Luigi Spataro: La leva calcistica del 1999

Luigi Spataro, portiere della Berretti rossazzurra

Luigi Spataro, portiere della Berretti rossazzurra 

Una papera dagli undici metri non cancella quanto di buono fatto in altrettanti mesi.

La notte è lunga per chi sbaglia un calcio di rigore. Per chi vede svanire dagli undici metri un sogno coltivato con cura per altrettanti mesi. Sarà una notte lunghissima e insonne per Salvatore Ferraù, Kevin Biondi e soprattutto per il portiere Luigi Spataro, protagonisti in negativo questo pomeriggio nella lotteria dei rigori di Prato che ha visto prevalere i pari età del Renate dopo un’estenuante sequenza di 28 tiri. Da record! Notte da occhi spalancati, a rimuginare nel letto, a prendere a morsi il cuscino, a dare testate al materasso e pugni al muro, provando invano a placare la rabbia. Non sarà facile riuscire in questa impresa, ma magari, con un po’ di musica, la notte sarà meno amara. E se la colonna sonora di ieri aveva le note di “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti, pezzo sempre verde che ritorna utile per qualsiasi tipo di vigilia, la notte della riflessione ha il suono di Francesco De Gregori. Il lettore Mp3 è acceso e anche se non avrà il fascino inconfondibile del vinile, con quell’attacco ‘rugoso’ della puntina sul disco, la melodia degregoriana conserva sempre lo stesso sentimento.
“Ma Gigi non aver paura di non parare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia…”



Per tanto tempo ancora, Luigi Spataro, si sognerà quel maledetto calcio di rigore. Vedrà davanti a sé la sagoma nerazzurra di capitan Villa e soprattutto quel pallone diabolico, intercettato splendidamente con la manona destra (con la palla indirizzata proprio all’angolino basso) che schizza velenoso in alto per poi planare beffardo sulle sue mani protese verso il cielo finendo di rotolare in rete. Il destino è cinico e baro, caro Luigi. E pensare che il portiere originario di Grammichele era stato uno dei migliori in campo, salvando in più di una circostanza la porta rossazzurra dalla capitolazione. Anche nella stessa lotteria dei rigori aveva fatto la sua parte. Al decimo ed ultimo rigore della serie stabilita dal regolamento, con il Catania in svantaggio per via dell’errore di Ferraù, aveva intercettato la conclusione del lombardo Gallo, prolungando la contesa ad oltranza. Bravo tra i pali, bravo anche dall’altra parte della barricata. Pallone pesante anche quello scaraventato al collega di reparto Stucchi per il gol dell’11-11. Una lotteria senza fine, interrotta alla quindicesima serie con un doppio errore, prima il suo e successivamente Biondi.

De Gregori canta ancora, forse ripeterà la stessa canzone per tutta la notte. Tanto basta per affrontare con serenità gli incubi che si materializzeranno. Caro Luigi, vittoria e sconfitta sono due facce della stessa medaglia ed entrambe contribuiscono allo stesso modo alla crescita e alla maturazione, sia sportiva che umana. Da domani si aprirà un nuovo capitolo di una storia tutta da scrivere. "Il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette, questo altro anno giocherà con la maglia numero 1". Porta con te quanto di buono fatto in questa stagione, delle parate fatte (due i rigori parati in stagione), degli insegnamenti ricevuti e del valore di un gruppo unito. E quando penserai a questo giorno, che adesso vorresti dimenticare il prima possibile, pensa all’abbraccio di conforto di Luigi Manno, alla solidarietà tra amici e colleghi tra i pali, a chi condivide la 'solitudine' di un ruolo com'è quello del portiere. Il sorriso ritornerà, così come arriverà quell’alba che adesso sembra così lontana.


Luigi Spataro consolato dal collega-amico Luigi Manno (ph. Daniele Sicilia)