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Ripa, altra giornata da dimenticare...

Ripa, altra giornata da dimenticare... 

Max Licari sulla grave seconda sconfitta consecutiva subita dal Catania a Reggio. Troppi sprechi e ripresa in forte calo atletico.

Campanello d'allarme
Si era detto che la partita di Reggio Calabria si sarebbe configurata come una riprova delle velleità di “grandeur” del Catania; una squadra con ambizioni da primato, dopo una sconfitta come quella subita dai rossazzurri in casa con la modesta Leonzio, si riscatta subito, tanto più se la gara successiva la si affronta al cospetto di una formazione inferiore tecnicamente come la Reggina. Ebbene, la risposta è giunta. E non è quella attesa dall’ambiente. Seconda sconfitta consecutiva, terza in dieci gare: una formazione che punta a vincere il campionato non può permetterselo, giacché la proiezione statistica sul totale delle partite del torneo non consentirebbe alcun sogno di gloria al di là di una più o meno modesta partecipazione ai playoff. E, al proposito, proprio le dichiarazioni di Lucarelli al termine del match del “Granillo” lasciano riflettere. Cercando di gettare acqua sul fuoco di una delusione palpabile, il trainer livornese ha dichiarato che il Catania, a fine campionato, sarà comunque fra le protagoniste (ma, con l’organico che ha, di valore decuplo rispetto a quello di squadre come Leonzio e Reggina, dove potrebbe altrimenti ritrovarsi?) e, in ogni caso, non sarebbe un delitto giocarsi i playoff come il Parma la scorsa stagione. Ecco, una dichiarazione del genere, proferita a fine ottobre, con tre quarti di campionato da disputarsi, fa comprendere come alcune certezze più o meno granitiche stiano cominciando a vacillare. Forse ci si è già accorti che manca qualcosa rispetto alla principale concorrente, il Lecce, che già da lunedì potrebbe scappare a +7 (seppure senza aver osservato il turno di riposo)? Speriamo di no, sebbene le squadre di alta classifica abbiano dato tutte risposte diverse rispetto al Catania. Vittorie per Monopoli e Trapani in trasferta, Siracusa in casa (il Matera riposava). Gli etnei, adesso, si ritrovano al quarto posto a tre punti dalla compagine dell’ex Scoppa e a uno dagli aretusei, con i granata dietro di una sola lunghezza. Insomma, sabato disastroso.

Capire per ripartire
Senza creare alcun allarmismo, senza passare da un eccesso all’altro (non si era fenomeni dopo le sei vittorie consecutive, non si è brocchi adesso), è necessario approfondire le motivazioni di questo momento di crisi. Ciò che salta maggiormente all’occhio è la mancanza di concretezza sotto porta dell’undici etneo. A Reggio, contro una squadra di ragazzi (età media 23 anni) disposta naturalmente a correre a perdifiato, i rossazzurri hanno sciorinato il miglior primo tempo della stagione, producendo non meno di dieci palle gol, alcune nitidissime, di cui qualcosa come sei nei primi dieci minuti. Fallendole tutte. Fallendole TUTTE. Ripetiamo il concetto di cui sopra: una squadra con le aspettative del Catania non può in alcun modo permetterselo. Anche perché, pur avendo un’ottima difesa, non puoi pensare di poter reggere un campionato intero solo su quella. Per vincere qualche gol lo devi pur fare. Infatti, Aya e soci, commettendo qualche errore in più rispetto all’inizio del torneo, hanno beccato quattro gol in due partite, sei totali, non più costituendo il miglior pacchetto arretrato della categoria. Ciò non significa che ci possano essere ripensamenti sul valore della stessa, sempre garantito, ma fa comprendere come i luoghi comuni, stiracchiati da una parte e dall’altra, siano deleteri. I campionati, è vero, si vincono con le difese ermetiche… e con gli attacchi prolifici! Non si può fare a meno di una delle due condizioni necessarie e sufficienti. Quindi, se il Catania vorrà festeggiare insieme a tutti noi a fine maggio, dovrà raggiungere un certo equilibrio in tal senso. Per adesso, il percorso non è compiuto. Anche perché, poi, partite del genere, non chiuse come superiorità tecnica impone, si complicano e puoi anche giungere a perderle dolorosamente, come puntualmente accaduto al 94’. I rossazzurri si sono letteralmente consegnati agli amaranto di mister Maurizi, meritevoli di averci creduto e aver corso per tutto il match. Due tiri due gol dell’ottimo centravanti Bianchimano per i padroni di casa; ventimila tiri e uno striminzita rete di Curiale (la terza in stagione) per gli ospiti. Cioè, siamo al paradosso: la qualità tipica della grande squadra, il cinismo, quella di cui dovrebbe essere permeato il Catania, esibita dai ragazzotti calabresi!

