Cosi di Catania (Calcio): Un abbraccio sotto occhi inquietanti

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L'"abbraccio" fra giocatori e tifosi 

Nuovo appuntamento con la rubrica di Alessandro Russo


C’era sabato pomeriggio alle quattro e mezza nell’abbraccio dei giocatori ai loro tifosi un significato trascendente che tanto s’allontana da una semplice dedica d’una partita di football vinta; pure c’erano tra i quattromila presenti al Massimino anche alcuni personaggi inquietanti. Potrebbe darsi che in quel preciso istante abbiano costoro compreso da soli che il loro tempo e il loro spazio sono qui definitivamente tramontati. Benvenuti al trentanovesimo appuntamento di questa rubrica qua su calciocatania.com che si chiama Cosi di Catania (calcio) e che oggi sottolinea come sarebbe bello se, una volta ogni tanto, Catania si indignasse e rialzasse la testa, senza voltarsi dall’altra parte, grazie al Catania.

Se è vero che ognuno scorge negli avvenimenti giornalieri i segnali e i significati più disparati possibili e immaginabili, talvolta è necessario soffermarsi, respirare un attimo in profondità e provare a chiarirsi le idee. Orbene, ciò che intravedo io in quell’unico e spontaneo avvinghio amoroso rossazzurro è un segnale netto nei confronti di coloro ai quali piace solo far danni e passerelle. Un deciso invito a star lontano una volta per tutte dai nostri colori rivolto ad avvoltoi e a opportunisti, ad azzeccagarbugli e a sciacalli.


Freddi Greco e Kevin Biondi 



Non fu di certo una coincidenza che il gol che ieri pomeriggio intorno alle quattro meno un quarto consentì la vittoria finale per una rete a zero sul Francavilla lo realizzasse un concittadino di ventitré anni di nome Kevin e cresciuto nel quartiere San Giorgio. Dopo la bella marcatura corse questi con slancio a godersi il suo momento sotto la curva Nord e saltò a uno a uno tutti gli ostacoli incontrati. Donò in questa maniera ulteriore poesia alla maglietta rossazzurra col numero dieci cucito dietro, il giusto preludio per quello che sarebbe successo a lui, ai suoi compagni e a mister Baldini di lì a poco.

Questo è un periodo di grande confusione, scoramento e delusione e perfino le menti più analitiche provano di certo una gran quantità di rabbia. Siamo arrivati a questo momento di disordine e d’irascibilità perché dopo la penosa vicenda del 23 giugno di sette anni fa non si è riusciti a prendere una posizione netta di demarcazione col passato. Pochi in questa città hanno capito che quell’accadimento, in quel momento particolare laddove una crisi economica era già presente nelle fondamenta economiche, avrebbe portato a un epilogo coincidente col fallimento dello storico marchio di fabbrica Calcio Catania 1946, matricola undicimilasettecento. Purtroppo si è preferito rimanere dalla parte di chi gestiva le cose con metodi spregiudicati e tutto ciò che è poi capitato, è successo perché si è cercato di risollevare la baracca con dei sistemi in linea con la dolorosa piega che era stata dapprima intrapresa. Il conseguente ritorno di pezzi grossi -dei quali si diceva che da queste parti avevano lasciato un buon ricordo- non poteva che comportare orrende prese di posizione nei confronti di città, istituzioni e tifoseria. Di recente, sembrò esserci una svolta e come tale fu persino salutata con entusiasmo, ma codesta presunta sterzata non aveva alcun fondamento concreto. Dunque, invece di andar avanti siamo andati ancor più indietro, calando poi a picco.


Kevin Biondi esulta sotto la Curva Nord 



Da svariati anni, all’ombra dell’Etna, in conclusione noi tifosi veniamo ogni giorno presi per i fondelli dai dirigenti della società di cui siamo ferventi sostenitori.
La nostra maggiore colpa? Aver accettato e condiviso una lenta agonia che a poco a poco ci portò sull’orlo di questo precipizio.

Torno ora all’abbraccio di ieri pomeriggio e lo faccio con convincimento perché ritengo che anche una partita di pallone può aprire gli occhi, parlo di quelli miei e di quelli di tutti gli altri catanesi nel mondo. C’erano i nostri beniamini accomodati sui cartelloni pubblicitari e cantavano tutti loro insieme a tanti supporter festanti. Era la risposta di undici e più giovanotti che rappresentavano Catania in un momento tragico per l’intera storia di Catania. Una tangibile dimostrazione d'affetto consistente nel tirarsi a sé l’un l’altro fra le proprie braccia, un modo di dire basta al perpetuarsi di soprusi, prepotenze e angherie.


Un raggiante Kevin Biondi insieme ad Albertini e Moro 



9. giornata ritorno- 19 febbraio 2022 Catania, stadio Angelo Massimino

CATANIA-VIRTUS FRANCAVILLA 1-0

Catania Sala, Albertini, Monteagudo, Lorenzini, Pinto, Rosaia, Cataldi (72’ Provenzano), Simonetti (46’ Russini), Greco (86’ Izco), Moro (72’ Sipos), Biondi (82’ Russotto). All. Baldini

Virtus Francavilla Nobile, Delvino, Miceli, Gianfreda, Pierno, Prezioso (69’ Franco), Thetchoua, Toscano, Ingrosso, Patierno (69’ Ventola) , Maiorino (53’ Tulissi, 76’Carella) All.Taurino

Arbitro Sajmir Kumara di Verona

Gol 57’ Biondi