Grazie in e...Terni!

Biondi, altra grande prestazione...

Biondi, altra grande prestazione... 

Max Licari sulla beffa di Terni. Catania commovente che avrebbe meritato di più. Adesso, sotto con la vittoria decisiva

Bisogna vincere la partita più importante
Un gol, due pali e mezzo, un clamoroso rigore negato dal mediocre direttore di gara Marcenaro di Genova, un dominio del gioco netto nei confronti di un avversario senza capo né coda, mal assemblato e ancor peggio allenato. Questo il succo della commovente prestazione del Catania al “Liberati”, dal quale avrebbe strameritato di venir fuori con una vittoria e la qualificazione al turno successivo dei playoff. Purtroppo, il Dio del Calcio, fin troppo malevolo negli ultimi anni con i rossazzurri, ha voluto premiare i rossoverdi di casa che, nell’unica vera palla gol creata a una decina di minuti dal termine della partita, strappano un pareggio che consente loro la continuazione nel barrage a eliminazione diretta. Tuttavia, due cose nettamente ci dice questo match:

1) questi ragazzi e questo allenatore meritano onore e rispetto, nonché, in discreta parte, la conferma (con quattro-cinque ritocchi di valore questa è una squadra che può tranquillamente lottare per la promozione dalla C in B);
2) La miracolata Ternana che esulta a fine partita come se avesse vinto la Champions League, dopo aver trascorso i quindici minuti finali praticamente a terra con quasi tutti gli effettivi a contorcersi in evoluzioni cabarettistiche da torneo UISP, ha le stesse probabilità di vincere i playoff quanto lo scrivente di passare una notte d’amore con Jennifer Aniston.

La realtà è che doveva andare come è andata. Quando gestisci una società di calcio come è stato gestito il Calcio Catania negli ultimi cinque anni, poi nemmeno la fortuna ti assiste, secondo la ben nota Legge di Murphy. La squadra è stata commovente, ha dato tutto e ha meritato il plauso dei tifosi catanesi. Ha lottato fino all’ultimo minuto, andando a un passo da un autentico miracolo. Certo, se al posto di Barisic il Catania avesse avuto “nonno” Vantaggiato, probabilmente la gara si sarebbe chiusa sul 2-0, come da meriti acquisiti sul campo, ma quello è un altro discorso, un vecchio discorso che, a nostro parere, si inscrive nell’unica “pecca” dello splendido “secondo Lucarelli” in chiave rossazzurra: l’autolesionismo nel voler mettere sempre in campo un elemento che avrebbe dovuto da tempo chiudere la sua avventura a Catania. Ma fa lo stesso. Chi sa di calcio capisce quanto grande sarebbe stata l’impresa di vincere contro una squadra che nella ripresa ti mette in campo gente come Furlan (che cambia il volto della propria compagine), Ferrante, Paghera o Vantaggiato… Basti fare il confronto con i subentrati in maglia etnea per avere contezza della differenza di organico. Eppure, il Catania avrebbe meritato molto più della Ternana di andare avanti, grazie a organizzazione di gioco, spirito di sacrificio e attaccamento alla maglia. Adesso, un grazie sincero e tutti uniti e compatti in direzione della vittoria nella partita più importante, quella che si concluderà il 23 luglio alle ore 11. Lì si dovrà vincere e si vincerà. Un’era si è chiusa definitivamente e un’altra ne comincerà. Nuova eppur antica, nel solco della nostra storia, targata 11700. Solo quello conta. Solo quello.

Una gara praticamente perfetta, conclusa con una beffa atroce
Nulla ha sbagliato Lucarelli nell’impostazione di questa gara, quasi niente i giocatori che la hanno interpretata al meglio. Riconferma in blocco del modulo e degli undici che avevano sconfitto la Virtus Francavilla, atteggiamento propositivo fin dal primo minuto, avendo a disposizione un solo risultato. Benissimo le coppie sugli esterni (Calapai-Capanni e Pinto-Biondi), tosti Salandria e Vicente in mezzo e molto bravo Curcio a far da raccordo con il volenteroso (ma come sempre inconcludente) Curiale. I padroni di casa, soprattutto in mediana (male Palumbo e Verna), non si sono quasi mai raccapezzati, mal supportati da un attacco fumoso (il solo Marilungo, talora, riusciva a produrre qualche strappo interessante), andando in grande difficoltà. Dopo un paio di buone occasioni con Curiale e Calapai, il clamoroso palo di Biondi al 34’ faceva da preludio al meritatissimo vantaggio siglato dallo stesso “catanesino volante” al 43’: splendido cross di Pinto, Mbende da due passi impegnava Iannarilli, tap-in vincente del numero 21 rossazzurro, alla sua seconda rete in questi playoff. Nella ripresa, il Catania non arretrava il baricentro, giocando sempre a viso aperto (clamoroso il rigore negato agli ospiti al 52’ a seguito di un chiarissimo fallo di mani in area di un giocatore ternano), anche grazie alla freschezza messa in campo da Lucarelli a partire dal 60’ (Manneh e Barisic per Curiale e Capanni). Al 76’ come già accennato, Barisic, servito da Curcio, ha avuto la palla per chiudere i conti: primo tiro da due passi ciabattato, sulla ribattuta, “scavetto” su Iannarilli che si stampa sul palo. Non sfortuna, purtroppo, ma imperizia. E chiudiamola qui. Si sapeva, comunque, che la panchina rossoverde fosse molto munita e l’unica cosa che Gallo potesse fare era mettere in campo, come mossa della disperazione, tutta la qualità a disposizione. E proprio i due subentrati più qualitativi, Furlan (il migliore dei suoi) e Ferrante, al minuto 80 lo hanno premiato al di là dei suoi meriti, mandando la Ternana al turno successivo, nell’unica vera occasione nitida creata in 90’. Nella fattispecie, è il subentrato Biagianti a non riuscire a stoppare il cross del fantasista e il pur bravo Pinto a perdersi l’attaccante di casa, abile a insaccare in tuffo di testa a due passi da Martinez. Una beffa atroce, suggellata dai classici teatrini da terza serie andati in scena nel finale e mal gestiti dall’arbitro. Nulla di nuovo sotto il sole della Serie C. Una Serie C dalla quale si avrà l’obbligo di riemergere a partire dal prossimo anno. Con una società nuova, dall’anima antica e il cuore targato 11700. Let’s go, Liotru, let’s go!