ESCL-Pitino: "Svolto un lavoro importante, peccato non poterlo proseguire"

L'ex ds Marcello Pitino.

L'ex ds Marcello Pitino. 

L’ex direttore sportivo ha tracciato un bilancio sulla propria esperienza da dirigente del Catania.

La redazione di CalcioCatania.com ha contattato l’ex direttore sportivo del Catania Marcello Pitino, il quale nel corso di una lunga chiacchierata ha tracciato un bilancio della sua esperienza nella stagione passata, analizzando nel dettaglio i vari momenti e le tante difficoltà vissute.
”Se consideriamo quelli che erano i nostri obiettivi, non posso che essere più che soddisfatto - ha esordito Pitino - il primo era quello della salvezza economica della società, che abbiamo mantenuto in vita nonostante un anno fa, di questi tempi, avesse problemi gravissimi, se paragonati a quelli odierni; il secondo era quello della salvezza sul campo. E’ vero che i segnali di inizio stagione facevano sperare in qualcosa di più, ma una squadra costruita in dieci giorni non poteva avere un obiettivo diverso dal raggiungimento della salvezza, che abbiamo tra l’altro ottenuto nella regular season.”

Un lavoro che ha posto le condizioni per ripartire
Abbiamo poi chiesto a Pitino un giudizio sulla conclusione del rapporto con la società, che è avvenuta un po’ in sordina: ”La proprietà ha deciso di cambiare rotta e quindi di sostituire il gruppo di lavoro. Ci aspettavamo di essere informati in anticipo ma nel nostro lavoro sono cose che possono accadere. Insieme a Pippo Bonanno e Fabrizio Ferrigno abbiamo svolto un lavoro fondamentale per la continuità gestionale del club: grazie al grande lavoro di sgravio che abbiamo realizzato, sbarazzandoci di 24 contratti e del relativo peso economico, abbiamo messo la società nelle condizioni di programmare con diversi mesi di anticipo rispetto a quanto abbiamo potuto fare noi l’anno scorso. Inoltre, la plusvalenza realizzata attraverso le cessioni dei vari Gyomber, Petkovic, Odjer e Tupta costituisce un salvadanaio utilizzabile per la nuova stagione.” Un gran lavoro che forse, secondo Pitino, non è stato riconosciuto come avrebbe meritato: ”Abbiamo agito sotto traccia, non ci siamo soffermati a vendere quel che abbiamo fatto, anche se la nostra chiarezza e disponibilità nei confronti della piazza è stata totale, tranne nel finale di stagione in cui si respirava un clima un po’ ostile e abbiamo ritenuto opportuno tutelare la squadra. Anche se siamo andati via in sordina il nostro lavoro è stato ben visibile, anche se a qualcuno forse conviene ricordarlo diversamente.”

Prima dell’inizio della nuova stagione impossibile dare giudizi
L’ex direttore sportivo si è mostrato più abbottonato nei giudizi riguardanti il “nuovo corso”. ”Non ho nessuna facoltà per valutare il ritorno di Pietro Lo Monaco. A lui e ai nuovi dirigenti auguro di raggiungere gli obiettivi prefissati. Di certo si trovano in una situazione completamente diversa rispetto a quella da me vissuta per quanto riguarda la costruzione tecnica della squadra. Il Catania ha già 7-8 giocatori di rilievo, moltissimi dei giocatori che abbiamo preso un anno fa venivano dalla Serie B o avevano vinto campionati di Lega Pro e ancora oggi sono importanti.” Pitino non si sbilancia neppure su un possibile pronostico relativo al prossimo campionato: ”Fino a quando il pallone non comincia a rotolare non si possono dare giudizi, è necessario aspettare che le squadre acquisiscano la loro fisionomia. Ad oggi posso dire soltanto che il Foggia, essendo una squadra che da diversi anni va migliorando e rafforzandosi, potrebbe avere qualcosa in più, ma è il campo il giudice supremo, lo ha dimostrato il Benevento che pur investendo di meno rispetto ai rossoneri ha vinto il campionato.”

Russotto e Calil: giocatori importanti che sono rientrati in un’operazione importante
Nel corso della conferenza di presentazione della campagna abbonamenti l’attuale ad Lo Monaco, parlando di Russotto e Calil, ha lasciato intendere che si tratta di giocatori dall’ingaggio importante che vanno gestiti bene, aggiungendo inoltre che il brasiliano non ha offerte. Pitino, da noi interrogato sull’argomento, ha commentato così: ”Non ho letto queste dichiarazioni. Ad ogni modo penso che si tratta di giocatori il cui ingaggio rappresenta il loro reale valore, anche se nel tempo le valutazioni possono cambiare. Non bisogna dimenticare il momento in cui sono state fatte queste acquisizioni: per sfoltire la rosa e alleggerire il monte ingaggi abbiamo fatto con la Salernitana un’operazione (in cui sono rientrati Schiavi, Sciaudone, Frison e Terracciano, ndr) che ha garantito al Catania più di 2 milioni di euro e che ci ha permesso di prendere Liverani, Castiglia e Russotto. Calil invece è stata una nostra scelta, era il capocannoniere della stagione precedente, aveva un contratto da giocatore di Serie B e ha scelto di venire da noi e non al Benevento, che era pronto a versare 250mila euro alla Salernitana. I campani ci hanno dato il giocatore rinunciando a quella somma, anche grazie ai buoni rapporti che avevano le due proprietà. Credo che sia lui che Russotto siano giocatori che abbiano mercato; se Caetano avesse fatto 20 gol oggi non sarebbe meno ricercato di Iemmello.”

