anche offensivo. Offensivo per l’intelligenza altrui, ovviamente. Diciamo che è andata bene agli ospiti, complimenti per la grinta e l’abnegazione, ma chiudiamola lì, altrimenti si sfiorerebbe il ridicolo.

Plasmati, gol che fa sperare
Non ero convinto dell’operazione Plasmati e 20’ non possono costituire certo una smentita totale rispetto alle mie convinzioni. Ma la prima risposta a chi, come il sottoscritto, dubita della sua utilità alla causa del Catania è stata eloquente: gran gol, fra l’altro decisivo nell’evitare una dolorosa sconfitta interna, e tutti muti… La speranza è che Gianvito possa continuare così, considerato che trattasi di un profilo con caratteristiche uniche in rosa. In Lega Pro, e l’ultima parte di gara lo dimostra, si può giocare anche con due punte centrali e due esterni d’attacco, una sorta di 4-2-4, in specie in casa, contro difese chiuse. Il centravanti di Matera potrebbe costituire un’arma tattica, dal primo minuto o in corso d’opera, di fondamentale importanza per Pancaro; una soluzione in grado di cambiare volto a moduli e atteggiamenti in campo. La speranza è che sia guarito e possa essere disponibile con continuità….

Altro derby, altra storia
Lo dico subito: se il Catania giocherà così a Messina domenica prossima, perderà. Ma non tanto perché i peloritani, corsari a Melfi e sorprendentemente secondi, siano squadra inarrestabile; piuttosto perché, con questo atteggiamento, fuori dalle mura amiche non si va da nessuna parte. Forse, se i rossazzurri andranno in campo con lo spirito ritrovato e il coraggio degli ultimi 20’ contro l’Akragas, si potrà ottenere un risultato positivo. Comunque, una risposta in controtendenza rispetto alla crisi di gioco e di risultati attuale questa squadra la deve dare, una risposta di carattere e di forza morale che tutti i tifosi meritano. Pancaro non recupererà Castiglia e dovrà quasi certamente fare a meno di Falcone (infortunio traumatico per lui); ma ciò conta poco. Conterà l’approccio, la motivazione e la “gamba”. E scelte felici, dato che ultimamente il tecnico è parso un tantino “sfortunato” nelle opzioni, soprattutto iniziali. Rimanere uniti rimane l’imperativo categorico. Let’s go, Liotru, let’s go!!!