La griglia di partenza del girone C 2019/20

 

Un analisi dei pregi e difetti delle squadre del girone C, con focus speciale dedicato alle "sei sorelle".

Con Rieti-Ternana, anticipo della prima giornata, in programma stasera alle 20:45, nel girone C della terza serie la parola tornerà finalmente al campo, dopo un estate certamente più tranquilla di quella precedente, ma caratterizzata come non mai dalla presenza di tante serie contendenti all'obiettivo promozione. Lo sfarzoso Bari di De Laurentiis ha rubato le copertine dei giornali ed è indicato quasi all'unanimità dagli addetti ai lavori quale squadra da battere. Ma non mancano avversarie altrettanto ambiziose, che hanno rinforzato organici già competitivi con diversi acquisti di spessore. Alla vigilia del primo calcio d'inizio, si è così formato il gruppo delle "sei sorelle", dalle quali dovrebbe uscire la prossima vincitrice del campionato: in rigoroso ordine alfabetico, Bari, Catania, Catanzaro, Reggina, Teramo e Ternana.
La nostra redazione ha analizzato e confrontato gli organici delle sei compagini di punta del girone meridionale ed ha stilato la propria "griglia di partenza", replicando, seppur in modo più tecnico e approfondito, un giochino molto in voga nel periodo estivo, in particolar modo sui social.

Pole position: Catanzaro
A dispetto delle previsioni che vanno per la maggiore, noi indichiamo il Catanzaro quale squadra che parte coi favori del pronostico. I giallorossi, infatti, hanno due frecce esclusive nel loro arco: sono reduci da una stagione in un cui hanno lottato per la promozione, come il Catania, ma a differenza degli etnei ripartono dallo stesso progetto tecnico, targato Auteri, che è un progetto ben delineato. Il Catanzaro, quindi, è una squadra già "pronta", che ha già dimostrato di poter competere ad alti livelli e sulla carta potrebbe solo migliorare. Qualche pezzo importante (Furlan, Iuliano, D'Ursi, Bianchimano) è andato via, è vero, ma l'ossatura è rimasta la stessa (Riggio, Signorini, Celiento, Statella, De Risio, Casoli, Kanoutè, Fischnaller, con Figliomeni, Nicoletti, Maita, Favalli e Giannone in bilico tra riconferma e partenza) e non sono mancati colpi che hanno innalzato il livello dei vari reparti (su tutti Martinelli in difesa e Nicastro in avanti) e rimpiazzato i partenti (Di Gennaro in porta, Pinna in difesa, Urso in mediana e i jolly offensivi Di Livio e Mangni). L'unico apparente anello debole sembra il centravanti (tant'è che la società ha sondato Calaiò ed ora è in pressing su Montalto), a meno che non riuscirà la scommessa Calì, classe '97 giunto in prestito dall'Atalanta. Il gioco di Auteri comunque può anche prescindere dalla presenza di un 9 vecchia scuola, come dimostrano le 16 reti timbrate l'anno scorso da D'Ursi e Fischnaller.

2° posto: Bari
Se il campionato si giocasse sulla carta, il Bari l'avrebbe già vinto. Un po' come il Catania lo scorso anno. La società satellite del Napoli ha condotto un mercato faraonico, costruendo una squadra quasi da zero (dei protagonisti dell'ultimo anno in D con buone possibilità di giocare sono rimasti i soli Di Cesare, Hamlili, Neglia e Floriano) e rinforzandola con profili provenienti quasi tutti dalla Serie A e dalla Serie B. Frattali (Parma) in porta, Berra (Pro Vercelli) terzino destro, Sabbione (Carpi) centrale difensivo, Costa (Spal, via Napoli) terzino sinistro, Schiavone (Venezia) regista, Scavone (Lecce, via Parma) mezzala, Folorunsho (Virtus Francavilla, via Napoli) centrocampista, Kupisz (Ascoli) jolly di fascia, Terrani (Piacenza) esterno offensivo, D'Ursi (Catanzaro, via Napoli) ala e soprattutto Mirco Antenucci (Spal), attaccante di lusso per la terza serie. I dubbi, però, non mancano. Le collezioni di figurine non supportate da un valido progetto tattico non bastano per vincere e, tra l'altro, alcuni dei giocatori succitati sono reduci da campionati sotto tono. I galletti non hanno ancora una fisionomia definita (per ora Cornacchini sta provando il 4-2-3-1) ed in mediana appaiono un po' leggerini, avendo nel solo Hamlili un centrocampista di rottura. Il tecnico poi, non è una garanzia in Serie C, dove ha raccolto soltanto due discrete annate ad Ancona, e potrebbe pagare pressione e aspettative in caso di risultati iniziali deludenti (un eventuale cambio della guida tecnica a stagione in corso potrebbe comportare ulteriori incognite). La qualità, comunque, è così elevata che, come il Catania dello scorso anno, i biancorossi dovrebbero riuscire nella peggiore delle ipotesi a rimanere quanto meno in lizza fino alla fine.

