Il Catania non sa più vincere

Bergamelli, migliore in campo con Pelagatti

Bergamelli, migliore in campo con Pelagatti 

Max Licari sul pareggio con il Foggia. Bene in difesa, meno in avanti. Le assenze pesano...

Pareggio giusto
Tre punti in quattro partite costituiscono un troppo magro bottino per una compagine bisognosa di allontanarsi al più presto dai bassifondi della classifica. Anche questa volta, come a Messina, si tratta di un pareggio giusto tra due squadre che hanno prodotto pochissimo in zona gol; anzi, un’occasione sola, gettata al vento da Calderini. Stessa palla di Messina, stesso risultato rugbistico. Da sei punti a tre in due tiri, ma appare corretto così. I parallelismi con il match del “S.Filippo” non si fermano qui. Come una settimana fa i giallorossi, resisi conto, in specie nella ripresa, di avere qualcosa in meno rispetto agli avversari, si sono realisticamente accontentati del punto con una gara attenta in difesa; altrettanto al “Massimino” i rossazzurri, francamente inferiori per tutto il match sul piano del palleggio e del gioco rispetto, ai “satanelli” dell’ex De Zerbi, si sono rintanati nella propria metà campo, preferendo non rischiare di perdere piuttosto che tentare di vincere. Vista l’evidente superiorità dei pugliesi, sebbene (fortunatamente) quasi mai tradottasi in azioni pericolose dalle parti di Bastianoni a causa della splendida prova difensiva dei due centrali Pelagatti e Bergamelli, gli uomini di Pancaro hanno disputato una gara sicuramente determinata in fase di distruzione del gioco, ma assai povera sotto il profilo tecnico. Troppi i passaggi errati in uscita da parte di centrocampisti ed esterni, troppo timide le azioni avvolgenti nella trequarti rossonera. Per niente convincente questo Catania in fatto di gioco. Evidentemente, le assenze contano e le riserve non sono la stessa cosa dei titolari. Castiglia, Russotto e Falcone sono tre “big” di questa squadra e sostituirli non è facile. Non è facile per un Calderini in calo, così come per un ragazzo volenteroso, ma leggerino come Rossetti. Non semplice nemmeno per il più esperto Plasmati, entrato questa volta più logicamente nella seconda parte della gara, tuttavia mai servito come sarebbe opportuno, cioè con cross dagli esterni. Ancora una volta, mi è sembrato che gli avversari giungessero quasi sempre primi sulla palla: Agnelli, Gerbo, Sarno, Iemmello, Angelo e poi il neoentrato Bencivenga mi sono sembrati nettamente più reattivi dei Musacci, degli Scarsella, dei Calderini o dei Calil. Meno male che, come detto, il Catania ha potuto usufruire della sontuosa prestazione dei due centrali difensivi, comunque coadiuvati dal sufficiente ausilio dei due esterni Parisi e Nunzella, nonché di un buon Agazzi, l’unico dei centrocampisti ad avere la lucidità per far girare un minimo il pallone, nel “mare magnum” della superiorità di palleggio rossonera. Non vincere fa male soprattutto alla classifica. La realtà è che, malgrado i 20 punti comunque conquistati, il Catania rimane in fondo alla graduatoria a quota 9 (nella speranza che giorno 24 giunga qualcosa di buono dal ricorso al Coni) e questo ciclo negativo pesa eccome sul’autostima della squadra e sulla pazienza dei tifosi. Per la prima volta si sono sentiti fischi distinti a fine gara e un inizio di “contestazione” da parte della Curva Nord, con richiesta di esibizione di “attributi”. Anche questa una “novità” che dovrà essere ben gestita da società e allenatore, oltre che metabolizzata dai ragazzi, fin qui sempre coccolati ed elogiati. La “luna di miele” dura, a qualunque latitudine, fin quando i risultati permangono positivi; quando si comincia a "balbettare", Catania sa diventare piazza più difficile di altre. Bisognerà tenerne conto. Non penso che, complessivamente, questi ragazzi meritino fischi per quanto fatto finora, ma è chiaro che ci si aspetta di più. Non basta quanto fatto nell’ultimo mese per soddisfare un ambiente come quello catanese.

Pancaro fa quel che può
Un dato oggettivo è che in pratica il Foggia non ha quasi mai tirato in porta e che l’unica vera occasione della partita l’ha prodotta il Catania. Vero. Ma, fermarsi alla mera constatazione degli episodi e non approfondire l’analisi sarebbe superficiale e deleterio. La verità è che i pugliesi hanno dato sempre l’impressione di essere più squadra e più omogenei qualitativamente nei tre reparti. Il Catania ha per lo più difeso e talora tentato di ripartire. In casa. Le attenuanti, comunque, ci sono. Alle tre assenze pesantissime di cui sopra, va aggiunta la non perfetta condizione di un elemento fondamentale come Musacci, anche lui reduce da infortunio. Però, forse si era troppo sopravvalutata la bontà dell’organico. Scarsella e Calderini hanno cominciato benissimo, ma non stanno confermandosi continui; Calil è un giocatore importantissimo per la categoria, ma se deve sacrificarsi sull’esterno, come ancora una volta voluto da Pancaro nell’ultima mezzora, allora diventa assai meno efficace; i ragazzi, Rossetti ne è ultimo esempio, non sembrano ancora pronti per brillare in Lega Pro. Insomma, se proprio non ci sono gli interpreti, forse l’allenatore potrebbe pensare a un cambio di modulo, cosa che finora ha fatto pochissime volte. Obiettivamente, la contestuale assenza di Russotto e Falcone alleggerisce un po’ troppo sotto il profilo qualitativo il 4-3-3 iniziale. Anche a centrocampo, sarebbe bene che Castiglia rientrasse al più presto, ma, quando lo farà, si troverà di fronte probabilmente alle stesse difficoltà riscontrate dall’attuale Musacci. Bisogna, insomma, che i giocatori importanti tornino a un livello atletico accettabile per poter riproporsi come il Catania di inizio campionato. E, indubbiamente, a gennaio andrà fatta una riflessione sul reale valore di ogni singolo giocatore, in modo eventualmente di aggiustare alcuni meccanismi palesemente inceppati.

Una partita da vincere
Se c’è una partita ideale per uscire dalla crisi di risultati, non può non essere quella con la Lupa a Rieti, La squadra meno attrezzata del torneo, uno stadio piccolo e tranquillo, tutto ciò che servirebbe a Calil e compagni per riprendere la corsa. Ebbene, lo sappiamo, queste sono le partite più pericolose se non si approcciano nella maniera giusta. Ci auguriamo che si faccia tutto come si deve fare. Nessun alibi sarà concesso, perché anche con le riserve il Catania è superiore ai laziali… Let’s go, Liotru, let’s go!!!