MiracoLodi...

Ciccio, doppietta da favola...

Ciccio, doppietta da favola... 

Max Licari sul miracoloso pari contro il Trapani. Granata generalmente superiori, male centrocampo e Marotta, Lodi decisivo.

Un match che conferma le indicazioni del campionato
Avevamo scritto non più tardi di una settimana fa che il Catania visto nel doppio confronto con il Potenza non sarebbe bastato al cospetto di una compagine maggiormente organizzata e attrezzata sotto il profilo tecnico come il Trapani. E così è stato. I rossazzurri non sono riusciti a elevare il tono della prestazione dal punto di vista atletico e tattico, forse nemmeno avendone le possibilità strutturali, e i granata hanno meritatamente avuto agio di comandare in lungo e in largo sul terreno di gioco del “Massimino” contornato da quasi ventimila spettatori, impartendo per 75’ un’autentica lezione di calcio agli uomini dello squalificato Sottil. Poi, il calcio è bello proprio perché imprevedibile oltre ogni limite logico. Una estemporanea invenzione del subentrato Lodi, una fantascientifica punizione da centrocampo che sorprende il colpevole Dini, e la partita prende una piega diversa. Il Catania comincia a crederci, il Trapani a perdere qualche certezza e il rigore procurato da Manneh quasi a fine match, poi trasformato dallo stesso Lodi, regala un insperato pareggio e riaccende una piccola fiammella di speranza nei già disperati cuori etnei in vista del match di ritorno al “Provinciale”. Sia chiaro, la prestazione di Biagianti e soci è da ritenersi complessivamente insufficiente, mentre le precise trame degli ospiti hanno confermato sul campo quello che inequivocabilmente il campionato aveva sigillato: il Trapani è una squadra ben costruita (sebbene con un budget ridotto) e ha un gioco propositivo in cui si vede la mano dell’allenatore; il Catania no. La realtà è questa e bisogna onestamente prenderne atto, indipendentemente da come andrà a finire la doppia sfida. Così come è necessario prendere atto di una statistica preoccupante: quattro partite di playoff, una vittoria e tre pareggi, due dei quali soffertissimi, quasi miracolosi. Bisogna tornare a fare un gol più dell’avversario, altrimenti non si andrà da nessuna parte…

Un miracolo targato Lodi
In chiave rossazzurra, di questa partita resta solo la prodezza di Ciccio, una vera e propria magia mai vista dalle parti di Cibali (fa il paio con la stoccata di mascariana memoria del “Barbera”, resa famosa anche dal richiamo a Tonga) e l’immensa prova del pubblico catanese (coadiuvato dal correttissimo e folto contingente di supporters granata stipato nel settore ospiti), il reale dominatore, l’unico vincitore. Per il resto, sono emersi in tutta la loro “crudezza” gli evidentissimi limiti di sempre, in specie a centrocampo, dove i rossazzurri sono stati a dir poco surclassati dai dirimpettai in maglia bianca; limiti in parte bilanciati da un cuore encomiabile, già mostrato nella gara di ritorno del turno precedente pareggiata con sofferenza nella parte finale. Solo con questo incredibile cuore si è riusciti a rimettere in piedi un match ormai “andato” e a regalarsi un’ulteriore chance nella sfida di Trapani. È evidente, comunque, come sia risultata insufficiente la preparazione della partita da parte di allenatore e giocatori, così come l’approccio, troppo molle per poter pensare di mettere in difficoltà un avversario riposato, motivato e meglio disposto in campo.

