Patatra...pani!

Curiale, una frustrante serata da ex...

Curiale, una frustrante serata da ex...  

Max Licari sulla netta sconfitta nel big match di Trapani. Lucarelli, scelte sorprendenti e improduttive. Calori, serata perfetta

Prova di maturità fallita
È vero che il Catania ha prodotto quattro palle gol. È vero che è stato negato un rigore sacrosanto a Semenzato sullo 0-0. È vero che Furlan ha fatto un paio di grandi interventi. È vero che il Trapani ha segnato al primo tiro in porta. È vero che il Catania si ritrova ancora al secondo posto in classifica a tre punti dal Lecce, seppure in condominio con lo stesso undici granata. E vero che non è il caso di fare nessun dramma. Tutto vero. Ma questa partita, la “madre di tutte le partite” (Lo Monaco), la partita più importante di questo girone d’andata, la prova di maturità di un gruppo proveniente da un “bellissimo novembre”, l’ha voluta perdere solo e unicamente il Catania ancor prima di scendere in campo, a seguito di alcune sorprendenti scelte prodotte dal tecnico Lucarelli. E, alla fine, la sconfitta risulta meritata. La verità, del resto è una: nel calcio, quando ti assumi la responsabilità di determinate decisioni “controcorrente”, se ti va bene sei un genio, se ti va male ti tiri addosso critiche feroci. Il caso dell’allenatore livornese è nettamente il secondo. Pur rispettando gli intendimenti di Lucarelli, il sottoscritto pensa che, in generale, sia sempre abbastanza inutile fare scelte così “particolari” in match tanto importanti. Molto più normale continuare sulla falsariga che ti ha condotto ai successi, in modo che, anche qualora non ti andasse bene, non presteresti il fianco a valutazioni negative in funzione di quelle medesime scelte. In buona sostanza, molto più semplice riproporre la formazione titolare e, in caso di sconfitta, far pensare un po’ a tutti che il risultato negativo sia frutto di una giornata storta e non di “invenzioni” improduttive. Lucarelli ha scelto l’impervia strada del cambiamento, con risultati non propriamente felici…

Scelte sorprendenti e improduttive
Contro il 3-5-2 consolidato di Calori, molto dinamico e forte sulle fasce specialmente nel folletto Marras (nettamente il migliore in campo, alla fine della gara), il trainer rossazzurro ha imboccato la strada della prudenza, proponendo un 4-3-3 "anomalo", con Aya terzino destro e la coppia Semenzato-Mazzarani sugli esterni offensivi a supporto dell’unica punta Curiale. In panca i due uomini di maggior fantasia, i migliori della partita precedente, Russotto (comunque non al massimo e reduce da una settimana “particolare”, come sottolineato dallo stesso Lucarelli nel postpartita) e Di Grazia. Un azzardo enorme, direi quasi eccessivo. E, soprattutto, improduttivo. Inoltre, è stato fornito un segnale “conservativo” alla squadra e anche ai tifosi, un segnale non propriamente consono all’importanza della partita, quasi che un pareggio fosse in partenza gradito… Il Catania non ha approcciato la partita da grande squadra, ma da autentica provinciale al "Provinciale". I 700 tifosi etnei presenti, ricolmi di entusiasmo, magari, meritavano di assistere a qualcosa di diverso... Il risultato è stato quello di disputare una mezzoretta discreta, condita da un rigore incredibilmente non concesso a Semenzato salvo poi, al primo affondo, prendere gol su calcio piazzato da Silvestri e, successivamente, sciogliersi come neve al sole fino a beccare il raddoppio dall’eterno Reginaldo al 42' e chiudere anzitempo un match gettato via in maniera troppo superficiale. Perché, sia chiaro, il tecnico potrà anche sottolineare il fatto che il Catania abbia prodotto un paio di nitide palle gol nella ripresa (la migliore un incrocio dei pali di Marchese), ma la verità è che i rossazzurri non hanno mai dato la benché minima sensazione di poter risalire la china, rimettendo in discussione il risultato, malgrado i cambi del tecnico, ritornato sui suoi passi a schierare il 4-3-3 classico con il duo Russotto-Di Grazia, per chiudere addirittura con un 4-2-4 (anche Ripa in campo) di venturiana memoria. Anzì, è stato il Trapani, sempre corto, ben disposto e forte di gamba (bravissimi anche Steffè, Maracchi e Palumbo), a trovare ampi spazi in contropiede e sfiorare più volte il terzo gol. Quindi, a mio parere, una sconfitta meritata. Ed evitabile. Non che ci si debba, adesso, fasciare la testa, ma che almeno questo doloroso passo falso dia il la a una nuova consapevole serie vincente, giacché è già la seconda volta, dopo Catania-Sicula Leonzio, che accade una cosa del genere (allora si era cambiata l’articolazione delle scelte in favore di un 3-5-2 con la coppia Ripa-Curiale in avanti). Insomma, si è trovata una “quadra”, meglio seguire il canovaccio senza troppi arzigogoli. Anche perché 4 sconfitte in mezzo campionato (mancano due gare al termine del girone d’andata), obiettivamente, sono un po’ troppe per una squadra che intenda vincere il campionato. Tuttavia, un aspetto completamente positivo e potenzialmente assai produttivo per il prosieguo del torneo etneo esiste. Questo match ci dice con buona dose di approssimazione alla realtà effettiva che a questa squadra, per vincere il campionato, manca sicuramente qualcosa, in specie in attacco. Se n’è avuta la certificazione. A gennaio, e la società ha sottolineato che non lascerà nulla d’intentato, sarà necessario inserire almeno un rinforzo “pesante” al centro del reparto avanzato. Sono sicuro che Pietro Lo Monaco si sia già mosso per tempo in tal senso.

Non fallire con il Matera
Adesso, sarà importante non subire alcun contraccolpo psicologico e riprendere la corsa: prima tappa, il Matera al “Massimino”. Magari tornando alla “strada maestra”, senza invenzioni poco comprensibili. Non sarà facile perché l’undici lucano non è certamente una squadretta e mister Auteri storicamente è un allenatore “ostico” per i colori rossazzurri. Parola d’ordine: riflettere sugli errori di Trapani, cercare di ricaricare le pile e riprendere a vincere e convincere. Non si può fallire. Liotru, let’s go!!!