Il Colosso di Lodi

Lodi e Marotta, prestazione sontuosa...

Lodi e Marotta, prestazione sontuosa... 

Max Licari sulla fondamentale vittoria contro il Trapani. Primi 45' in sordina, poi Lodi marca la differenza...

La vittoria della qualità
Il merito maggiore degli uomini di Sottil è stato quello di non crollare. Come un pugile che incassa, barcolla, non cede e, d’incanto, trova il pertugio giusto per ribaltare la difficile situazione e infine trionfare. Anche con un pizzico di fortuna, in virtù del penalty fallito da Evacuo a metà primo tempo, ma con la forza mentale della squadra consapevole dei propri mezzi. Sia chiaro, per riuscire a fare un’impresa del genere ci vogliono doti caratteriali e tecniche adeguate, doti che il Catania ha dimostrato di possedere. E tutto ciò al di là della pur importante vittoria conseguita contro un gran bel Trapani che, se avesse concluso la prima frazione in vantaggio, nessuno avrebbe potuto avere alcunché da obiettare, considerata la netta supremazia in fatto di gioco e di occasioni da rete. Ma “questo” Catania sembra avere qualcosa in più rispetto alle passate stagioni. L’anno scorso, per esempio, partite del genere, scontri diretti così importanti e approcciati in modo così negativo, li avrebbe persi sicuramente. Basti pensare, per esempio, al famoso Catania-Trapani del 23 aprile passato, la gara da vincere “a tutti costi”… Adesso, match similari si vincono perché si ha la capacità di gestire le difficoltà e ribaltare le situazioni, grazie sì a una panchina certamente importante, ma anche alla maturità di alcuni “capisaldi” che riescono a indicare, nei momenti di “buio”, la via maestra ai compagni meno esperti. E grazie a un allenatore che non mostra paura di intervenire con tempestività, senza “aspettare” per paura magari di “bruciare” qualche ragazzo. Il tecnico di una squadra come il Catania, in questo preciso momento storico, deve avere un solo obiettivo, vincere. Il resto, DOPO. E Sottil sembra averlo compreso subito: cambi repentini, nessuna ricerca di alibi quando non tutto gira per il verso giusto (vedi Caserta), decisionismo. Questo serve ORA. Mi è piaciuto molto nella gestione di questa partita. Accortosi che un determinato assetto, al cospetto di un centrocampo molto più dinamico come quello granata, non poteva avere futuro, subito a inizio ripresa ha cambiato il ragazzo senegalese, Baraye, frastornato dal rigore procurato su Tulli, con il più esperto Calapai, passando al 4-3-3, con un Lodi arretrato e un Angiulli restituito al ruolo di mezzala. È vero, ci vuole un pizzico di fortuna, perché il rigore immediato procurato da un tiro di Angiulli deviato dal braccio di Taugordeau e trasformato impeccabilmente da Lodi ha aiutato questo processo di mutamento tattico, ma è pur vero che la Dea Bendata aiuta chi si mette nelle condizioni di farsi aiutare… Si potrà discutere, forse, sul fatto che la punizione nei confronti degli uomini di Italiano si sia poi configurata eccessivamente ampia sul piano numerico, tuttavia non ci si deve sottrarre a una considerazione meramente tecnica: il Catania ha una rosa migliore e, nelle eccellenze, alcuni giocatori nettamente più forti. In questa categoria, ciò fa la differenza. Quando hai un Lodi, un Marotta o un Manneh come quelli visti nel secondo tempo, ci può stare che tu vinca largamente anche senza “rubare l’occhio”. Basta avere una difesa che regga, e la coppia Aya-Silvestri (poi aiutata da un Calapai in gran forma) regge alla grande, e il gioco è fatto. I 13.000 del “Massimino” hanno compreso l’importanza della gara, sempre incitando i propri giocatori anche nei momenti in cui il Trapani sembrava dilagare e venendo poi ripagato da un successo pesantissimo, addirittura miracoloso per il morale, in vista del faticoso “tour de force” che attende i rossazzurri.