Scelte logiche, ma alla prova dei fatti inadeguate
Le scelte di Sottil, malgrado potessero apparire logiche nella continuità, si sono rivelate inadeguate rispetto alle caratteristiche dell’opponente. Troppo poco qualitativa e povera di corsa la mediana per opporsi a un Corapi sontuoso (ma anche Aloi e Toscano hanno brillato), troppi giocatori dal passo pesante (per esempio, appare palese come il pur encomiabile Marchese necessiti di riposo) o in giornata no. Giocatori come il medesimo terzino di Delia, Rizzo, Bucolo, capitan Biagianti, Sarno, Marotta (addirittura pessima l’esibizione del numero 9 etneo, fallosissimo e inconcludente fin quando non è stato giustamente sostituito da Manneh) fin da subito si sono mostrati fuori partita e in gravi difficoltà sul pressing alto dei trapanesi, ben incardinato sul centroboa ‘Nzola, preferito a Evacuo e autore di una prestazione maiuscola per capacità di tener palla e far salire la propria squadra. Vero, i granata sono stati favoriti dal gol lampo di Tulli (che, sulla propria corsia di competenza, la sinistra, ha messo in croce la coppia Calapai-Rizzo). Si è trattato di un’altra splendida realizzazione (tiro a giro all’incrocio dei pali dal limite sinistro dell’area di rigore rossazzurra), dopo la rovesciata della gara di ritorno in campionato al “Provinciale; tuttavia, il Catania non ha quasi mai fatto intuire di poter reagire, quasi mai ha impensierito Dini, quasi mai ha creato gioco dalla trequarti in su, complice un Sarno ancora una volta in netto calando (la grande prova sciorinata contro la Reggina, per ora, non è stata replicata). E se non si accende il fantasista ex foggiano son dolori, giacché appare chiaro come il 4-3-1-2 sia impostato solo su di lui e, in mancanza dei suoi guizzi, vada letteralmente in tilt, essendo limitato da un centrocampo privo di qualità tecniche. In queste condizioni, senza Lodi, pur con tutti i limiti atletici del numero 10 campano, non ci si garantisce alcuna chance di far girare il pallone con un minimo di raziocinio. Così, quando al 67’ il solito errore di Pisseri (rinvio maldestro su passaggio all’indietro di Baraye, che innesca la fulminea ripartenza trapanese) consente a Ferretti, tenuto in gioco dallo stesso terzino senegalese che mai avrebbe immaginato il pastrocchio del compagno di squadra, di mettere in rete il raddoppio, un po’ a tutti, anche al più sfegatato dei tifosi dell’Elefante, è sembrato che fosse il naturale epilogo di un match letteralmente dominato dalla formazione più forte.

Cambi della disperazione, ma efficaci
Il tecnico ex livornese l’ha ripresa cambiando tutto nella ripresa, con le classiche mosse della disperazione (dentro subito Baraye e Lodi, poi Llama, Manneh e Brodic, in pratica tutta la “qualità” disponibile da centrocampo in su a parte il giovane Pecorino), ma si è trattato, come già ampiamente sottolineato, di un autentico miracolo “aiutato” dal Fato, materializzatosi nella punizione-capolavoro di Lodi al 73’. Un “unicum” che non potrà ripetersi. Servirà altro per tentare l’impresa. Occorrerà la volontà di far giocare qualche ragazzo con la gamba più pronta (obiettivamente, Baraye e Manneh hanno cambiato l’inerzia fisica della gara, macinando gli avversari sulla corsia mancina). Volontà mancata finora…

A Trapani per vincere
Domenica prossima, se il Catania vorrà passare il turno, dovrà vincere. Proprio per questo sarà necessario impostare il match secondo canoni completamente diversi. Serviranno coraggio e intraprendenza, non avendo i rossazzurri ormai più nulla da perdere. Dentro, dunque, coloro che hanno benzina nelle gambe e voglia di avvicinarsi all’area avversaria. Sulla base degli ultimi 20’ di gioco, pensiamo non si possa fare a meno di Baraye, Lodi e Manneh. E di “huevos”, in dose massiccia. In attesa di comprendere come dovrà strutturarsi la trasferta dei tifosi catanesi, che sicuramente non faranno mancare il proprio apporto, carichiamoci a molla e gridiamo: Let’s go, Liotru, let’s go!!!