3° posto: Catania
A ridosso della prima fila si piazza il Catania che, rispetto alla scorsa stagione, parte a fari spenti. I rossazzurri, reduci da un'annata che ha lasciato parecchie scorie sul piano mentale, hanno puntato su pochi riconfermati (saranno titolari soltanto Calapai, Silvestri, Lodi, Sarno e uno tra Curiale e Di Piazza, nella speranza che la maggior parte di essi si rigeneri e ritorni ad alti livelli), ed hanno rinnovato parecchio la squadra affidata al nuovo tecnico Camplone. Proprio il nuovo mister rappresenta, in questo momento, il possibile punto di forza degli etnei, in quanto ha le idee chiare sul piano tattico ed ha impostato un 4-3-3 che sotto il profilo del gioco ha già convinto nelle prime uscite. Rispetto all'anno scorso, dunque, non dovrebbero più ripetersi quei continui equivoci tattici, sebbene al Catania forse manca ancora qualcosa per avere un organico completo e competitivo in tutti i ruoli (in particolare, persiste la lacuna della mezzala tecnica e rapida, che solo un profilo alla Moscati potrebbe colmare). Inoltre, il canovaccio del tecnico pescarese sembra troppo sbilanciato in avanti e la tenuta difensiva è tutta da testare. Per il resto, molto, se non tutto, dipenderà dall'adattamento e dal rendimento di alcuni nuovi arrivati, come Mbendé e Welbeck: se dovessero rivelarsi giocatori di spessore per la Serie C, gli etnei potrebbero tranquillamente tenere testa a Catanzaro e Bari e giocarsela fino in fondo.

4° posto: Reggina
Dopo i fuochi d'artificio dello scorso mercato invernale che però non hanno prodotto la svolta sperata, lo "spendaccione" presidente della Reggina Gallo ha continuato a coltivare grandi ambizioni puntando su un tecnico che per la categoria è una certezza, quel Mimmo Toscano che ha già due promozioni all'attivo sulle panchine di Ternana e Novara. Per assecondare il tecnico reggino nella costruzione del fido 3-5-2, i calabresi hanno rivoluzionato nuovamente la rosa. Soltanto Gasparetto, Salandria, Bellomo e Doumbia i riconfermati di spessore, per il resto spazio a tanti nuovi acquisti, molti dei quali davvero interessanti per la categoria, su tutti la coppia di centrocampisti Sounas-Paolucci, già testata con successo a Monopoli. E ancora: Guarna (Monza) in porta, Loiacono (Foggia), Bertoncini (Piacenza) e Marco Rossi (Siena) in difesa, Rolando (Carpi, via Sampdoria) e Rubin (Foggia) per la fasce e l'attempata coppia Reginaldo-Denis in avanti, col brasiliano che negli ultimi anni ha comunque dimostrato di non aver ancora dimenticato come si fa a segnare. Come nel caso del Bari, l'incognita è rappresentata dai tempi di assemblamento e adattamento di una squadra così trasformata: Toscano saprà dare il giusto inquadramento tattico, ma la qualità, soprattutto in attacco, non è paragonabile a quella delle migliori tre concorrenti.

5° posto: Ternana
Reduce da una deludentissima annata nel girone B e new entry del raggruppamento meridionale, la Ternana di Bandecchi non ha perso la voglia di battagliare già evidenziata nel corso della querelle ripescaggi e si segnala come una delle possibili mine vaganti della prossima stagione, grazie ad un organico di tutto rispetto, guidato da Fabio Gallo, il quale, dopo buone stagioni a Como e La Spezia, ha raccolto l'eredità di Calori sulla panchina delle "fere" nella seconda parte dello scorso campionato ed alternerà i moduli 4-3-1-2 e 4-3-3, con possibili incursioni nel 3-5-2. Dei reduci della scorsa stagione (i vari Iannarilli, Bergamelli, Paghera, Palumbo, capitan Defendi, Furlan, Boateng, Marilungo e un Vantaggiato da recuperare) pochi sono destinati a recitare da protagonisti, in quanto sono stati effettuati acquisti di peso in tutti i reparti: Parodi, Suagher, Sini e "nonno" Mammarella in difesa, Salzano e l'ex Stabia Viola (attualmente infortunato) in mediana, e l'arrivo dell'ultim'ora Torromino in avanti, al quale potrebbe aggiungersi il colpo Caturano, non ancora centrato. Come nel caso della Reggina, siamo in presenza di buon tecnico, di elementi validi per la categoria, che se azzeccano "l'anno buono" (come la Juve Stabia 2018/19) posso diventare pericolosi, ma che a bocce ferme appaiono leggermente attardati rispetto alle avversarie analizzate in precedenza.