Sconfitta cercata "con il lanternino"
È vero, la sconfitta ai più potrà apparire, oltre che veramente immeritata, addirittura surreale, ma non si può negare che mister Lucarelli e i giocatori se la siano andata a cercare "con il lanternino", non solo a causa delle gravi imprecisioni sotto rete (oltre che in virtù di qualche grande intervento di Cucchietti, che comunque ci sta), ma anche a seguito di una ripresa in evidente calo atletico non surrogato da correttivi tattici (leggasi cambi solleciti in specie a centrocampo). È sembrato quasi che a un certo punto gli etnei si accontentassero del pareggio contro i modesti reggini, accettando il fatto che gli avversari potessero correre di più. Così non può andare, è evidente. Lucarelli aveva disposto il suo 3-5-2, privo dell’acciaccato Lodi, con una certa logica, a contrastare il 4-3-1-2 di Maurizi, che ritrovava dopo cinque mesi Di Livio, figlio del più noto “soldatino” di juventina memoria. Esterni titolari in campo fin dal primo minuto, Caccetta e Biagianti in mezzo con Mazzarani a dare qualità, Russotto insieme a Curiale (più in forma rispetto a Ripa) in avanti. Se solo si fosse messo in rete un paio di palloni, la trasferta calabrese si sarebbe rivelata una sorta di passeggiata di salute, considerato l’enorme divario tecnico evidenziato dalla prima mezzora. Eppure, i rossazzurri sono riusciti addirittura ad andare in svantaggio su un lungo lancio dalle retrovie del promettentissimo Marino (ex Catania) per Bianchimano, salvo poi trovare il giusto pareggio solo nel finale di frazione con un bel colpo di testa di Curiale su gran cross dalla sinistra di Marchese. Troppo poco per quanto prodotto. Troppo gravi gli errori di misura commessi da Mazzarani e dallo stesso Curiale. Del resto, qualcosa deve essere successo se il Catania, nella ripresa, è sceso in campo con una verve del tutto antitetica rispetto al primo tempo.

Altra vergogna
Se al calo atletico, poi, aggiungiamo lo “spezzatino” dovuto all’ennesima vergognosa “performance” della tifoseria avversaria, il patatrac è servito. Gara sospesa per lunghi minuti a seguito di fitto lancio di petardi e fumogeni dalla curva reggina, in cui viene esposto un demenziale striscione da terza elementare (il livello culturale degli estensori non può essere superiore), inneggiante all’Etna e alle “potenzialità” della lava. Ovviamente, dopo i sassi di Siracusa pagati con qualche migliaio di euro dalla società azzurra, anche questi “geni” verranno puniti con la multarella di prammatica in modo che successivamente altri decerebrati, magari da qualche altra parte, possano sentirsi legittimati a fare scemenze del genere. Nel caso specifico, c’è un’aggravante. Mentre a Siracusa non si è mai visto calcio professionistico di livello, a Reggio si sono trascorsi dieci anni di fila in Serie A. Evidentemente, per certa gente da campetto dilettantistico, la categoria non conta… Il loro livello è quello e nemmeno la Champions League potrebbe purgare il becero provincialismo di cui sono portatori sani. Proprio per questo preghiamo notte e giorno società, tecnico, giocatori di tirarci fuori da questo orrido pantano!!! Purtroppo, non è quella del secondo tempo del “Granillo” la strada giusta per farlo. Al calo di Caccetta, Mazzarani e Biagianti al cospetto di De Francesco, Marino e dei neoentrati Porcino e Fortunato, non sono seguite la giuste contromisure di Lucarelli. Il primo cambio, Ripa (che non toccherà palla, come troppo spesso gli sta capitando…) per Curiale, avviene al 78’, il secondo, Zé Turbo per Mazzarani, al 87’!!! Strano che un tecnico capace di proporre tutte e cinque le sostituzioni in ognuna delle precedenti gare ne produca una e mezza in 96’! Evidentemente, non si è fidato delle riserve. Eppure, si è finora detto che il vantaggio più evidente del Catania rispetto alle contendenti sia la panchina lunga… Il gol vittoria del glorificato Bianchimano al 94’, susseguente a una discesa funambolica dell’ex Garufi, anch’egli subentrato, probabilmente si tramuta in una sorta di punizione del destino. Dolorosa, complessivamente immeritata, ma autolesionisticamente “cercata”.

Con il Bisceglie partita da non fallire in alcun modo
Quella interna contro il non trascendentale Bisceglie di sabato prossimo, per gli uomini di Lucarelli, diventa la classica gara da non poter assolutamente fallire. Considerato che subito dopo (nel turno infrasettimanale di martedì) ci sarebbe la possibilità di bissare a Pagani, al cospetto di un'altra compagine di bassa classifica, possiamo comprendere come siano importanti i prossimi dieci giorni e come diventi fondamentale risolvere le magagne tattiche e tecniche venute fuori nelle ultime due partite. Al tecnico il compito di fornire le risposte in termini di scelte, ai giocatori di dimostrare, come più volte dichiarato anche dal capitano Biagianti, di essere uomini veri. Let’s go, Liotru, let’s go!!!