Kalifantastico!

Kalifa, gioia immensa...

Kalifa, gioia immensa... 

Max Licari sul meritato pari contro il Catanzaro. La caparbietà paga. Cambi di Raffaele ok, Manneh decisivo.

Un miracolo tipicamente rossazzurro
Queste sono le partite che ti dicono se una squadra c’è, esiste. E il Catania, indubbiamente, dimostra di esserci, di aver costituito un blocco solido, già competitivo per la categoria. La prestazione sciorinata contro un avversario del valore del Catanzaro è l’emblema del “Pellegrino-pensiero”: umiltà, lotta, dedizione, gioco. I rossazzurri, pur non riuscendo a conseguire il risultato pieno (che avrebbero meritato), hanno probabilmente disputato la miglior prova stagionale, convincendo anche il più scettico dei tifosi. Gli applausi convinti dello scarso (ahinoi!) pubblico presente li riteniamo simbolici, proiettati nel futuro e, in special modo, doverosi. Questi ragazzi, guidati da un allenatore tutto sostanza e niente fronzoli, stanno sputando l’anima in campo e onorando al meglio (assai meglio che nel recente passato…) la gloriosa maglia dell’Elefante. Non raggiungere il pareggio, dopo il secondo tempo tutto cuore giocato dagli etnei, si sarebbe rivelato un delitto contro il patrimonio, giacché il Catania è, prima di tutto, un Patrimonio dell’Umanità. Silvestri e compagni lo hanno acciuffato in extremis, con una super azione sull’asse Sarao-Manneh, ma avrebbero potuto farlo molto prima, se l’ottimo portiere giallorosso Branduani non avesse compiuto almeno un paio di miracoli. Giusto così e, alla fine, anche i pur bravi calabresi hanno dovuto ammettere la congruità del risultato. Il punto conquistato disegna, dunque, una classifica “paradigmatica” rispetto alla storia del girone meridionale della C: dietro la Ternana battistrada e il Bari di Auteri, obiettivamente superiori per organico, ecco materializzarsi un’autentica ammucchiata che racchiude un po’ tutte le pretendenti alle piazze d’onore nella griglia playoff, con due sorprese, una in positivo (Foggia), una in negativo (Palermo). Sono tutte lì, Catanzaro, Catania, Avellino, Teramo, gli stessi “satanelli” pugliesi, allegramente a 27 punti, a tallonare rossoverdi e biancorossi. Una chiusura d’anno solare con il botto che preannuncia un “dopo sosta” invernale davvero scoppiettante e interessante, che si giocherà, ora più che mai, sul filo del calciomercato di riparazione. L’equilibrio verrà spezzato da chi meglio saprà muoversi nei meandri della negoziazione pallonara, inserendo in organico elementi realmente in grado di proporre un “surplus” alla cifra tecnica complessiva del proprio organico e liberandosi di quanti non rientrano più nei piani della società. In tal senso, i rossazzurri potranno avvantaggiarsi del passaggio di proprietà, giacché il gruppo capitanato da Joe Tacopina, innegabilmente, immetterà capitali subito utilizzabili, in modo da tentare di raggiungere le categorie superiori nel più breve tempo possibile, unica strada per poter cominciare a ottimizzare un investimento all’inizio solo “a perdere”. Una cosa è certa: questa squadra, con almeno quattro innesti di qualità superiore nei tre reparti, potrà tranquillamente concorrere a disputare playoff da protagonista, senza tuttavia (corre obbligo ricordarlo sempre) poter garantire nulla di certo, considerata l’aleatorietà del calcio (il Catania medesimo o il Bari della scorsa stagione insegnano…).

La caparbietà paga
Contro un undici come quello di Toscano, molto coperto, compatto e proclive alle ripartenze veloci, impostato su di un centrocampo tecnico (Corapi, Verna e Carlini) e un attacco rapido (Di Massimo e l’ex di Piazza), mister Raffaele poteva rispondere solo con quanto gli rimaneva di una mediana decimata (Dall'Oglio, Welbeck e Biondi). Il 3-5-1-1 iniziale, con Piccolo a svariare sulla trequarti a supporto di Sarao e il medesimo Biondi pronto a traslare sulla corrispettiva corsia d’attacco a comporre un attacco a tre in fase di possesso, era l’unica strada da perseguire, dovendo fare a meno di Rosaia e Maldonado. Il gol preso a freddo da Di Massimo al 6’, complice una disattenzione di Silvestri, ha complicato maledettamente le cose, malgrado la predisposizione al pressing e al gioco fosse palese fin dalle prime battute. I calabresi hanno potuto gestire la gara nel modo più consono alle proprie caratteristiche, mettendo spesso in difficoltà il Catania con le ripartenze sulle corsie laterali (in specie Contessa) e le imbucate degli attaccanti. L’inferiorità tecnica rossazzurra nella linea mediana si è resa evidente, considerato come Dall’Oglio e Welbeck, pur sobbarcandosi una gran mole di lavoro in termini quantitativi, non abbiano le caratteristiche per impostare il gioco e Biondi, purtroppo, non riesca a fornire un rendimento accettabile in quel ruolo. Tuttavia, i rossazzurri sono piaciuti per non aver mai mollato la presa. Con il solo Piccolo a cercare di creare qualcosa sulla trequarti, il Catania ha comunque cercato di aggredire la linea difensiva giallorossa, talora con alcune incursioni laterali di Zanchi (il migliore dei suoi) e Calapai, a volte con qualche tiro dalla distanza (mal calibrato) da parte di Dall’Oglio. Unica occasione prodotta nel primo tempo, un colpo di testa di Sarao al 26’ su cross di Calapai, che inaugurava il gran pomeriggio di Branduani. Nella ripresa, Raffaele le provava tutte. Il Catania, encomiabile, pressava a tutto campo, mettendo alle corde un Catanzaro troppo rinunciatario. Fioccavano le palle gol per i rossazzurri: clamorosa quella di Pinto al 55’ (colpo di testa a colpo sicuro da due passi e gran parata dell’estremo difensore ospite, sulla ribattuta, Zanchi si faceva stoppare da un difensore), ma non da meno quella di Piccolo 4’ dopo, con l’ex cremonese poco reattivo davanti a Branduani, su clamoroso errore della difesa ospite oppure ancora Zanchi all’82’ a svirgolare da due passi su cross di Dall’Oglio. Erano, però, le mosse di Raffaele a dare ragione, finalmente, alla pressione etnea. Il 4-2-4 disegnato nel finale con il contemporaneo inserimento di Pecorino, Reginaldo e Manneh, tutti all’arrembaggio insieme a Sarao, consentiva di instillare ancora più timore alla difesa calabra che, all’86’ commetteva l’errore decisivo: grande assist in verticale di Sarao per l’imbucata di Manneh, il quale si involvaa in area e batteva imparabilmente Branduani. Prima rete stagionale per il giovane gambiano e grande gioia di tutto lo stadio, Pareggio meritatissimo e chiusura di anno consona all’impegno profuso da tutta la società e dallo staff tecnico dall’estate fino a Natale. Da questo momento in poi, si potrà solo migliorare, sfruttando la sosta invernale per mettere benzina nelle gambe, affinare le conoscenze tattiche e migliorare l’organico. Insieme a Tacopina. Tanti auguri a tutti i fratelli rossazzurri, Buon Natale e Felice Anno Nuovo. Let’s go, Liotru, let’s go!!!