6° posto: Teramo
A chiudere le prime tre file ecco un'altra new entry del girone C, anch'essa vogliosa di ripartire dopo un campionato avaro di soddisfazioni. Si tratta del Teramo, che dopo 11 anni ha visto chiudersi l'era Campitelli (che dopo la radiazione del 2008 aveva portato i "diavoli" dalla Promozione alle soglie della B, sfumata per illecito sportivo), col passaggio della società nelle mani dell'imprenditore locale Iachini. Quest'ultimo si è affidato ad un allenatore dall'ottimo pedigree per la Serie C, quel Bruno Tedino che ha portato per due volte il Pordenone alle semifinali playoff e che poi ha avuto fortune alterne nel biennio a Palermo in Serie B. Il veneto, convinto fautore del 4-3-1-2, sarà anch'egli alle prese con un difficile lavoro di costruzione di una squadra quasi interamente nuova (tra le pochissime eccezioni, il bomber di categoria Infantino). Il compito comunque potrebbe essere facilitato dall'ottima caratura dei tanti nuovi acquisti: i difensori Cancellotti, Tentardini e Di Matteo, i centrocampisti Arrigoni, Lasik, Bombagi e Mungo, il fantasista Minelli e la punta Martignano (14 gol la scorsa stagione all'Albissola), oltre a Magnaghi. Tutti elementi già rodati in terza serie, ai quali potrebbero aggiungersi, secondo le ultime indiscrezioni, gli ex Lecce Cosenza e Costa Ferreira. Se dovessero concretizzarsi anche questi colpi, alla squadra abruzzese non mancherebbe nulla per inserirsi nella lotta per le prime posizioni. A patto, però, che si trovi in fretta l'amalgama e la quadratura del cerchio sotto il profilo tecnico-tattico.

Le outsider
E le altre? Scorrendo secondo l'ordine di classifica del campionato 2018/19, iniziamo dal Potenza, che riparte dall'ottimo progetto della scorsa stagione, con Raffaele in panchina ed un organico che è cambiato pochissimo (l'acquisto di Arcidiacono e la cessione di Genchi uniche operazioni di un certo rilievo). Non sarà facile ripetere lo straordinario 5° posto, ma i leoni rossoblù, forti della continuità gestionale, possono dire la loro in chiave qualificazione ai playoff.
Ha cambiato parecchio invece la Virtus Francavilla (allenatore a parte, con Trocini riconfermato), che ha perso elementi cardine come Folorunsho e Sarao ma che si è mossa con rinforzi di rilievo, come il mediano Andrea Bovo e gli attaccanti Vazquez (ex Siracusa), Baclet e Leonardo Perez. Anche per i biancoazzurri più probabile un cammino da zona playoff che non da lotta per la salvezza.
Diverso il discorso per il Monopoli, squadra che nelle ultime stagioni è cresciuta anno dopo anno ma che ha posto fine all'era Scienza, sostituito da Giorgio Roselli. Alcuni titolari (come Scoppa, Sounas e Mangni) sono andati via, altri sono rimasti, interessanti gli acquisti di Pecorini, Carriero e Fella. L'organico sarebbe da metà classifica, se può ambire a qualcosa in più, o rischiare di fare peggio, dipenderà dall'impatto del nuovo tecnico.
La Casertana, grande delusione dello scorso campionato, riparte con un progetto nuovo, lontano dagli sfarzi dell'estate 2018. A parte Vacca, passato al Venezia, i nomi di peso (Zito, Floro Flores e Castaldo) per il momento sono tra i riconfermati, ma il mercato è stato condotto puntando su giocatori di categoria come il portiere Crispino e le scommesse Laaribi e Stariti. Sulla panchina si è insediato Ginestra, che la scorsa stagione si era ben barcamenato nel disastrato Bisceglie prima di rassegnare le dimissioni. La scarsa esperienza fa però del puteolano e della sua squadra un'incognita, con la stessa zona playoff che potrebbe non essere così alla portata.
Rivelazione dell'annata precedente, la Cavese punta a riconfermarsi nonostante la fisiologica rivoluzione, indotta dalla cessione di alcuni talenti messi in mostra (come Lia, passato alla Juve Stabia) e dall'addio di mister Modica. Al suo posto è arrivato un altro tecnico amante del calcio offensivo, l'ex Catania Moriero, che in avanti non a caso disporrà di un parterre de rois composto da elementi come Russotto, Sforzini e Di Roberto, oltre ai vari Sainz-Maza e El Ouazni. Altri colpi importanti Marzorati in difesa e Lulli in mediana. Gli aquilotti sembrano la classica squadra che, se tutto gira a dovere, potranno sorprendere e non poco; altrimenti, rischiano di insabbiarsi nelle sabbie mobili di metà classifica.