Rosina e Rinaudo, ingaggi pesanti di cui è necessario disfarsi
Abbiamo poi chiesto all’ex direttore sportivo dettagli contrattuali e di mercato riguardanti due “big” che attualmente sono ancora di proprietà di Catania. Su Rosina: ”C’era l’accordo col Bari, avrebbero dovuto obbligatoriamente riscattarlo in caso di promozione, ma avrebbero potuto acquistarlo per 1000 euro anche in caso contrario. Non è successo ma il giocatore ha un grandissimo mercato, anche se il suo ingaggio è oneroso persino per i club di Serie B.” Su Rinaudo: ”Sapevamo che doveva tornare, è una situazione che non abbiamo affrontato e che avremmo dovuto risolvere subito dopo la conclusione del campionato. Anche lui ha mercato e anche lui è un costo che il Catania deve eliminare, bisognerà trovare le soluzioni giuste.” Situazione critica che permette un collegamento con due differenti momenti che nella scorsa stagione Pitino ha dovuto affrontare: ”Così com’è accaduto con Lodi il 31 agosto, anche il mercato di gennaio è stato condizionato dalle cessioni obbligatorie di Leto e Monzon. In entrambi i casi, senza risolvere tali contratti non avremmo potuto andare avanti.”

Ischia chiave di volta in senso negativo della seconda parte della scorsa stagione
Le grane Leto e Monzon rievocano il clima che si respirava alla chiusura del mercato di gennaio. Pitino giustifica così la scelta di dichiarare in tv che l’obiettivo del Catania sarebbe stato quello di vincere tutte le rimanenti partite: ”Erano arrivati giocatori importanti come Di Cecco e Bombagi che rientravano nel nostro progetto di rilancio, non potevamo dichiarare in quel momento che il nostro obiettivo restava la salvezza perché c’era la necessità di creare entusiasmo. La squadra veniva da una vittoria col Matera, che era la squadra più in forma del periodo, e doveva andare a giocare ad Ischia, dove ci si aspettava un risultato diverso. Una partita persa per alcuni episodi (un gol degli avversari in fuorigioco, un rigore che non ci è stato dato e la traversa presa da Calil) ha compromesso la possibilità di riportare entusiasmo e spettatori allo stadio.” Da lì le difficoltà psicologiche della seconda parte di stagione, alle quali si sono sommate quelle economiche che hanno portato al ritardo dei pagamenti delle ritenute Irpef che costeranno 1 punto di penalizzazione nella prossima stagione: ”Se paghi gli stipendi all’ultimo minuto è perché c’è qualche difficoltà, abbiamo deciso di privilegiare i tesserati. Nonostante questi problemi c’è stata da parte di tutti la serietà e la disponibilità nel gestire la situazione ed ottenere i risultati prefissati.”

Finaria può rilanciare davvero il Catania
Problemi economici vissuti durante la seconda parte della stagione che sembrano in contraddizione con l’annunciato rilancio da parte di Finaria. Al riguardo però, Pitino non ha dubbi: ”E’ vero che la proprietà aveva manifestato la volontà di cedere, ma non è mai stato nascosto che se non ci fossero state le condizioni per il passaggio di mano Finaria avrebbe continuato ad investire. Non so se le trattative che ci sono state fossero vere o meno, ma se la proprietà ha fatto un rilancio vuol dire che non ci sono i presupposti per pensare al peggio nel caso in cui non dovesse esserci alcuna cessione.” Finaria, insomma, può garantire un futuro al Catania.

Sentenza Arbotti una stranezza, destinata a rimanere insoluta
Abbiamo poi chiesto a Pitino un parere sulla contraddittorietà della “sentenza Arbotti” rispetto alle decisioni della giustizia sportiva che hanno riguardato il Catania durante l’estate 2015. ”E’ una situazione strana, qualcosa non deve aver funzionato bene. In quel momento la parte mediatica ha influito in maniera eccessiva sulla sentenza. Tornare indietro, dopo, non è facile. Però ancora ad oggi non c’è niente di nuovo, tutti i campionati sono finiti senza che le altre società coinvolte nelle indagini abbiano subito un deferimento ed è strano.” Ciò potrebbe portare la società a rivolgersi alla federazione o agli organi di giustizia? ”Di ciò se ne dovrebbe occupare l’ufficio legale della proprietà, se non è stato fatto un motivo ci sarà, ma è chiaro che dopo un patteggiamento un successivo ricorso è da escludere.”

Peccato non poter proseguire sul sentiero tracciato
In chiusura, Marcello Pitino non ha voluto nascondere un rammarico che lo accompagna dopo la conclusione della sua esperienza da dirigente della società etnea: ”Dispiace non aver potuto continuare quello che è stato un lavoro propedeutico alla programmazione della prossima stagione. Siamo contenti di aver svolto comunque un lavoro importante nel momento storico più difficile della società, in cui si è sfiorato il fallimento. Siamo riusciti a tener in vita il club e dare la possibilità di poter ripartire sul piano tecnico da un’ossatura di rilievo.”