Curi...alè Catania!

Curiale e Russotto, abbraccio d'autore...

Curiale e Russotto, abbraccio d'autore... 

Max Licari sulla quinta vittoria consecutiva ottenuta dal Catania sul Monopoli. Grande cuore, nervi saldi e un Curiale in più...

”Manita” rossazzurra
E sono cinque. Cinque vittorie consecutive non si registravano dall’ultimo, disgraziato campionato di B, quando Marcolin infilò la striscia vincente che salvò sul campo un Catania poi travolto (e retrocesso a tavolino) da scandali e Giustizia Sportiva. Oggi, finalmente, siamo su piani diametralmente opposti. C’è una società vogliosa di riscatto, una squadra “tosta” e un pubblico nuovamente compatto. Sono passati pochi anni, ma sembrano secoli. Eppure, è quello che si auspicava ai nastri di partenza del campionato e che, finora, si sta materializzando alle falde dell’Etna. Ovviamente, ancora è prestissimo per tracciare bilanci trionfalistici. Il campionato è lungo, difficile e l’antagonista principale, il Lecce di mister Liverani (alla terza vittoria su tre match alla guida dei salentini), viaggia sugli stessi ritmi dei rossazzurri, adesso primi a pari merito in classifica con 16 punti. Lo sappiamo già, il torneo si deciderà in primavera e chi avrà più birra approderà in Paradiso senza passare per la lotteria degli playoff. Ciò che conta, tuttavia, è che questa squadra, a differenza delle annate passate, fin dalle prime battute dia l’impressione di avere tutte le caratteristiche per poter primeggiare. E non è poco. Quella con il Monopoli di Tangorra è stata, come da previsione, una partita difficile, giocata su un campo allentato dalla pioggia, portata a casa con il sacrificio e quel pizzico di qualità in più che indubbiamente ha in organico il Catania. I “gabbiani” dei tre ex Bacchetti, Scoppa e Paolucci hanno fatto una gran bella figura, confermandosi squadra ben messa in campo, qualitativa e dura a morire. Per esempio, a proposito del numero 5 argentino, autentico faro del team pugliese, vederlo giocare così bene e con questa continuità ci stupisce non poco, considerati i pregressi in maglia rossazzurra; però, è giusto rimarcarne la prova, assai positiva, come quella dell’altro mediano Zampa, dell’esterno Mercadante e del centravanti Genchi, capocannoniere del girone. Esserne venuti a capo meritatamente è un ulteriore segnale di solidità che non può essere ignorato anche dai più scettici. Difesa di ferro, quella etnea, 462 minuti di imbattibilità per Pisseri costituiscono il termometro di un trend già abbastanza lineare: sarà difficile per tutti abbattere il muro del 3-5-2 di Lucarelli. Questa volta, a differenza del match con l’Andria, l’aver sbloccato prematuramente il risultato con un tap-in di Curiale su perfetto cross al volo mancino di Marchese ha agevolato il piano tattico del Catania, consentendo una gestione migliore dei momenti di difficoltà, sebbene il problema del gol permanga. Almeno tre le nitide occasioni sprecate per il raddoppio da Russotto e soci (due, con Semenzato e Ripa nel finale, addirittura clamorose) e, quando non chiudi le partite, poi ti può girare anche non benissimo, a differenza di come sta "filando liscia, in questo frangente. Si dovrà crescere soprattutto nella concretezza sotto porta se si vorrà aver ragione di un Lecce che ha proprio nell’attacco il proprio punto di forza (Di Piazza, Caturano e Torromino stanno cominciando a viaggiare su medie alte). In ogni caso, l’aver ribadito, ancora una volta, di saper soffrire e condurre in porto in modo vincente match complicati rimane il dato più confortante in una categoria come la Serie C. Come confortante è il dato delle presenze al “Massimino”: 12.000 in una serata piovosissima di martedì, sempre “caldi” e pronti all’incitamento. Catania e il suo pubblico sono ripartiti insieme…

Cuore di granito
Diciamocelo con franchezza, si è trattato di una partita intensa, vibrante, ma non bella. Più di qualche errore di misura nei passaggi decisivi ha condizionato entrambe le squadre che, comunque, hanno mostrato spesso trame interessanti in uscita dal pressing avversario. Disposte “a specchio”, Catania e Monopoli hanno puntato molto sulle ripartenze veloci sugli esterni, dove, soprattutto sui rispettivi out mancini, con Marchese e Mercadante, hanno prodotto gioco di qualità; gioco finalizzato solo in occasione della rete di Curiale per quanto concerne il Catania e quasi mai tradotto in occasioni nitide da parte del Monopoli. Se, infatti, andiamo a fare un raffronto fra mole di gioco e occasioni da rete, ci accorgiamo che il Catania, sebbene nella ripresa sia stato quasi sempre compresso nella propria metà campo, ne ha prodotte di importanti, mentre Pisseri non ha mai dovuto sporcarsi i guantoni in parate decisive. Merito della difesa Aya-Tedeschi-Bogdan (adesso la migliore del campionato), ma anche dello sfiancante lavoro della mediana, non per nulla sostituita per 2/3 da Lucarelli nella ripresa. A questo proposito, detto del giusto turno di riposo concesso a Biagianti, fa discutere soprattutto la sostituzione di Lodi con Bucolo. È vero che si è rinunciato a geometrie importanti, ma evidentemente il trainer livornese, accortosi di un calo atletico del capitano, ha voluto andare sul sicuro, inserendo corsa e recupero palla, al fine di blindare il risultato. Lo stesso risvolto tattico notato a Cosenza, quel sano realismo che sta sempre più contraddistinguendone l’operato. I risultati, inutile ribadirlo, gli stanno dando ragione. E sono l’unica cosa che conta al momento. Il Catania punta su una grande solidità di impianto e su talune individualità che, prima o poi, ti fanno la differenza. Ancora una volta, i Marchese, i Lodi, i Russotto sono stati decisivi, basti guardare il gol della vittoria. E non dimentichiamo che Curiale, al secondo sigillo stagionale, è uno che ha fatto bene in Serie B. Del resto, se ti puoi permettere di lasciar riposare Biagianti e di inserire gente come Semenzato, Djordjevic, Mazzarani o Ripa, beh, in Serie C hai in partenza una marcia in più.

Riposo da far fruttare…
L’ottava giornata farà registrare il turno di riposo per il Catania. Fra le squadre di vertice (o ipotizzato tale) solo il Trapani lo ha sostenuto. Sarà importante, dunque, farlo fruttare al fine di recuperare energie, migliorare nelle conoscenze tramite il lavoro sul campo e ripresentarsi al rientro a Siracusa, trasferta difficile anche per le schermaglie dialettiche fra Cutrufo e Lo Monaco, nelle migliori condizioni per riprendere il cammino vittorioso: nel mirino ci sono le sei vittorie consecutive di Don Pasquale Marino nella splendida stagione dell’ultima promozione in A… Let’s go, Liotru, let’s go!!!