Le incognite
Il Rende da due anni a questa cambia poco, allenatore a parte, ma continua a sorprendere. Il nuovo tecnico è il cosentino Angelo Andreoli, che ha ben fatto nei campionato dilettantistici ed è all'esordio in Serie C. Tra i pochi acquisti, spiccano l'esperto mediano Loviso e l'attaccante Libertazzi. La mancanza di pressioni e la cultura del lavoro che albergano tra i rendesi potrebbero favorire l'ennesimo campionato tranquillo, ma anche in questo caso l'interrogativo maggiore riguarda la panchina.
Al termine di una stagione a dir poco travagliata, seppur resa meno amara dalla conquista della Coppa Italia di categoria, la Viterbese ha chiuso l'era Camilli ed è ripartita dalla nuova gestione Romano, che ha avviato un progetto basato principalmente sulla valorizzazione di giovani promesse. Molti big degli ultimi anni hanno fatto le valigie, con De Giorgi, Atanasov, Palermo, Vandeputte e Pacilli tra i pochi confermati e De Falco (Reggina) e Tounkara (Lazio) unici acquisti di un certo rilievo. Tra l'altro, il tecnico Calabro ha rinunciato all'incarico ad una settimana dall'inizio del campionato per problemi personali: al suo posto è ritornato in Tuscia Giovanni Lopez. Probabile un campionato interlocutorio, con l'obiettivo di una tranquilla salvezza.
Alla Sicula Leonzio dell'ambizioso presidente Leonardi l'anno scorso non è riuscito il salto di qualità, nonostante gli sforzi profusi sul mercato. Quest'anno si riparte da un tecnico emergente come Vito Grieco, reduce da un buon anno a Vercelli, e da un gruppo non sensazionale, rinforzato con acquisti mirati come i vari Parisi, Maimone, Sicurella e Scardina. Per la raggiungere i playoff occorreranno impegno, fortuna e, magari, anche il recupero di giocatori come Bollino e Ripa.
La Vibonese dell'appassionato presidente Caffo, reduce da una tranquilla salvezza ottenuta con Nevio Orlandi alla guida, è ripartita da quel Giacomo Modica che a Cava de' Tirreni ha dimostrato di saper far volare una matricola con il proprio gioco "zemaniano". La rosa è stata rivista con poche conferme (tra queste, quelle di Camilleri, Tito e delle punte Bubas e Cani) e l'arrivo di elementi adatti al gioco del tecnico siciliano, come Tumbarello e l'interessantissimo Filippo Berardi. L'impressione è che, come la Cavese, anche la squadra di Vibo Valentia difficilmente sarà protagonista di un campionato tranquillo: o spiccherà il volo, o rischierà di naufragare.
Discorso a parte lo merita l'Avellino, reduce da un'estate difficile a livello societario, col gruppo Sidigas pronto a passare la mano ma nel frattempo costretto a gestire gli affari correnti. In poco tempo il ds Di Somma ha consegnato al nuovo tecnico Ignoffo una squadra del tutto rinnovata rispetto a quella che ha conquistato la promozione in terza serie, eccezion fatta per i soli Morero (capitano), Di Paolantonio ed Alfageme. Sono arrivati alcuni buoni giocatori di categoria, come Laezza, Celjak, De Marco ed Albadoro, ma in virtù dei ristretti tempi di preparazione e dei problemi contingenti sarà difficile vedere la squadra dell'allenatore palermitano nelle parti medio-alte della classifica.
Chiudono il cerchio le squadre destinate a lottare per non retrocedere: il Rieti, le riammesse Bisceglie e Paganese e la neopromossa Picerno.