Ciccio marca la differenza
“Ciccio, Ciccio, Ciccio”… I ripetuti cori del pubblico all’indirizzo del numero 10 in maglia rossazzurra non fanno che fotografare in modo netto l’andamento di una partita assai complicata, risolta dalla classe del giocatore più qualitativo e rappresentativo in campo. Il copione della partita si è rivelato opposto rispetto alla sfida di Caserta: grande difficoltà nel primo tempo, esaltazione nella ripresa; ma l’uomo decisivo non è cambiato, sempre lui, sempre Lodi, questa volta protagonista addirittura di una doppietta. Al classico rigore, Ciccio ha aggiunto un gol su azione, non di certo una “specialità della casa”. Terzo gol "in movimento" sui 35 fin qui siglati in maglia rossazzurra, a due reti dal "toro" Bergessio. La sensazione, in ogni caso, è che quest’anno ne vedremo tanti altri. Sottil aveva correttamente cominciato con il canonico 4-2-3-1, abbandonando l’esperimento del 3-5-2 abbozzato al ”Pinto” e schierando sostanzialmente la formazione titolare, a eccezione di Ciancio per Calapai e Angiulli per Biagianti, in ottemperanza a un sacrosanto turnover. Però, contro il 4-3-3 dinamico di Italiano, impostato su un centrocampo tecnico e agile (Corapi, Taugordeau, Costa Ferreira) e un trio avanzato molto abile sullo stretto (Golfo, Evacuo, Tulli), la squadra ha cominciato ad andare in affanno in mediana, irretita dal palleggio granata, non riuscendo quasi mai a scatenare sulle fasce Barisic e Manneh (poco aiutato da un Baraye visibilmente in confusione dopo l’errore in occasione del rigore concesso al Trapani) e lasciando ai lanci di Lodi e al movimento di Marotta le uniche possibilità di offendere la non trascendentale difesa ospite, autentico tallone d’Achille di una compagine per il resto veramente interessante. Che in un primo tempo dominato e non chiuso in vantaggio per l’imprecisione di Evacuo (il già citato rigore e un’altra grande chance al 18’), Costa Ferreira, Tulli, Taugordeau, si concedano pur sempre due nette occasioni ai frastornati avversari (Marotta, al 14’, liberato da un grave errore in disimpegno di Pagliarulo; traversa di Angiulli al 39’) significa che qualcosa da registrare dietro v’è di sicuro per il pur ottimo trainer granata. Di contro, come già detto, i tempestivi interventi tecnici e tattici di Sottil hanno cambiato da subito la partita nella ripresa, non concedendo ulteriori chance ai granata, se non nell’ultimo quarto d’ora quando, dopo l’1-3 siglato da Golfo (migliore, con Corapi, dei suoi), gli ospiti si sono riversati alla disperata nella metà campo etnea, producendo un forcing non produttivo ma continuo. La sensazione è che il Catania in questo frangente non possa fare a meno di Calapai in difesa e Biagianti (inserito al posto dell’infortunato Rizzo) in mediana, appurato come l’esperimento Angiulli nei due davanti alla difesa non abbia funzionato, rendendo il centrocampo troppo compassato. Meglio da mezzala nella ripresa, l‘ex ternano. Considerato che Rizzo pare si sia fatto male seriamente al braccio, un “busillis” in più per Sottil, il quale giocoforza dovrà schierare nelle prossime gare con maggiore frequenza il buon Saro Bucolo in quella posizione. Da mettere in conto anche qualche guaio fisico per Barisic, il quale ha offerto una prestazione nettamente al di sotto delle sue potenzialità. Anche in questo caso, vista l’espulsione finale di Vassallo (francamente evitabile il doppio “giallo”), Sottil con tutta probabilità dovrà reimpiegare Scaglia in quella posizione. Bene, come al solito Manneh (uno dei beniamini dei supporters etnei) che, poco attivato nel primo tempo, nella ripresa sugli spazi è andato a nozze, entrando in tutti e tre i gol del Catania. Benissimo Marotta, imprescindibile. Il suo lavoro “fisico” in certi momenti sostiene quasi da solo la squadra e poi ha il merito di chiudere il match, raddoppiando con un bel tiro in diagonale da sinistra verso destra, dalla stessa posizione in cui non era purtroppo riuscito a segnare a Caserta, grazie pure a un Dini non irreprensibile. Prima rete in campionato per l’ex senese, fondamentale che si sia sbloccato. Migliore in campo in assoluto? Il pubblico. E siamo solamente all’inizio della cavalcata…

Dalla capolista al fanalino di coda...
Il vorticoso ruolino di marcia prevede sabato prossimo la trasferta di Pagani. I locali rappresentano l’autentica “Cenerentola” del torneo, sia sotto il profilo tecnico, sia tattico, considerate pure le notevoli difficoltà economiche e gestionali riscontrate dalla società azzurro stellata, costretta ad affidarsi a un “roster” di giovani promesse ancora un po’ acerbe per queste latitudini Un solo punto in classifica e una caterva di gol incassati fanno comprendere il momento attuale dei campani. Ma non bisogna sottovalutare nessuno. Quest’anno, MAI. Quindi, si va al “Torre” a testa bassa, con il paraocchi, con un unico obiettivo: altri tre punti in saccoccia che ci possano proiettare verso la testa della classifica! Let's go, Liotru, let's go!!!