Cu...rialzati, Catania!

Curiale, doppietta da urlo...

Curiale, doppietta da urlo... 

Max Licari sulla larga vittoria dei rossazzurri sul Bisceglie. Curiale, Di Grazia e Russotto sugli scudi, bene il modulo 4-3-3.

Prima risposta giusta...
...Giusta e anche perentoria. Si chiedeva ai rossazzurri di riprendersi prontamente dalla minicrisi aperta dalla doppia sconfitta consecutiva subita con Sicula Leonzio e Reggina e quanto visto al “Massimino” contro il Bisceglie incoraggia il popolo etneo a nutrire fiducia nel futuro. Attenzione, sottolineerei mille volte quel “prima risposta” del titolo, perché non basta assolutamente aver rifilato quattro reti ai simpatici pugliesi allenati da mister Zavettieri. È necessario, di contro, dare continuità ai risultati per cercare di rintuzzare la minifuga del Lecce che, pareggiando in extremis nel derby di Andria, è pur sempre rimasto a cinque lunghezze dal Catania (7 vittorie e 2 pari lo score dei salentini nelle ultime 9 gare). Catania che, comunque, riaggancia il secondo posto in coabitazione, a quota 22, con il Monopoli che ha osservato il turno di riposo. Allo stato attuale, le favorite sono tutte lì, considerato che il Trapani, vittorioso in casa con l’Akragas, occupa il terzo posto, un punto sotto il Catania e uno sopra il Siracusa, inopinatamente sconfitto in casa da quelle Paganese che costituirà il prossimo scoglio da affrontare in trasferta da parte degli uomini Lucarelli. Tuttavia, ogni ipotetico “conto” al momento risulta sterile. Troppo presto per trinciare giudizi o azzardare previsioni. Quel che conta è che si sia rivisto un bel Catania, convincente e vincente fin dal primo minuto, come piace ai tifosi. Arrembante, concentrato, voglioso di fare, determinato, è così che sempre lo si vorrebbe ed è così che mediamente servirebbe che fosse per poter ambire a vincere il campionato. Questa volta le scelte di Lucarelli, anche quelle in corsa, si sono rivelate funzionali al raggiungimento dell’obiettivo e sembra assai significativo l’abbraccio di qualche “big” allo stesso tecnico all’atto dei gol siglati. Se taluno pensava a un qualche piccolo “scricchiolio” in tal senso, è stato rassicurato non solo dalla prestazione tecnico-tattica, ma anche dal comportamento dei giocatori. Evidentemente lo spogliatoio è saldo, il gruppo crede nel progetto. Lo stesso trainer livornese, nelle interviste postgara, ha ribadito (e non deve sfuggire l’osservazione) di essere convinto di “avere le palle” per “domare” un ambiente difficile come quello catanese.

Un 4-3-3 per il miglior Catania stagionale
Se dopo 5’ perdi il centrale difensivo (Blondett) e lo sostituisci con un attaccante (Di Grazia), evidentemente avevi in mente un modulo e hai cominciato con un altro. Ha confessato lo stesso Lucarelli, nelle interviste postpartita, di aver interpretato come un “segno del destino” questo avvenimento, spingendolo a “forzare” il cambio verso un modulo lungamente provato in settimana. E, diciamolo pure, con il 4-3-3 abbiamo assistito alla miglior versione stagionale del Catania. Difesa alta, pressing costante, terzini che spingono e si sovrappongono (oltre a Marchese, sempre bravo in questo senso, anche il miglior Semenzato di questo primo scorcio di campionato, probabilmente molto più a suo agio nella difesa a 4), centrocampisti pronti alla verticalizzazioni, con un Mazzarani comunque bravo a sostituire in termini di qualità l’acciaccato Lodi (in panchina per onor di firma), due attaccanti esterni come Di Grazia e Russotto devastanti nei tagli per i frastornati difensori pugliesi (un disastro per tutta la partita), un centravanti, Curiale,finalmente puntuale negli inserimenti. Rispetto ai primi venti minuti di Reggio Calabria, pur prodighi di occasioni, questa volta le punte rossazzurre l’hanno subito messa dentro. Già al 5’ Curiale da due passi, su prezioso assist di Russotto e poi il subentrato Di Grazia, dopo aver rubato palla sulla trequarti e infilato dal limite con un preciso diagonale l’incolpevole Crispino. Un uno-due terribile per chiunque, figuriamoci per una matricola imbottita di giovani speranze come il Bisceglie. Interessante, però, notare come il Catania non abbia tirato precocemente i remi in barca, pressando per tutta la prima frazione, fallendo numerose occasioni potenziali e chiudendo il discorso al 39’ con il secondo gol di Curiale, quinto stagionale, bravo a inzuccare in rete uno splendido cross al volo di Marchese, ancora una volta decisivo nell’inserimento mancino. Un atteggiamento che ha procurato enorme piacere agli 8.000 del “Massimino” che temevano rilassamento e sofferenza come accaduto in altre situazioni similari. In questa occasione, i giocatori e il mister sono entrati in campo con la testa giusta per “matare” un avversario indubbiamente inferiore, ma da non sottovalutare, considerato che aveva messo in difficoltà il Lecce al “Via del Mare” (all’undici di Zavettieri era stato annullato per motivi imperscrutabili il gol del 2-2, prima di prendere la rete del definitivo 3-1). La ripresa, ovviamente giocata leggermente al risparmio (non si può pretendere, in Serie C, che una qualsiasi squadra, anche la più forte, sia sempre continua per tutti i 90’) contro una squadra rimpinguata da ben quattro sostituzioni comandate da Zavettieri, ha fornito un ulteriore spunto di riflessione. Il Catania, purtroppo, ha beccato un altro gollettino (per la terza gara consecutiva), il settimo stagionale, da Jovanovic, dopo imbucata fin troppo “lunga” del difensore Jurkic. Un momento di appannamento che ci può stare, ma che ha fatto drizzare le antenne ad allenatore (peraltro già pronto a fare cambi che, invece, sono stati rimandati d'un quarto d’ora) e tifosi. Ebbene, la reazione di capitan Biagianti e soci è stata confacente alle aspettative. Una reazione “di testa” che ha coinvolto anche le gambe dei giocatori. Il Catania ha cominciato a macinare nuovamente gioco, ha prodotto qualche ottima occasione, per poi chiudere il match con Russotto, al terzo gol stagionale, su cross di Semenzato. Giusto che Lucarelli, nel finale, abbia voluto dare la soddisfazione di trovare il campo a Lovric e Rossetti, due ragazzi che comunque fanno parte del gruppo. Comportamento da squadra importante. L’applauso finale del pubblico dice di un feeling prontamente ritrovato dopo le ultime delusioni.

