ESCL- La Prof.ssa Busacca ci spiega i possibili risvolti del Caso Catania

Il Procuratore Federale Stefano Palazzi

Il Procuratore Federale Stefano Palazzi 

La Prof.ssa Busacca, docente di Diritto Sportivo dell’UNIRC, risponde a CalcioCatania.com sui vari aspetti del Caso Catania.

La redazione di CalcioCatania.com ha contattato la Prof.ssa Angela Busacca, esperta civilista e docente di Diritto Sportivo presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Una voce competente ed autorevole che ci permette di analizzare ed approfondire i diversi risvolti che saranno inevitabilmente determinati dall’operazione della Procura di Catania “I treni del gol”.

Giustizia sportiva: il processo si fonda su efficienza e rapidità
Per prima cosa ci siamo soffermati sul processo sportivo, che sta maggiormente a cuore dei tifosi perché più strettamente legato al destino della società rispetto al separato procedimento penale, che coinvolge più da vicino i destinatari delle custodie cautelari e seguirà un inter differente, in particolar modo per quanto concerne la durata. Basti pensare a “Calciopoli”: il processo sportivo si concluse nell’arco dell’estate 2006, quello ordinario si è trascinato nei vari gradi di giudizio sino allo scorso anno. Le medesime prospettive dell’attuale “Caso Catania”: ragionevolmente, il processo sportivo (che prevede un doppio grado di giudizio) si esaurirà entro la metà di Agosto, per consentire alle leghe coinvolte la regolare organizzazione e calendarizzazione dei campionati, che devono rispettare anche le scadenze derivanti dalle competizioni internazionali ed evitare sovrapposizioni (la prossima estate si disputano i campionati europei e prassi impone che i campionati nazionali si concludano in anticipo rispetto agli anni privi di competizioni internazionali estive).
Non potendo conoscere ancora integralmente gli atti, l’attenzione dell’opinione pubblica è rivolta nei confronti delle intercettazioni che escono quotidianamente da martedì a questa parte. Posto che sta ai difensori elaborare una strategia difensiva in grado di smontare le accuse, e sta ai magistrati verificare la rispondenza delle stesse agli addebiti contestati, va detto che nel processo sportivo possono essere utilizzate le medesime prove validamente invocate nel processo penale in base a quanto stabilito dalla Legge 401/89 sulla frode e corruzione in competizioni sportive.

Possibili conseguenze: retrocessione in caso di accertata responsabilità diretta
Per quanto concerne le possibili conseguenze che potrebbero ripercuotersi sul Catania, la Prof.ssa chiarisce che la società, per uscire indenne, deve dimostrare la propria totale estraneità ai fatti, che nello specifico corrisponde all’intenzione di alterare i risultati delle partite, a prescindere dal fatto che tale intenzione sia poi andata in porto: basta il solo tentativo per inguaiare il Catania. L’onere della prova sorge in capo alla difesa. Se quest’ultima non riuscisse a dimostrare l’estraneità, essendo implicata la figura apicale della società ovvero il presidente Pulvirenti, saremmo in presenza di una responsabilità diretta, che può comportare
a) una retrocessione diretta;
b) una penalizzazione da computare nel campionato appena trascorso, che in virtù della posizione in classifica del Catania determinerebbe verosimilmente una retrocessione;
c) una penalizzazione da computare nel campionato successivo, che è l’ipotesi meno grave, che salverebbe la categoria.
La sanzione sarà comminata in base alla gravità dei fatti contestati alla società e, chiaramente, in base alla valutazione dell'organo giudicante. L’ipotesi ancor più grave della revoca dell’affiliazione, ventilata da più parti, al momento non è attendibile, perché in base a ciò che è emerso non si tratta di un’ipotesi di illecito più grave rispetto ad altre emerse nel mondo del calcio nell’ultimo decennio (in occasione delle quali la giustizia sportiva non si è mai spinta sino a tal punto). E’ importante tener presente, tuttavia, che ogni ipotesi formulata in merito al destino del processo e quindi del Catania è prematura, in quanto si attende di conoscere nel dettaglio contestazioni, capi d’accusa e richieste degli inquirenti.
Qualora fosse dimostrata l’estraneità del presidente Pulvirenti, ma non quella di un’altra figura riconducibile al club sebbene “gerarchicamente” inferiore (es. Delli Carri), ciò comporterebbe comunque la responsabilità oggettiva della società, ma si ridurrebbe la gravità dell’addebito e quindi della stessa sanzione. E’ quindi fondamentale, ai fini dell’assoluzione, non solo dimostrare che non esistesse alcuna associazione finalizzata alla frode sportiva, ma anche che nessun singolo componente della società abbia agito in tale direzione.
Sul piano individuale (attenendoci al solo processo sportivo) il presidente e gli altri dirigenti coinvolti, qualora non dimostrino la propria estraneità, vanno incontro ad una lunga inibizione, con seria possibilità di rischiare la radiazione.

Opportuna un’integrazione del cda, in caso di paralisi si rischia di perdere il titolo sportivo
Sul versante della conseguenze sulla gestione delle attività della società, la Prof.ssa afferma che nonostante 2/3 del consiglio di amministrazione siano ai domiciliari gli atti concernenti adempimenti dovuti possono essere posti in essere dalla società tramite il componente superstite, il vice-presidente Vitaliti, fermo restando che un’integrazione del cda è quanto mai opportuna, in particolar modo per compiere nuove attività. E se, per assurdo, la società rimanesse paralizzata al punto da non provvedere neanche a formalizzare l’iscrizione al campionato entro il termine ultimo del 15 Luglio? In tal caso si andrebbe incontro alla perdita del titolo sportivo, e tale atteggiamento rinunciatario potrebbe apparire sequenziale alla previsione di una sanzione dura nel procedimento della Procura Federale.

Retrocessione compromette piano economico
Con la Prof.ssa Busacca ci siamo poi soffermati sugli aspetti economico-finanziari, per verificare se vi è il concreto rischio di un fallimento societario. Indubbiamente un’eventuale retrocessione in Lega Pro comporterebbe una serie di valutazioni: il piano economico, comprensivo dell’attuale monte stipendi, parametrato sul campionato di Serie B anche in base agli introiti e ai diritti tv, reggerebbe? Molto probabilmente no, e la società dovrebbe aver la forza di sostenere un boomerang del genere, tenendo conto che diversi giocatori potrebbero richiedere lo svincolo, qualora la disputa di una categoria inferiore non rientrasse tra le opzioni contrattuali concordate. Anche in questo caso però è quanto mai opportuno attendere le determinazioni del processo.
Quel che è certo è che per il momento è molto difficile che gli eventuali creditori della società (come il Credito Sportivo per Torre del Grifo) giochino al fallimento innescando la relativa procedura, anche perché è in ballo una realtà come Catania, reduce da anni vissuti nel massimo campionato, caratterizzata da una realtà imprenditoriale forte che secondo la Prof.ssa non lascerebbe il destino del club a una procedura fallimentare, senza trascurare il ruolo dei tifosi.
In merito alla ventilata ipotesi di un azionariato popolare, la Prof.ssa esprime dei dubbi sulla fattibilità di un’esperienza del genere nel nostro paese. Si tratta, senz’altro, di una bella esperienza, che però appartiene alla tradizione spagnola e non a quella nostrana. Bisogna valutare la capacità del nostro sistema di gestire e reggere un modello del genere, al di là della boccata d’ossigeno che potrebbe dare nell’immediato.