Intervenire senza indugi

Odjer, un ragazzo dal futuro assicurato...

Odjer, un ragazzo dal futuro assicurato... 

Max Licari sull'ennesimo incubo da trasferta targato Catania. A Livorno si va a "Picchi"...

Interventi improcrastinabili
Ormai siamo al record. Di infortuni. Un record poco invidiabile, sia chiaro. Uno stato di cose mai riscontrato, ritengo, in una società professionistica e una situazione cui deve obbligatoriamente porsi rimedio nel più breve tempo possibile, altrimenti questa stagione, già cominciata sotto auspici poco brillanti, rischierebbe di tramutarsi in incubo. E quello che si è visto a Livorno, dove il Catania ha rimediato l’ennesima batosta, un 4-2 pesantisismo sul groppone, ha tutti i crismi del film horror. Una partita giocata in emergenza e tutto sommato ben interpretata dai ragazzi messi in campo da Sannino, in cui, come in una sorta di roulette russa, si infortunano a uno a uno giocatori importanti: fuori Capuano, fuori Martinho (entrambi già nel primo tempo), fuori Rosina (a inizio ripresa). In queste condizioni, nessuna squadra potrebbe reggere botta. E il Catania, in vantaggio 2-1 fino al 33’ della ripresa, riesce nell’impresa di prendere tre reti in 10’ e incappare in una debacle difficile da digerire. Una debacle che scuote ancor più un ambiente già in fermento e che non può non “chiamare” un intervento autorevole da parte della società: Cosentino e Pulvirenti devono farsi sentire e devono dare segnali di cambiamento, giacché tale situazione potrebbe tramutarsi in un calvario insostenibile. Metterci la faccia in questo frangente sarebbe importantissimo, ma soprattutto “intervenire” in maniera fattiva allo scopo di invertire una tendenza pericolosissima. Si potrà anche dire che il Catania perde al “Picchi” per una clamorosa “papera” di Frison e un altrettanto clamoroso errore sotto porta di Calaiò che avrebbe riportato la gara in parità, ma si andrebbe fuori strada. I problemi sono altri e indipendenti dagli errori dei singoli. In questo caso specifico, nessuna colpa può essere addebitata a Sannino che, in emergenza assoluta, ha messo in campo una formazione logica, impostata su un 3-5-2 elastico basato sulla verve dei giovani Odjer ed Escalante, nonché sull’ottima condizione dell’albanese Cani; uno schieramento che, per più di un’ora, ha messo sotto il 4-3-3 di un Livorno inguardabile nel reparto difensivo, peraltro privo per squalifica di tre pedine essenziali (Ceccherini, Emerson e Lambrughi). L’unico errore che imputo al tecnico è quello di aver fatto entrare in campo al posto di Rosina, con la squadra in vantaggio, l’inadeguato Garufi piuttosto che il più tecnico ed esperto Marcelinho, in un frangente in cui Gautieri metteva in campo 677 attaccanti (poi tutti decisivi, da Jefferson a Galabinov a Siligardi), con la conseguente possibilità di sfruttare il contropiede. Una mossa “conservativa” che ha punito il Catania, a fronte delle mosse di Gautieri, tutte baciate dal gol e dal Dio del Pallone. Ma, attenzione, una mossa non decisiva in negativo. Negli ultimi 20’ si è vista in campo una squadra impaurita, “bassa” e arruffona che dava l’impressione di poter andare in barca in qualunque momento, come poi puntualmente accaduto. Noi di numeri dobbiamo parlare e i numeri dicono che il Catania ha racimolato 20 punti in 18 partite ed è in piena zona playout. Questa la fotografia attuale e su questo dobbiamo ragionare, senza voli pindarici. E senza pensare ai “se” e ai “ma”, giacché i giocatori importanti “cadono” come acini d’uva. Il Catania, a fronte di un attacco accettabile, in cui il tanto criticato Cani si è dimostrato anche al “Picchi” fra i meno peggio, presenta una difesa inguardabile anche per la B, con numeri da retrocessione, per di più falcidiata perennemente da assenze. Inoltre, e questo è un dato agghiacciante, negli ultimi 18 mesi, un campionato e mezzo insomma, il Catania, su 28 trasferte, ne ha perse 23, a dimostrazione che non trattasi sempre di numero "fortunello". Penso ci si stia avvicinando a battere il "guinness dei primati". Traccheggiare, attendere, nicchiare in una situazione del genere sarebbe assai sconveniente. Urgono interventi pronti, decisi e drastici che facciano comprendere alla “piazza” che si stia facendo di tutto per rimediare. E non un silenzio stampa…

Giovani da salvare
Così come detto al termine della gara pareggiata con il Bologna, se si deve salvare qualcosa di questo ennesimo disastro in salsa esterna, si deve guardare dalle parti di Odjer, Parisi, Escalante. I giovani, ancora una volta, hanno dimostrato di saperci fare e di avere gamba, seppur carenti di esperienza. In particolare il giovane ghanese, impiegato da metodista davanti alla difesa, ha fatto vedere cose importanti. È un ragazzo dal futuro assicurato. Meno bene Jankovic, capace di divorarsi un gol fatto, e il già citato Garufi, il quale purtroppo pare ancora impreparato alla categoria. Ma è proprio chi deve fornire questa benedetta esperienza che sta “balbettando” di più, sebbene l’impressione sia che pure i “senatori” abili e arruolabili siano, come si dice dalle nostre parti, “appuntati che spinguli”. Per fare un esempio, le prestazioni negative dei Capuano, dei Rosina, degli Spolli paiono dipendere da condizioni fisiche non eccelse, come testimoniato dagli infortuni muscolari dei primi due e dai problemi dello stesso centrale argentino. Se ci aggiungiamo che chi rientra, come Rolin o Martinho, si fa male di nuovo immediatamente dopo il rientro, ecco che il cerchio si chiude. Una situazione incredibile e inaccettabile che non può non far pensare chi prende le decisioni in società.

Una settimana da raccontare
Allo stato attuale, pensare alla gara interna con il Brescia, squadra allo sbando societario e tecnico, appare “lezioso”. Ci sono, come detto, situazioni molto più urgenti da risolvere. E deve essere fatto subito. Ci aspettiamo una settimana “fattiva” in cui si mettano in chiaro definitivamente tutte le “aree di frizione” in fatto di conduzione tecnica e atletica e si risolvano le magagne. Anche a costo di scelte dolorose. Poi, solo poi, giungerà la partita con il Brescia. Da vincere assolutamente, anche se non si sa con quali giocatori, visto che Rosin, Martinho e Capuano si sono stirati e, forse, potrà rientrare il solo Castro. È il momento della verità, senza accampare alibi di sorta e senza “aspettare gennaio”. Tempo non ce n’è più… Let’s go, Liotru, let’s go!!!