Ho scritto t'amo sullo Stabia...

Lodi, nona perla stagionale...

Lodi, nona perla stagionale... 

Max Licari sul cruciale successo etneo contro la Juve Stabia. Novellino si conferma, bene Biagianti, Lodi e Manneh.

La vittoria dei 16.000
Combattuta, sofferta, incerta fino al triplice fischio dell’arbitro: tutti gli ingredienti dell’impresa “classica” si mescolano in questa vibrante partita del”Massimino”, onorata in modo totale da entrambe le formazioni, sfida “cruciale” che porta al Catania una vittoria fondamentale per il prosieguo del campionato, seconda consecutiva contro due dirette concorrenti nella corsa promozione. La cura Novellino funziona e aumenta sempre più il rimpianto per il colpevole ritardo nella comprensione da parte della società di quanto fosse senza sbocco il precedente progetto tecnico. Alcune volte, quando te lo chiedono tutti, è forse il consiglio giusto. Inutile, comunque, stare a rimuginarci su. Meglio godersi questo momento e dare il giusto rilievo al lavoro del tecnico di Montemarano e alla capacità dei giocatori di seguirlo in una strada più consona alle caratteristiche dell’organico. Complimenti anche alla Juve Stabia, che ha confermato in una gara così difficile di valere la testa della classifica. A parte il Catanzaro, quella dell’ex Caserta è la compagine che più ha creato occasioni da rete nello storico impianto di Cibali, dimostrando di avere un impianto di gioco solido e ben oleato in tutti i reparti. Alla fine, ha prevalso la maggiore voglia di vincere dei rossazzurri, una dote finora insospettata che, evidentemente, è venuta fuori solo nelle ultime settimane, così da far pensare che sia tutta farina del sacco “novelliniano”. E adesso la classifica per gli etnei comincia a farsi più interessante in chiave secondo posto, viste le concomitanti sconfitte del Trapani a Brindisi con la Virtus e del Catanzaro (alla terza debacle di fila) a Rieti. Il Catania (57) si ritrova al terzo posto, 6 lunghezze sopra i calabresi di Auteri (che, comunque, vantano una partita in meno), a 4 punti di distacco dai granata (61), ma con una gara in meno. Provvidenziale, in prospettiva primo posto, per la Juve Stabia (63) l’inopinata disfatta degli uomini di Italiano, considerato che le “vespette” possono contare su una partita in meno e sui 3 punti certi derivanti dal match programmato con il “defunto” Matera. Tuttavia, al di là dei numeri e delle prospettive, conta la prestazione. Una prestazione di categoria, fatta di determinazione, di grinta, di "seconde palle", di lotta, come deve fare una compagine che in terza serie vuole fare bene. La stessa cosa era accaduta a Catanzaro: due indizi non fanno una prova, ma… non capitava spesso che il Catania vincesse gli scontri diretti, le partite da non fallire. Ora, ne sono state vinte due consecutive. Un caso? E poi, il vantaggio competitivo, il dodicesimo uomo in campo: i tifosi. Non è retorica, quando si è compatti, quando si è convinti, il sostegno a Catania diventa decisivo. Non appare casualità, infatti, che la prima sconfitta stagionale i campani la subiscano in un “Massimino” quasi pieno, colorato e inondato da cori e bandiere. Il clima, a fine partita, è quello dei bei tempi, con giocatori e pubblico ad applaudirsi a vicenda. Chissà che non sia veramente l’inizio della rinascita del Catania.