l’attacco batte un colpo
Se n’è parlato molto nelle ultime settimane. La poca “incidenza”, sotto il profilo numerico, dell’attacco rossazzurro ha giustamente fatto suonare più di un campanello d’allarme. Il fatto che, come già accennato, abbiano segnato gli attaccanti, da Russotto a Di Grazia (al primo squillo) a Curiale ci conforta, sebbene sia necessaria una riprova in tal senso. Se andiamo, infatti, a guardare i numeri, considerato il leggero appannamento del reparto avanzato leccese, quello catanese non è che sia il peggior reparto del torneo! È il… secondo, con 17 reti, insieme a quelli di Siracusa e Trapani e dietro quello della sola compagine allenata da Liverani (19), così come risulta seconda la difesa, con 7 gol subiti, dietro il Monopoli a 5. È altrettanto vero, altresì, che gli etnei hanno segnato più di un gol in tre uniche partite (Lecce, Francavilla e Bisceglie). Insomma, la speranza è che sia un segnale importante di ritrovata verve. Se, poi, andiamo a considerare gli interpreti, ci accorgiamo che, alla fine, l’unico a non aver ancora contribuito come da aspettative della vigilia è proprio il “bomber”, colui che avrebbe dovuto far la parte del leone al centro dell’attacco pensato da Lucarelli, Francesco Ripa. Giusto attenderlo, magari comincerà a sbloccarsi fin dalla prossima partita di Pagani, ma una squadra che vuole vincere il campionato non può permettersi di giocarlo interamente senza centravanti. Infatti, gli altri, le “seconde punte”, più o meno stanno rispettando le attese: Curiale, utilizzato da centravanti, 5 reti (Lucarelli dice che finirà in doppia cifra e la proiezione statistica lo conferma); Russotto 3, Di Grazia 1. Pagani ci dirà qualcosa in più.


A Pagani gara difficile da non sottovalutare
Già, Pagani. Trasferta tradizionalmente ostica che, magari, qualcuno un po’ più superficiale avrebbe potuto considerare “agevole”, considerata l’ultima posizione in classifica dei campani. Provvidenziale, quindi, è giunta la clamorosa vittoria degli azzurrostellati a Siracusa, a fungere da opportuno segnale d’avvertimento. In Serie C di gare scontate non ne esistono, tanto che il Lecce ha pareggiato ad Andria, altro fanalino di coda, al 92’ con buona dose di fortuna. Bisognerà approcciare la gara con la stessa determinazione sciorinata con il Bisceglie e cercare di comandarla, dall’alto di una superiorità tecnica indubbia, fin dai primi minuti, senza poi calare vistosamente come a Reggio Calabria. Giocandosi il match in infrasettimanale martedì pomeriggio, presumibilmente Lucarelli attiverà un minimo di turnover (da monitorare le condizioni di Lodi), anche in considerazione della successiva partita di domenica al “Massimino” contro il Catanzaro. Tuttavia, al di là di chi verrà chiamato a giocare dal primo minuto, i tifosi vorranno vedere la “garra” necessaria a recuperare altri punti alla vetta… Let’s go, Liotru, let’s go!!!