Di Grazia ricevuta

Esultanza da tre punti...

Esultanza da tre punti... 

Max Licari sulla fondamentale vittoria dei rossazzurri sull'Akragas. Parigi sciagurato, Di Grazia decisivo, Lecce avvisato...

Missione compiuta
Ciò che gli uomini di Lucarelli dovevano fare l’hanno fatto. Il popolo dell’Elefante attendeva di poter vivere una grande sfida dal sapore antico al “Provinciale” e l’avrà, come da pronostico. Adesso, si profila una settimana di passione in attesa, appunto, del big match di Trapani che potrebbe consegnare la vetta della classifica al Catania. Il pareggio a reti bianche imposto dal Fondi ai salentini di mister Liverani al “Purificato”, infatti, offre ai rossazzurri l’occasione di annullare lo svantaggio di tre punti in graduatoria (37 contro 34) e, così, agganciare il Lecce in un entusiasmante “testa a testa” che promette di protrarsi fino al termine del campionato. I pugliesi, che osserveranno il turno di riposo, hanno realizzato un gol in più rispetto agli etnei (27 contro 26), ma ne hanno subiti ben 7 in più (16 contro 9), numeri che cominciano a essere abbastanza indicativi delle forze in campo. Come previsto, non è stato semplice abbattere la resistenza dell’ultima della classe, un Akragas giunto al “Massimino” sì fiaccato da pesanti problemi societari e da risultati disastrosi nell’ultimo mese, ma non certo privo di orgoglio e verve agonistica. L’undici di Criaco (squalificato Di Napoli), arroccato in un 3-4-1-2 chiuso ma mai rinunciatario, hanno almeno per un tempo sorpreso un Catania piuttosto lento a centrocampo e poco reattivo sulle corsie laterali, tanto da rendersi per primi pericolosi con una conclusione sottomisura di Longo e un successivo clamoroso palo di Gyuci, complice una deviazione decisiva del sempre provvidenziale Pisseri. Il Catania, impostato dal tecnico livornese sul canonico 4-3-3 dei “titolarissimi” (con l’ovvia scelta del cannoniere Curiale al posto del discusso Ripa) dopo la non certo felice parentesi di Coppa contro il Cosenza, si è dimostrato subito poco fluido nella manovra, in virtù di una serata non brillantissima di capitan Biagianti (alla duecentesima presenza in rossazzurro) e Caccetta, con il solo Russotto, talora aiutato da Marchese quando stazionante sulla sinistra (un po’ meno da Semenzato a destra), a tentare "uno contro uno" in grado di mettere in difficoltà gli attenti difensori biancazzurri Danese e Russo.

Parigi val bene una messa
Ci pensa, tuttavia, l’Aktragas stesso a imprimere la svolta decisiva alla gara, fornendo al Catania la chiave per risolvere una situazione che andava complicandosi. Inspiegabilmente, alla mezzora di gioco il nervoso e sciagurato centravanti Parigi pensa bene di rifilare, senza motivo, una gomitata a Bogdan, facendosi espellere dall’arbitro Natilla. Un’ingenuità colossale che, in uno stadio come il “Massimino” e contro una squadra come il Catania, non puoi assolutamente consentirti. Giocare un’ora in inferiorità numerica e con un gap tecnico come quello intercorrente fra le due formazioni non può essere sostenibile e, difatti, garantisce al Catania un vantaggio troppo grande per non essere sfruttato a dovere. Dopo la classica “strigliata” di Lucarelli negli spogliatoi, nella ripresa i rossazzurri entrano in campo con tutt’altro piglio e cominciano a sfruttare con efficacia le corsie laterali, facendo lievitare le prestazioni di Marchese, Russotto e Di Grazia. Importante, al fine di fornire maggior caratura tecnica dalla trequarti in su, il cambio al 58’ Biagianti-Mazzarani, con l’ex modenese a fare quasi da trequartista dietro le tre punte. Il “catanesino volante”, dunque, decide di prendere in mano le redini della partita e prima (59’) scarica in gol un cross di Curiale (terza marcatura stagionale dell’attaccante esterno in maglia numero 23) e poi (62’) restituisce il favore, con un delizioso “cucchiaio” smarcante, allo stesso attaccante ex Trapani che sigla la sesta rete stagionale, a una sola segnatura dal leccese Di Piazza. Un “uno-due” micidiale che chiude sostanzialmente il match, vista anche l’impossibilità da parte degli ospiti di imbastire una reazione importante, considerata la perdurante inferiorità numerica. Una mezzora finale di quasi “accademia”, funzionale (anche attraverso i successivi tre cambi di Lucarelli) a risparmiare energie in vista del match di Trapani, così come confermato dallo stesso tecnico etneo nelle interviste postgara. Concessa una decina di minuti anche a Ripa, al momento nettamente dietro a Curiale nelle gerarchie dell’allenatore. Inutile, comunque, alimentare polemiche e aspettative: il Catania ha inanellato la quinta vittoria consecutiva, 13 reti realizzate e 3 subite, terzo miglior attacco e miglior difesa del campionato, con questi uomini. Solo questo conta. Tuttavia, un’onesta riflessione va articolata: “questo” Catania, quello visto all’opera con il derelitto sodalizio akragantino, non basterà a Trapani contro una squadra come quella granata, forte soprattutto dalla metà campo in avanti (miglior attacco del torneo, quello di Calori). Servirà altra “gamba”, altra attenzione. Sarà necessario elevare il livello qualitativo della prestazione complessiva, in specie in mediana, per venir fuori dal “Provinciale” con un risultato positivo.

Big match
Sarà la partita più importante di questo girone d’andata, ancor più di quella giocata e vinta largamente con l’attuale capolista Lecce al “Massimino”. A Trapani si vedrà se questa squadra ha le stimmate del predestinato. Vincere in un campo così ostico e contro una diretta concorrente alla promozione, in un momento così decisivo, significherebbe dare una bella “mazzata” al campionato e mettere pressione alla compagine giallorossa salentina. Sarà una settimana di passione. Liotru, let’s go!!!