Novellino conferma il 5-3-2, ma sa cambiare quando serve…
Il tecnico rossazzurro conferma il 3-5-2 di Catanzaro (come dargli torto...), con il solo Bucolo al posto dello squalificato Rizzo, mentre Caserta sorprende tutti, scegliendo un 4-3-3 più propositivo, con Melara terzino e Torromino a comporre insieme a Canotto e Paponi il tridente offensivo. E, in effetti, gli ospiti cominciano in modo più convincente, cercando di pressare alto e chiudere nella propria area un Catania troppo schiacciato sulla trequarti difensiva. Bene soprattutto Germoni, Melara e Canotto sulle corsie laterali, sempre pronti a proporsi e a mettere interessanti cross in area per Paponi. Il Catania ha, però, la grande capacità di ripartire e, come accaduto a Catanzaro, riuscire a rimanere in pressing alto nelle occasioni in cui la palla staziona nella trequarti offensiva. La premiata ditta Di Piazza-Marotta, così, quasi subito (11’) confeziona il micidiale contropiede vincente: splendida l’imbucata dell’ex leccese per il numero 9 rossazzurro e chiaro il fallo da rigore del recuperato Marzorati. Impeccabile la trasformazione di Lodi che, con il suo nono sigillo stagionale (undicesimo totale se si contano le due reti in Coppa Italia), supera Ciceri nella classifica “all times” dei cannonieri rossazzurri (41 contro i 40 dell’indimenticato bomber milanese). Inoltre, le nove reti gli valgono il record personale di gol in una stagione, uguagliando l'annata 2011/2; e il campionato non è ancora finito... Importantissimo, per Novellino, che la partita si indirizzi subito in direzione favorevole, in modo da consolidare la tattica preordinata e costringere i campani alla rincorsa. Ma quella di Caserta è squadra vera; i gialloblù si riorganizzano e reagiscono quasi subito, mostrando qualità non solo di compattezza, ma anche tecniche e tattiche. Concedendo, è vero, qualcosa in contropiede (per esempio, al 26’ Di Piazza fallisce il raddoppio di testa a due passi da Branduani su gran cross di Marchese), ma riuscendo a proporsi spesso pericolosamente dalle parti di un buon Pisseri, il quale compie un difficile intervento al 34’ su Canotto, ben pescato in area da un filtrante di Paponi. Nella ripresa, le capacità tipiche di Novellino di sistemare la squadra in corso d’opera si evidenziano in modo significativo. Dopo un inizio favorevole in cui Marotta, splendidamente lanciato da Lodi, fallisce il fondamentale raddoppio, scaricando da ottima posizione su Branduani, l’allenatore ex doriano si accorge che il 3-5-2 comincia a trovare difficoltà nelle chiusure in mediana e decide di cambiare modulo, mettendosi a specchio: 4-3-3 con Manneh (nel suo ruolo, a sinistra, e Di Piazza a destra) al posto di un buon Marchese. Mossa felice, perché il gambiano si rivelerà uno dei migliori in campo (come capita, ormai, sempre più spesso). Contro una Juve Stabia sempre “sul pezzo”, le ripartenze di Kalifa diventano micidiali, soprattutto quando Novellino cambia anche Di Piazza con Sarno, strutturando un 4-3-3 con due esterni puri, in grado di scambiarsi la fascia con una certa disinvoltura. Certo, il Catania deve soffrire sulle incursioni degli ospiti, rinvigoriti da Caserta con gli inserti di Elia (per un deludente Torromino), El Quazni, Mastalli e Di Roberto, ma il salvataggio al 64’ di Branduani su ottimo esterno di Bucolo dice che il Catania tende a non mollare mai. Pericolosi davvero gli stabiesi con Canotto e Carlini, i migliori fra le proprie file, e irriducibili fino al 94’, ma il fatto che i rossazzurri riescano a soffrire e portare a casa i cruciali tre punti racconta di un salto di qualità caratteriale e psicologico evidente e benaugurante per il prossimo futuro. Da segnalare, fra l’altro, il debutto di Valeau (come mezzala sinistra) a 10’ dal termine del match, che fa il paio con quello di Liguori contro il Potenza; segno che Novellino punta anche sui giovani e non ha paura di metterli in campo anche in gare così delicate, in modo da aumentarne l’autostima.

Non mollare fino alla fine
Queste due vittorie, importantissime, non dovranno essere sprecate. Sulla carta, a parte il prossimo match di Reggio Calabria e il recupero con la Viterbese, i rossazzurri di qui alla fine avranno un calendario più agevole, dovendo affrontare squadre non eccelse. In Serie C, di contro, tali considerazioni lasciano il tempo che trovano, basti vedere le sconfitte di Bisceglie e Rieti del Catanzaro o la disfatta del Trapani contro la Virtus Francavilla. Ogni partita è una battaglia e non si può sottovalutare nessuno. A cominciare dalla sfida del “Granillo” al cospetto di un avversario di rango e, presumibilmente, davanti a un pubblico numeroso. Continuità, prima di tutto!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!